cosa pensa la tua famiglia di quello che scrivi?
la mia non è una famiglia di lettori. tutto quello che ho scritto, per anni, non è mai stato letto né dai miei genitori né dalle mie due sorelle. (per prendere in giro mia sorella minore, dico di lei che legge solo i necrologi.)
su quello che scrivevo ho sempre cercato pareri esterni, per lo più online. mandavo in giro racconti.
il fatto che la mia vita da scrittrice sia rimasta online per quasi vent'anni, ha permesso alla mia analogica famiglia di ignorare tutti i libri pubblicati solo in ebook, e tutti i racconti pubblicati su siti web e riviste digitali.
il mio fidanzato matematico aveva provato a leggermi e a darmi dei consigli. ma visto che non ero capace di distinguere me stessa dai miei testi, ha capito che non era aria e ha lasciato perdere. adesso non legge niente di quello che scrivo, tranne la lista della spesa.
mia cugina tiziana è stata una delle mie prime fan. si era innamorata di un racconto intitolato "monica" e ogni volta mi chiede se ho qualcosa da farle leggere.
per mia mamma sono diventata scrittrice quando è uscita la prima edizione di "aria e altri coccodrilli", il primo libro pubblicato solo in cartaceo da un editore tradizionale. alla mia prima presentazione dal vivo, si è comprata il 20% dell'intera tiratura e l'ha regalata ad amiche e parenti. credo che lei, alla fine, il libro non l'abbia letto.
la pubblicazione di "maschiaccio e femminuccia" con einaudi ragazzi mi ha fatta rivalutare persino agli occhi di mia sorella maggiore, che è diventata testimonial ufficiale, spacciatrice, sponsor di caterina e riccardo. ha rifilato "maschiaccio e femminuccia" a chiunque. persino alla cassiera della conad. o della crai. o della coop. o forse a tutte e tre. per mesi mi ha girato via whatsapp i messaggi di amiche, parenti, lontane conoscenti, che a mano a mano che leggevano le facevano sapere.
spero che a luglio, quando uscirà "l'inventario delle mie stranezze", la mia famiglia gli riservi la stessa calorosa accoglienza.
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