in tutti i corsi di scrittura che si rispettino arriva sempre il momento in cui ti rifilano un racconto di carver.
di qualsiasi racconto si tratti, perché ogni volta è uno diverso, questo viene presentato come il meglio. i racconti di carver sono sempre perfetti, sempre densi, sempre pervasi di tensione, sempre universali, aprono sempre squarci sull'umanità, sui sentimenti, sulle debolezze, sulla fragilità.
anche quest'anno voglio partecipare al concorso 8x8, è un concorso per racconti, cui partecipo da anni venendo sistematicamente snobbata. a vincere sono sempre racconti carveriani.
e allora ho pensato, perché non ascoltare i racconti di carver mentre corro, così da carpirne il segreto e scrivere un racconto carveriano anch'io (con cui magari vincere il concorso)?
negli ultimi giorni ho corso così tanto che mi sono ascoltata "cattedrale", "una cosa piccola ma buona" e "con tanto di quell'acqua a due passi da casa". alla fine di tutti i racconti mi sono chiesta "ma quindi? cosa mi vuoi dire?"
i racconti di carver mi fanno sentire stupida e/o presa in giro. è come se mi prendesse per mano, mi guidasse in un posto in cui promette ci sarà una sorpresa, e poi, giunti sul posto... tutte le volte non vedo niente di speciale. (che poi è la stessa sensazione che ho provato con i nove racconti di salinger)
la cosa buona dei racconti di carver è che, se ascoltati, danno un ritmo perfetto alla mia corsa. è anche grazie a lui (oltre che a un provvidenziale gel alle maltodestrine) se stamattina ho portato a casa quasi 30 km in 2 ore e 50.
[gli audiolibri con i racconti di carver possono essere scaricati gratuitamente - e legalmente - da questo sito. dove trovate anche molti altri audiolibri]
[nella foto ogni colonna rappresenta il numero di passi effettuato in un quarto d'ora.]
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