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domenica 30 aprile 2017

nostalgia canaglia

in piazza ci sono gli stand di cibo austriaco, e io e il matematico ci siamo subito fiondati.
schnitzel mit pommes, topfenstrudel, birra a fiumi, uomini in tracht, donne in dirndl ed ecco che torniamo alla nostra vita precedente. ma solo per i pochi minuti necessari a mangiare un riesen krapfen.

sabato 29 aprile 2017

oops i did it again

sì, mi sono di nuovo tinta i capelli di un colore eccentrico.
la prima volta era andata male, malissimo, molto peggio.
motivo per cui mi sono tinta i capelli di un colore eccentrico ma con più buonsenso. ammesso che tingersi i capelli di blu possa essere considerato di buonsenso.
questa volta sono blu solo le punte. e mano a mano che il colore sbiadirà, diventerà sempre più azzurropillin.
nel frattempo, oltre ai miei capelli, è diventata blu la mano della parrucchiera che mi ha colorato e una piastrella del salone su cui è caduta un po' di tinta.

venerdì 28 aprile 2017

una bella giornata di pioggia

la regista del film che ho visto ieri è cinese. il suo nome significa "una bella giornata di pioggia". i suoi genitori devono aver parecchio senso dell'umorismo. può una giornata di pioggia essere bella?
qui piove da giorni e le uniche scarpe impermeabili che ho mi hanno scarnificato un tallone, nonostante il cerotto. non corro da una settimana e il film della regista cinese non mi è nemmeno piaciuto.

giovedì 27 aprile 2017

la zia certificata e la zia abusiva

la zia certificata è quella che abbraccia e sbaciucchia, che compra regali a natale, ai compleanni e ai non compleanni.
la zia certificata è quella che cambia pannolini e addormenta, inventa storie magiche per convincere a mangiare e per mettere le scarpe.
la zia certificata c'è sempre, dà i bacini alla bua, pulisce i culetti e soffia i nasini.

la zia abusiva è quella che non c'è quasi mai, che non porta regali perché pensa che abbiano troppo di tutto: troppi vestiti, troppi giocattoli, troppe uova di cioccolato, troppi gadget della paw patrol. la zia abusiva si schifa di fronte alla cacca, al vomito, al moccio, ai pidocchi, si spazientisce davanti ai capricci per mangiare e per dormire.
la zia abusiva sono io. quella nel disegno è la zia certificata.

mercoledì 26 aprile 2017

mio zio e la comicità giapponese

ieri, all'interno della rassegna "far east film festival", sono andata a vedere"my uncle", un film giapponese.
la presentatrice l'ha definito "commedia solare".
di solito evito le commedie perché non mi fanno ridere. detesto la comicità italiana, le risate strappate a suon di scoregge e parolacce. non capisco la comicità delle serie tv americane.
di solito, quando vado al cinema, tutti ridono... tranne me.
"my uncle" invece mi ha fatto sorridere. e la cosa sorprendente è che mi veniva da ridere quando ridevano anche tutti gli altri.

martedì 25 aprile 2017

shopping compulsivo

sono una che cerca di sbarazzarsi dell'inutile e di possedere meno cose possibile. mi sento immune dal potere che gli oggetti esercitano sulla maggior parte delle persone. comprare, più che appagarmi, mi mette ansia: penso a quanto quello che sto acquistando inquinerà, allo spazio che occuperà, a quanto mi sarà davvero utile.
insomma, cerco di circondarmi dell'essenziale.
questo fino a quando non ho visto un indispensabile aggeggio per fare gli spaetzli.
gli spaetzli sono degli gnocchetti della tradizione alto atesina/austriaca/tedesca che io e il matematico mangiavamo spesso la domenica nella nostra vita precedente, quella viennese.
gli spaetzli si trovano alla coop anche qui. e anzi, quelli che abbiamo provato ci sono piaciuti persino più di quelli che acquistavamo al billa (il supermercato che avevamo vicino casa).
solo che... sabato pomeriggio, vedendo quell'aggeggio, ho provato l'irrefrenabile bisogno di acquistarlo, ho sentito che poter fare gli spaetzli in casa avrebbe aggiunto senso alla mia vita.
e quindi ora mi tocca cimentarmi con gli spaetzli.

