Ho otto o nove anni. Da qualche giorno mi dondola un dente da latte.
- Fa' sentire - chiede mio padre, avvicinandosi
- No, non dondola tanto - dico facendo qualche passo indietro.
Mi sono caduti abbastanza denti da latte da sapere che la tecnica di mio padre è troppo cruenta per i miei gusti. Dà un forte strattone, e il dente cade lasciandoti stordita dal dolore con la bocca piena di sangue.
- Non ti faccio niente - dice - sento solo. Con il mignolino.
- No-o.
- Allora fammi vedere tu.
Lo lascio avvicinare, apro la bocca e spingo la lingua verso il dente che si muove.
- Ma dondola tanto - dice mio padre - fammi sentire - insiste. - Non ti faccio niente. Sento solo - ripete facendo appena oscillare il mignolo della mano destra.
Alla fine cedo, apro la bocca, gli permetto di sentire quel dente che dondola. È mio padre, se non posso fidarmi nemmeno della parola di mio padre, di chi mai dovrei?
E lui muovendo dolcemente il mignolo fa oscillare il dente avanti e indietro per un paio di volte prima di strapparlo via con uno strattone.
È successo, per l'ennesima volta.
La bocca mi si riempie di sangue. Sputo il dente in una mano.
Lui ride soddisfatto.
- Ti avevo detto che non ti avrei fatto male. Poi stasera passa il topolino e ti lascia il soldino.
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