nel mio quotidiano pendolare su due ruote, passo davanti a una gelateria, per due volte ogni giorno.
durante l'inverno la suddetta gelateria non è stata altro che una sorta di boa, un segnale che ero circa a metà strada.
poi è arrivata la primavera, e frotte di ragazzini con coni e coppette mi hanno persuasa che fosse una buona idea fermarmi lì a fare merenda.
è così che ho scoperto un nuovo tipo di attività commerciale: la gelateria di beneficenza.
la gelateria di beneficenza è un posto in cui il gelato costa meno della metà che altrove.
per non arrendermi all'idea che per produrre del gelato così buono ed economico usino prodotti scaduti, sfruttino un gelataio-schiavo che lavora con una palla di piombo al piede, e siano insediati in un locale abusivo, mi sono convinta che in realtà quella gelateria non è una vera impresa che ha come finalità l'utile, ma è una sorta di attività ibrida che vuole far contenti i bambini e me con loro.
è grazie a questa illusione un po' naif che mi concedo il mio peccato di gola pomeridiano preferito.
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