lunedì 24 aprile 2017

il matematico e lo smarrimento

il matematico ha smarrito un berretto. appena se n'è accorto è tornato sul posto e ha chiesto se avessero ritrovato il berretto in questione.
"era nero?" chiede la giovane volontaria.
"sì" risponde il matematico.
"l'abbiamo messo nello scatolone degli oggetti smarriti. vado a prenderlo".
il matematico resta in attesa.
dopo alcuni minuti gli viene detto che a quanto pare è stato smarrito lo scatolone contenente gli oggetti smarriti.
dopo altri dieci minuti pare essersi smarrita anche la volontaria che cercava lo scatolone smarrito contenente gli oggetti smarriti.
un altro volontario parte quindi alla ricerca della volontaria smarrita che cerca lo scatolone smarrito contenente gli oggetti smarriti.
la kafkiana ricerca termina infine con il ritrovamento della volontaria, dello scatolone e del berretto.
tutto è bene quel che finisce bene.

domenica 23 aprile 2017

cappuccino e brioche

nel mio piano diabolico per far credere al matematico che qui è meglio di vienna (e per me lo è di sicuro), ho inserito nella nostra routine un'abitudine apparentemente innocua: ho proposto di andare a fare colazione al bar tutte le domeniche.
essendo io la promotrice dell'iniziativa, sono l'addetta alla scelta del bar. 
se fossi pigra e ingenua lo porterei tutte le volte a "la dolce vita" il baretto sotto casa che a dispetto del nome è un posto grigio e polveroso, in cui la prima (e ultima) volta in cui sono entrata ho chiesto un tè caldo e ne avevano solo due bustine identiche. io ho usato la penultima.
poiché sono subdola, porto il matematico tutte le volte in una diversa pasticceria, in cui hanno montagne di brioche di tipi diversi, appena sfornate e belle farcite. ci sediamo e consumiamo la colazione con calma, chiacchierando.
poi magari non ci crede lo stesso che qui è meglio di vienna, però la colazione fuori gli piace eccome.

sabato 22 aprile 2017

indovina chi?

la prima volta è capitato una manciata di settimane fa.
in fila alla cassa della coop guardo la cassiera e penso "ma io quella la conosco". rifletto e rimugino e mi convinco che sia una persona conosciuta 20 anni prima quando frequentavo l'azione cattolica.
lei comunque non dà segno di conoscermi o riconoscermi, pago la mia spesa e me ne vado.
quando la volta dopo la rivedo, prendo il coraggio a due mani e mentre metto farina, zucchero e uova nella borsa le dico: noi ci conosciamo, vero? eri anche tu in azione cattolica. aggiungo.
ma avrei fatto meglio a tenerlo per me, visto che lei dice: "no, non ero in azione cattolica. ci conosciamo perché lavoravo in piadineria".
(la mia piadineria preferita, in cui sono stata quasi una volta a settimana. per mesi).

la seconda volta è capitata due giorni fa.
stavo tornando a casa a piedi, col matematico. sul nostro marciapiede ci vengono incontro un paio di persone. quando siamo vicine abbastanza, una ragazza dal viso familiare mi saluta. ricambio il saluto e mi chiedo: chi. cavolo. è. ?
sono passate 48 ore e ancora non me ne capacito. sono sicura di conoscerla ma non ho la più pallida idea di chi sia, di dove l'abbia incontrata.

eppure ero brava a indovina chi.

venerdì 21 aprile 2017

inettitudine

io e il matematico, quando si tratta di affrontare le piccole riparazioni domestiche, siamo dei totali inetti. possiamo rimanere senza luce in una stanza per mesi, a vienna abbiamo lasciato cigolare una porta per anni. ("ma non lo mettete un po' d'olio a quella porta?" ci chiedevano.) ce ne siamo andati che la porta cigolava ancora.
per cambiare la luce sopra lo specchio del bagno ho aspettato l'intervento di A. quando lui e mia sorella sono venuti a cena ho detto: "il matematico è via per lavoro, si è appena fulminata, non è che gli daresti un'occhiata?". in verità era così da settimane.
ieri mi si è fulminata la luce del forno, pizze e torte cuoceranno al buio per mesi fino a quando mia sorella e A. torneranno a cena e dirò: "capiti proprio oggi che si è fulminata la luce del forno".

