domenica 21 aprile 2019
sul minimum viable product
nella mentalità da start up in cui sono immersa esiste il concetto di "minimum viable product".
in pratica, se hai un'idea di business, non metti sul mercato un prodotto fighissimo e super accessoriato, che ti è costato un sacco di soldi realizzare nella sua versione definitiva e immutabile, ma sondi il terreno con il prodotto più basico possibile. aspetti di ottenere feedback dagli "early adopter" (quelli che per primi lo usano) per capire se la tua idea ha un senso e un mercato, e solo se questo test ha successo ti imbarchi nell'impresa.
questa indagine aiuta a indirizzare meglio l'idea e a realizzare un prodotto davvero utile, magari diverso da quello immaginato all'inizio, ma più rispondente alle esigenze degli utenti finali.
è con in mente questo concetto che ho partecipato al premio per racconti di cui ieri sono stati annunciati i 20 finalisti. (su oltre 1000 partecipanti)
per essere selezionati era sufficente inviare un incipit di mezza pagina. solo successivamente si sarebbe dovuto caricare il racconto completo.
il mio incipit era il mio minimum viable product. purtroppo non ha ottenuto il successo sperato. ma poco male, dato che non mi ero imbarcata nell'impresa.
so di autori - probabilmente di mentalità lontana da quella da start up - che non solo hanno scritto l'intero racconto, ma hanno anche speso dei soldi per farlo revisionare da un editor. spero almeno che trovino una rivista in cui piazzarlo dopo tutto quello sbattimento.
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