ho sempre cercato di fregarmene abbastanza del giudizio degli altri. di prendere quanto di buono potevo dalle critiche, di non crogiolarmi troppo nelle lusinghe e nei complimenti, di spernacchiare i giudizi negativi.
poi mi hanno pubblicato il manuale, ho iniziato a scrivere per altri blog e mi sono ritrovata a guardare degli sconosciuti che parlano di me, giudicano quello che ho scritto, mettono mi piace sotto a un mio post, discutono dei miei contenuti e della loro veridicità, a volte dimostrando di non aver nemmeno letto bene quello che ho scritto. o di aver riempito gli spazi tra le righe di sottotesti assolutamente erronei.
ieri mi sono presa della svampita, della superficiale, e parecchi sberleffi per aver raccontato tutta l'ingenuità con cui sono venuta a vienna pensando di insegnare italiano.
insomma, non riesco a fare a meno di prendermi a cuore quello che gli altri pensano di me e di quello che ho scritto, dimostrando di essere la prima a non essere capace di scindere me come persona, dalle mie parole.
mi chiedo quando imparerò a farlo.
contatti
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giovedì 29 agosto 2013
mercoledì 28 agosto 2013
in astinenza
se vi mancano i miei post, e avete una voglia irresistibile di leggermi mi trovate
su quivienna dove parlo della mia esperienza come insegnante di italiano
su cartaresistente dove faccio gli auguri al mio kindle, che compie un anno
su quivienna dove parlo della mia esperienza come insegnante di italiano
su cartaresistente dove faccio gli auguri al mio kindle, che compie un anno
sabato 24 agosto 2013
è arrivato
sapevo che sarebbe arrivato. qui arriva sempre prima che altrove, si vede che è un posto che gli piace questo, un posto in cui si sente a casa, accolto, ben voluto. non gli importa niente del fatto che io lo odi, del fatto che lo prenderei a schiaffi e pugni e lo riempirei di insulti. gli scriverei una lunga lettera, in cui gli spiegherei che proprio no, qui ci deve stare il meno possibile, non deve arrivare già ad agosto, non può, non è giusto. ma lui è uno che se ne frega, alza le spalle, ti soffia il fumo in faccia, pesta la cicca sotto la suola, con la punta, e poi sputa, di lato e non gli importa niente se tu sei lì, che lo guardi, e pensi che è uno stronzo, un gran maleducato.
lui passa e se ne frega. caccia via l'inquilino precedente a malo modo, butta i suoi vestiti colorati e leggeri dalla finestra e chiude le imposte, rovescia nello sciacquone le boccette di profumo, butta nella pattumiera le candele colorate e resta chiuso in salotto, sprofondato nella poltrona, le gambe sdraiate e le scarpe sudice sul tavolino da caffè, sul bracciolo un posacenere pieno di mozziconi puzzolenti, la stanza impregnata di fumo.
oggi piove, ci sono 16 gradi. senza preavviso è arrivato l'autunno.
lui passa e se ne frega. caccia via l'inquilino precedente a malo modo, butta i suoi vestiti colorati e leggeri dalla finestra e chiude le imposte, rovescia nello sciacquone le boccette di profumo, butta nella pattumiera le candele colorate e resta chiuso in salotto, sprofondato nella poltrona, le gambe sdraiate e le scarpe sudice sul tavolino da caffè, sul bracciolo un posacenere pieno di mozziconi puzzolenti, la stanza impregnata di fumo.
oggi piove, ci sono 16 gradi. senza preavviso è arrivato l'autunno.
venerdì 16 agosto 2013
prepararsi alla guerra
le giornate si stanno accorciando. la notte inizia a fare freschetto. tra un mese e mezzo sarò di nuovo disoccupata e ad attendermi ci sarà di nuovo l'inverno viennese: buio, freddo, freddissimo, buissimo, molto molto freddo, vento gelido, molto molto grigio e molto buio.
