in attesa di diventare una scrittrice famosa e richiestissima ho deciso di iniziare a prepararmi a rispondere alle domande. in una chiacchierata (rigorosamente online) con una quinta elementare mi è stato chiesto "hai mai pensato di avere dei figli?".
e presa totalmente alla sprovvista ho risposto "certo, moltissime volte. ma passiamo alla prossima domanda, eh". al termine dell'incontro mi sono mangiata le mani, perché dare la risposta giusta avrebbe amplificato e fatto meglio comprendere il messaggio del mio romanzo "maschiaccio e femminuccia". (da qui il desiderio di prepararmi a rispondere alle domande)
sì, ho pensato milioni di volte alla questione figli e sono certissima di non volerne. anche se attorno a me tutte le mie coetanee hanno tra uno e tre figli. non credo di conoscere nessuna temeraria che ne abbia quattro, ma non dubito che ce ne siano. e se non li hanno li desiderano. e quindi io sono quella strana, che deve difendere la sua posizione di donna senza figli.
ma questo conflitto tra quello che uno sa di essere e di volere, e quello che gli altri decidono che tu debba essere e volere, non è una prerogativa dell'età adulta. fin da bambina ho percepito in modo molto forte le aspettative degli altri su di me.
anche riccardo e caterina, i protagonisti del mio romanzo "maschiaccio e femminuccia" sanno di essere e di fare cose che non sono previste per loro, e la tentazione potrebbe essere quella di abbandonare le proprie inclinazioni e passioni per essere accettati dagli altri. caterina potrebbe pettinare le bambole, riccardo potrebbe smettere di intrecciare braccialetti e chiedere a sua sorella di insegnargli a tirare di boxe.
ma nessuno sa meglio di te come essere te, perché lasciare che gli altri decidano chi devi essere e cosa devi fare, solo per soddisfare delle presunte caratteristiche di "normalità"?
quindi sì, mi sono chiesta se volessi avere figli, e mi sono risposta che no, non avrò figli perché so che averne non mi renderebbe felice. perché sono felice nella mia vita di donna senza figli. e non farò figli per far contente altre persone che non sanno cosa significa essere e sentire quello che sono e che sento.
credo sia importante imparare fin da piccoli a difendere la propria identità, le proprie passioni, i propri interessi, il proprio sentire. è questo il messaggio che volevo dare con "maschiaccio e femminuccia" ed è questo che cerco di fare anche per me stessa.
se vi state chiedendo da dove sia uscita quella domanda... ho avuto la malaugurata idea di iniziare l'incontro dicendo "non sono una maestra né una mamma, quindi state tranquilli, non vi do voti né niente".
se avete domande da farmi, scrivetele pure nei commenti, risponderò nelle prossime puntate della rubrica #chiediallascrittrice
Hai mai pensato di rispondere sulla questione dei figli, che non fossero ca... Ops, fatti loro?
RispondiEliminaSì, la prima reazione è stata di chiusura ed è proprio quello che ho pensato. Infatti non ho risposto. Però è un tema su cui avrei invece voluto essere aperta. Più diventa normale fare scelte di vita non convenzionali meno domande verranno fatte a riguardo. Nessuno chiede perché mangi? Perché dormi? Allo stesso modo sarebbe bello che nessuno sentisse il bisogno di chiedere perché non hai figli? Perché non ti sposi?
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