martedì 23 settembre 2008

portici di carta e s-cazzi vari

è da settimane che aspetto che esca il programma di portici di carta. lo scorso anno c'erano autori come diego de silva e peter cameron. quest'anno non c'è nulla che mi interessi. non c'è nemmeno l'onnipresente paolo giordano, che è stato invitato a tutti i festival letterari possibili, e per portici di carta (quattro passi da casa sua) no.
insomma, sono delusa.
e poi fa freddo, e mi tocca cambiare copriletto. mettere da parte quello leggero e arrendermi a quello più pesante. e la mattina alzarsi è molto peggio. è brutto uscire dal tepore rassicurante e accogliente delle coperte per infilarsi i vestiti freddi, buttare giù una tazza di latte caldo, in fretta, e in fretta riversarsi in strada, tra la gente.
e poi tutti si iscrivono a corsi di spagnolo e di flamenco e di kickboxing come se l'anno inziasse adesso e a me sembra invece sia appena finito e sia il momento giusto di entrare in letargo per non uscirne che in primavera.
e poi devo ricordarmi di buttare la spazzatura, prima che qualcuno pensi che ci sia un cadavere in casa e faccia buttare giù la porta.
e poi...

1 commento:

colorado ha detto...

A “Portici di carta” 27 e 28 settembre 2008


Due romanzi in cui Torino è una città personificata, scenario ed essa stessa soggetto di vicende storiche e personali molto diverse.

Il primo, uscito a ottobre 2006, “Compagni a Quadrivio Zappata” ci riporta nella Torino degli anni ’70, con le cupezze, le abrasioni , ma anche con le vertiginosi utopie che caratterizzarono quella stagione.
La narrazione si sviluppa raccogliendo i fili di alcune esistenze, il loro intrecciarsi spesso casuale, e seguendole nei loro destini spesso tragici.
Il tentativo di dare sostanza alle vicende attraverso la vita di uomini e donne che le hanno attraversate, prova a sradicare un doppio conformismo: quello di un cupo reducismo, e quello che pretenderebbe di leggere quella storia solo come fenomenologia criminale.



Il secondo romanzo “Il cappotto di cammello di Giovanni Agnelli” è uscito a dicembre 2007 e ci descrive una Torino appena uscita dalla II guerra mondiale, che nonostante le ferite ancora aperte dei bombardamenti, si risolleva con le speranze che solo un popolo giovane poteva nutrire per il proprio futuro.
Ci conduce attraverso la città ferita Oscar, un ragazzino cui il caso ha riservato lo straordinario destino di vivere quegli anni che furono della sua adolescenza accanto al Senatore Giovanni Agnelli.