photo @adrienl
ho registrato un'intervista per raicultura, c'è stata una recensione su tuttolibri della stampa, ho visto il mio libro in vetrina, e anche se mi sembrano esperienze gigantesche, la mia vita è identica a prima.
ma forse il problema è che dei libri in generale, e dei libri per ragazzi in particolare, agli altri importa poco.
e dovrei saperlo bene, visto che i miei genitori sono non lettori, perfettamente a loro agio in quel 60% di italiani che non legge neanche un libro all'anno, secondo l'AIE.
l'unico libro che hanno regalato a natale a mio padre, anni fa, lui l'ha rifilato a me, non sapendo che farsene. era "sunset limited" di mccarthy, solo 115 pagine: troppo sottile per essere usato come zeppa o ferma porta.
immaginate quanto possa essere orgoglioso di me mio padre, nell'avere una figlia che ama e "produce" gli oggetti a suo dire più inutili e insensati, privi di qualunque significato o attrattiva.
insomma, dopo un fuoco d'artificio d'euforia, sono piombata in quello che giovanna martinello nella sua ultima newsletter ha chiamato post-event blues: la tristezza che ti coglie dopo un evento che hai aspettato e preparato per mesi.
a dare il colpo di grazia è arrivata la scheda di lettura dal premio calvino. a parte queste quattro righe lusinghiere, la restante pagina e mezzo massacra il testo in modo chirurgico.
ciliegina sulla torta: due giorni fa ho commesso un gravissimo errore sul lavoro, di cui il cliente si è accorto. ho passato un brutto quarto d'ora, tremando da sola davanti al computer e sperando di sparire. mentre la collega, dalle ferie in montagna, chiedeva cosa fosse successo.
ma sono in ferie, ho una montagna di libri in cui rifugiarmi e andrà tutto bene.
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