quella che vedete qui, non è la copertina di un mio nuovo romanzo ma è "chi primo arriva all'altalena" dopo un cambio d'abito radicale. (la finezza della lettera B che sembra trovarsi sotto le dita è tutto merito della mia grafica di fiducia: anna)
in uno dei testi di ebook marketing che ho letto si diceva: se un libro non vende, cambiategli il titolo e/o la copertina.
in particolare c'è stata una frase che mi ha svelato il titolo giusto per il mio romanzo come un'epifania: usa titoli descrittivi, non titoli poetici. chi ti legge deve avere almeno una vaga idea di cosa ci sia nel libro, altrimenti non lo comprerà.
"chi primo arriva all'altalena" è un titolo poetico che non significa nulla. "ti voglio bene lo stesso" è la chiave del romanzo, è la frase su cui si fonda, è semplice, diretta, fa capire che in quelle pagine si parla di sentimenti e della loro imperfezione. ho sentito davvero una specie di fuoco d'artificio in testa quando sono arrivata a questa conclusione.
l'immagine di copertina è un altro paio di maniche. sono molto affezionata alla ragazza con la felpa col cappuccio, al titolo azzurro, al font screpolato. la tentazione di cambiare solo il titolo era forte. ma più forte è stato il coraggio di rivoluzionare tutto al motto di "stop wishing, start doing", smetti di sperare e datti da fare.
che è poi l'unico modo perché qualcosa che desideri accada.
non so se servirà a fargli vendere più copie da qui in avanti. ma è una piccola rivoluzione che spero porterà a molti più grandi e significativi cambiamenti.
curioso di leggerlo?
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