giovedì 20 aprile 2017

il custode del latte

sono forse io la custode del latte?
no. il custode del latte è il matematico.
io sono la custode delle uova, della pasta, della carta igienica.
in questi anni, io e il matematico ci siamo divisi le responsabilità domestiche. è lui che si preoccupa che non manchino mai le patate e la carta da cucina, sono io che faccio in modo che ci sia sempre sale, zucchero, yogurt (anche perché sono l'unica che li mangia).
io sono la custode delle lavatrici, lui è il custode delle serie tv.
io faccio in modo che ci siano sempre mutande pulite per entrambi, lui fa in modo che i sottotitoli siano sincronizzati.
e vissero tutti felici e contenti.
fino a quando qualcuno viene meno ai suoi doveri e rinfacci all'altro: ma sei tu il custode...

mercoledì 19 aprile 2017

la scatola dell'infamia

ci siamo trasferiti da nove mesi, ma io ho uno scatolone del trasloco ancora da svuotare. è stato ribattezzato lo scatolone dell'infamia. dentro c'è un po' di tutto, pupazzetti e contratti, candeline e documenti, vecchi occhiali e libri. i quaderni con i miei sudati appunti di tedesco.
ogni volta che mi serve qualcosa che non trovo, è nella scatola dell'infamia.
ieri sarà stata la terza o quarta volta che ho dovuto scartabellarci dentro.
non sarebbe più facile svuotarla definitivamente e farla finita?
certo.
ma credo che lo scatolone dell'infamia mi serva da monito. anche se non so esattamente per cosa.

martedì 18 aprile 2017

ti voglio bene lo stesso

sto studiando ebook marketing. anche se non sembra, visto che i miei libri vendono poco e da settembre non ho pubblicato niente di nuovo.
quella che vedete qui, non è la copertina di un mio nuovo romanzo ma è "chi primo arriva all'altalena" dopo un cambio d'abito radicale. (la finezza della lettera B che sembra trovarsi sotto le dita è tutto merito della mia grafica di fiducia: anna)

in uno dei testi di ebook marketing che ho letto si diceva: se un libro non vende, cambiategli il titolo e/o la copertina.
in particolare c'è stata una frase che mi ha svelato il titolo giusto per il mio romanzo come un'epifania: usa titoli descrittivi, non titoli poetici. chi ti legge deve avere almeno una vaga idea di cosa ci sia nel libro, altrimenti non lo comprerà.

"chi primo arriva all'altalena" è un titolo poetico che non significa nulla. "ti voglio bene lo stesso" è la chiave del romanzo, è la frase su cui si fonda, è semplice, diretta, fa capire che in quelle pagine si parla di sentimenti e della loro imperfezione. ho sentito davvero una specie di fuoco d'artificio in testa quando sono arrivata a questa conclusione.

l'immagine di copertina è un altro paio di maniche. sono molto affezionata alla ragazza con la felpa col cappuccio, al titolo azzurro, al font screpolato. la tentazione di cambiare solo il titolo era forte. ma più forte è stato il coraggio di rivoluzionare tutto al motto di "stop wishing, start doing", smetti di sperare e datti da fare.
che è poi l'unico modo perché qualcosa che desideri accada.

non so se servirà a fargli vendere più copie da qui in avanti. ma è una piccola rivoluzione che spero porterà a molti più grandi e significativi cambiamenti.


curioso di leggerlo?

domenica 16 aprile 2017

al diavolo le tradizioni

la pasqua, nei sei anni precedenti a questo, è stata festeggiata dalla sottoscritta e dal matematico decapitando il tipico dolce a forma di agnello. spesso, durante la decapitazione, si poteva vedere la neve fioccare dalla finestra. era difficile convincersi che non fosse natale.
quest'anno, crepi l'agnello tristanzuolo, ci siamo presi questa colomba. anzi, l'ho presa io. l'ho scelta e ordinata e ritirata personalmente.
il sole splende, ci sono 20 gradi e il prossimo che prova a dirmi che a vienna è tutto meglio non rispondo. ma solo perché ho la bocca piena e sarebbe maleducazione.

martedì 11 aprile 2017

azzurropillin - la newsletter

è da qualche tempo che sono iscritta a diverse newsletter.
e sapete cosa? mi piacciono molto. è un appuntamento fisso con persone che magari non conosco direttamente e non so che faccia abbiano, ma che stimo per quello che scrivono sui loro blog, personali o professionali che siano.