e visto che non sono un albero, col cavolo che passerò tutto l'inverno qui. sto studiando spagnolo come una pazza. la speranza è quella di trovare un lavoro alle canarie o giù di lì.
vi manderò una cartolina. se mi ricordo.
e visto che non sono un albero, col cavolo che passerò tutto l'inverno qui. sto studiando spagnolo come una pazza. la speranza è quella di trovare un lavoro alle canarie o giù di lì.
vi manderò una cartolina. se mi ricordo.
domenica 4 agosto 2013
non c'è due senza tre.
e dopo la lunga notte del vomito, il grande piede punto dalla vespa... vi racconto la nostra terza (e si spera ultima) sfiga.
è una rovente notte d'agosto. vi aspetta un letto in cui sudare e rigirarvi come salsicce sulla griglia. lasciate le finestre aperte nella speranza che entri un po' di fresco e vi coricate sapendo che suderete e vi rigirerete e sognerete cose tremende e al mattino vi risveglierete più stanchi di prima in una giornata altrettanto rovente senza nemmeno una bava di vento.
poi succede che alle quattro e trenta del mattino un rumore assordante vi fa precipitare fuori dal letto. prima di prendere lucidità pensate che qualcuno abbia sparato (?) alla vetrinetta piena di swarowski (?). vi aggirate per casa accendendo tutte le luci e guardandovi in giro in cerca del grande danno. state quasi per convincervi che il rumore provenisse da fuori, del resto avete lasciato le finestre aperte, quando vi rendete conto che... è la vostra finestra che ha sbattuto e il vetro si è frantumato perché, incredibilmente, fuori c'è un vento da 100 km/h.
al mattino vi renderete conto che quando vi siete avvicinati alla finestra rotta eravate scalzi ed è solo per miracolo che non avete pestato nemmeno uno di tutti i pezzi di vetro di cui è ricoperto il pavimento.
è una rovente notte d'agosto. vi aspetta un letto in cui sudare e rigirarvi come salsicce sulla griglia. lasciate le finestre aperte nella speranza che entri un po' di fresco e vi coricate sapendo che suderete e vi rigirerete e sognerete cose tremende e al mattino vi risveglierete più stanchi di prima in una giornata altrettanto rovente senza nemmeno una bava di vento.
poi succede che alle quattro e trenta del mattino un rumore assordante vi fa precipitare fuori dal letto. prima di prendere lucidità pensate che qualcuno abbia sparato (?) alla vetrinetta piena di swarowski (?). vi aggirate per casa accendendo tutte le luci e guardandovi in giro in cerca del grande danno. state quasi per convincervi che il rumore provenisse da fuori, del resto avete lasciato le finestre aperte, quando vi rendete conto che... è la vostra finestra che ha sbattuto e il vetro si è frantumato perché, incredibilmente, fuori c'è un vento da 100 km/h.
al mattino vi renderete conto che quando vi siete avvicinati alla finestra rotta eravate scalzi ed è solo per miracolo che non avete pestato nemmeno uno di tutti i pezzi di vetro di cui è ricoperto il pavimento.
sabato 3 agosto 2013
bisogno di una vacanza. estremo bisogno.
non era ancora passata una settimana dalla lunga notte del vomito, ancora si mangiavano riso in bianco e "cipolle", i piccoli asciugamani che usavo come pezze fredde da posargli sulla fronte non erano ancora asciutti... che il matematico è stato punto da una vespa. su un piede.
ora ha il piede gigantissimo, il farmacista, quando mi ha vista, ha fatto la faccia da "ancora tu?"
ha prescritto antistaminico, una pomata e ghiaccio.
io consiglierei una vacanzina a lourdes, così, a scopo precauzionale.
ora ha il piede gigantissimo, il farmacista, quando mi ha vista, ha fatto la faccia da "ancora tu?"
ha prescritto antistaminico, una pomata e ghiaccio.
io consiglierei una vacanzina a lourdes, così, a scopo precauzionale.