sabato 19 giugno 2021

l'inventario delle mie stranezze - le beta reader



prima di mandare un testo a qualsiasi editore, faccio sempre leggere quello che scrivo a un manipolo di lettrici di fiducia. quelle che in gergo si chiamano beta reader. ovvero persone fidate che danno un parere personale informato e mettono in luce punti deboli, buchi di trama, incongruenze.
la lettura dei beta reader è fondamentale per me, la uso per sancire la fine della fase di scrittura e per essere sicura di aver scritto una storia che regge. 
nel caso di "l'inventario delle mie stranezze" ho cercato anche delle lettrici più "scientifiche" che potessero darmi un riscontro su quanto scritto in riferimento all'autismo.
è vero che è solo un romanzo, una storia di finzione senza alcuna pretesa di scientificità. non ho scritto un saggio (anche se ne ho letti molti e la maggior parte guardano all'autismo come a un'accozzaglia di deficit, e alle persone autistiche come a persone difettose da normalizzare), ma dopo aver passato quattro anni a studiare le parole giuste per raccontare l'autismo, per me è molto importante che nel mio libro tutti i fatti raccontati, i comportamenti descritti, le espressioni usate siano corretti e verosimili.
vorrei che qualsiasi persona autistica leggendo "l'inventario delle mie stranezze" si riconoscesse nei protagonist* e trovasse validazione del suo modo di essere e di sentire. anche se so che in fondo non è possibile, perché ogni persona autistica lo è a modo suo, e presenta caratteristiche proprie a volte persino opposte. può amare gli animali, o starne lontana per motivi sensoriali. può essere plusdotata o avere difficoltà di apprendimento. 
per un controllo sulla parte "scientifica" ho scelto tre beta reader che conoscono molto bene l'autismo, o per il fatto di essere esse stesse autistiche e/o per il fatto di avere figl* nello spettro.
marika, elena e tiziana sono state preziosissime nel restituirmi le loro impressioni. 
l'aspetto che mi è stato contestato con più enfasi è che i protagonist* sono entrambi "geni matematici" cosa che rafforza lo stereotipo e non rappresenta le persone autistiche che invece devono vedersela con la discalculia.
ora, se mi seguite da un po', sapete che il mio fidanzato è un matematico, stiamo insieme dal 2003, conviviamo dal 2007. la matematica permea la sua vita e di riflesso anche la mia. qualche anno fa siamo andati a una conferenza che parlava di sindrome di asperger nel cinema e ci abbiamo trovato un docente di matematica suo collega, che ha un figlio nello spettro, e probabilmente è spettro pure lui.
è vero che gli stereotipi sono limitanti, forvianti, a volte ingiusti, ma come per "mafia, pizza e mandolino" hanno in sé un fondo di verità. se avessi trasformato Agata in una ragazzina con problemi di discalculia avrei forse dato una rappresentazione meno stereotipata dell'autismo, ma non sarei stata a mio agio. credo comunque di aver messo in luce l'altro lato della medaglia, quanto quella "genialità" (che in fondo è limitata a un unico ambito) costi in termini di bullismo, sensorialità, socialità, abilità manuali...
un'altra cosa che so mi esporrà a contestazioni è la scelta di usare l'etichetta "sindrome di asperger" anche se so benissimo che è stata tolta dal manuale diagnostico (DSM-5) anni fa.
avrei voluto scrivere un libro perfetto, capace di raccontare e rappresentare tutt* le persone neuroatipiche, soprattutto le bambine/ragazze/donne/altro, perché ci sono così poche rappresentazioni di questo modo di essere che davvero nella mia intenzione vorrei che questo libro le abbracciasse tutte. ma non è possibile. 
ho scritto il libro migliore che ho potuto e spero che il mio inventario apra la strada a tanti altri inventari, di altre bambine/ragazze/donne/altro capaci di rappresentare la neuroatipicità da altri punti di vista.
nonostante le imperfezioni e le inesattezze spero di essere riuscita a far tesoro dei consigli delle mie beta reader. se ci sono degli errori, sono colpa mia.

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