giovedì 26 settembre 2019

la cosa peggiore che potrebbe succedere



quando devo fare qualcosa e mi trovo a esitare per timore, mi chiedo: qual è la cosa peggiore che potrebbe succedere?
di solito lo scenario più apocalittico che riesco a immaginare - e di immaginazione e pessimismo ne ho sempre in abbondanza - è nonostante tutto non così drammatico, e alla fine mi trovo a fare cose che altrimenti non avrei fatto.

quando mi è venuto in mente di tagliarmi i capelli a zero - o quasi - mi sono chiesta: qual è la cosa peggiore che potrebbe succedere. e in quel caso lo scenario più apocalittico che sono riuscita a immaginarmi era essere molto brutta, non piacermi e non piacere alle persone con cui ho a che fare quotidianamente.
mi sono quindi detta che, poiché si tratta di capelli, e poiché questi ricrescono tutto sommato in fretta, potevo di certo correre il rischio di essere più brutta del solito per qualche mese in nome dell'arte e della spregiudicatezza.

a un mese di distanza dal taglio radicale, posso dire che lo scenario più apocalittico si è realizzato. non mi piaccio, non mi sento a mio agio, quando mi guardo allo specchio non mi riconosco e purtuttavia vivo comunque, anche se passo il tempo a guardare i capelli della gente e a pensare cose come: in questo autobus sono quella con i capelli più corti. in questa sala d'attesa sono l'unica donna e nonostante questo, sono quella con i capelli più corti. in questo vagone del treno sono quella con i capelli più corti. a esclusione di quell'uomo pelato, sono quella con i capelli più corti. a oggi non mi è ancora capitato di vedere una donna con i capelli più corti dei miei, e anche quelle con i capelli davvero molto corti, avevano comunque un accenno di frangia, o dei ciuffi più lunghi, o solo una parte del cranio rasata.

questo esperimento artistico - ricordo per chi se lo fosse perso che il senso di questo taglio è diventare una clessidra umana e misurare lo scorrere del tempo dal taglio alla pubblicazione del mio ultimo romanzo in cerca di editore - mi ha per ora insegnato che posso: posso convivere con le conseguenze delle mie azioni: stupide, artistiche o spregiudicate che siano.


ps: la foto viene da qui, dove potete anche vedere cose anche peggiori

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