e allora mi sono detta: perché non scrivo anch'io una newsletter? la risposta è stata abbastanza lapidaria: non ho nessuno a cui inviarla.
è per questo che da qualche giorno compare quella striscia che invita a iscriversi alla mia sfavillante newsletter.

in sostanza, se inserirete il vostro indirizzo nell'apposito form (in alto se siete da pc, o in basso a destra se siete su smartphone) riceverete una email al mese in cui vi racconterò brevemente novità e progetti futuri.
niente spam né rotture di scatole. solo qualche riga ogni tanto per tenersi in contatto.

domenica 9 aprile 2017

il matematico e la monnezza

non so se per pigrizia o perché è un accumulatore compulsivo, fatto è che il matematico non butta via niente. e quando dico niente intendo nemmeno le bottiglie di plastica vuote, le cartacce, i tovaglioli sporchi.
si separa a malincuore persino dalla coppetta di gelato vuota e appiccicosa, la butta nel bidone guardando quali altri rifiuti raggiungerà, quasi a volersi assicurare che non starà male tra pacchetti di sigarette vuoti e fazzoletti di carta usati.
nelle tasche delle sue giacche è possibile trovare biglietti del cinema, dell'autobus, di musei che ha visitato una vita fa, ma anche brochure e volantini e persino il libretto rosso di mao. a ogni cambio di stagione c'è da fare i conti un nuovo pacchetto di monnezza.
ora è il momento di quello delle tasche della giacca leggera che con la primavera torna utile.

sabato 8 aprile 2017

stefania crepaldi - video-recensione di "chi primo arriva all'altalena"

premessa: seguo stefania e la sua pagina fb da mesi, e in questo tempo ho avuto modo di apprezzare la professionalità e la competenza con cui presenta sia se stessa come editor freelance, sia contenuti sempre nuovi e interessanti per gli aspiranti scrittori. anche la sua newsletter, che arriva puntuale tutti i sabati, è un bell'appuntamento.

stimo molto stefania, per questo quando alcuni mesi fa si è resa disponibile a leggere e fare una video-recensione a romanzi di scrittori emergenti che ritiene meritevoli, le ho proposto di leggere il mio libro "chi primo arriva all'altalena".
sono stati 3 o 400 i romanzi candidati, e non era affatto scontato che il mio libro sarebbe stato scelto.
ma è capitato e ora potete vedere cosa stefania pensa del mio romanzo.


il libro sarà scaricabile gratuitamente da oggi (8 aprile) fino a mercoledì 12 aprile dal kindle store di amazon. se non l'avete ancora comprato, approfittate della promozione.


[addendum: il libro oggetto della recensione ha cambiato titolo e copertina. il nuovo titolo è "ti voglio bene lo stesso", la nuova immagine di copertina rappresenta un abbraccio triste. il contenuto è sempre uguale. scarica l'ebook del romanzo da amazon]

domenica 2 aprile 2017

bologna children's book fair - esserci o non esserci

adoro la fiera del libro per ragazzi di bologna. per i bei momenti passati, per l'atmosfera, per gli incontri e le persone.
avrei davvero tanti motivi per esserci quest'anno. primo tra tutti perché ora è 500 km più vicina di quanto lo fosse fino a un anno fa. e poi perché sarebbe l'occasione per incontrare delle amiche, delle autrici, delle persone che stimo. teresa, benedetta, anna, daniele, maura...
però.
però sono terrorizzata.
da cosa?
probabilmente da qualcosa di minaccioso quanto la mia stessa ombra.
il fatto è che mi fa sentire da schifo il pensiero di incontrare degli amici che hanno appena pubblicato libri fichissimi per editori fichissimi (vedi foto) e non avere niente di altrettanto entusiasmante da sfoggiare.
so benissimo che non è una gara, che anche loro, prima di vedere i loro libri accettati, stavano come me: chiusi in casa a scrivere chiedendosi se, come, quando i loro romanzi avrebbero trovato un editore. e sono davvero felice che i loro libri siano ora in vetrina. che il loro impegno, il loro talento, la loro costanza sia stata premiata.
e quindi "in attesa di un sole" fingerò che sia "tutta colpa di un fulmine" sperando di diventare finalmente "grande".