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giovedì 31 marzo 2016

quante cose devo fare

il matematico vuole fare tutto, vedere tutto, provare tutto.
io voglio stare chiusa in casa sul divano a leggere un libro.
lui vuole uscire dalla sua comfort zone.
la mia comfort zone si è ristretta al punto che ora è di due metri quadrati, qualsiasi cosa implichi
alzarmi dal divano mi crea disagio, a volte seria difficoltà, spesso profonda sofferenza.
ne consegue che il matematico ha una lista di cose che vuole fare prima di lasciare vienna lunghissima.
al momento comprende 15 cose tra cui:
* provare tutte le torte di oberlaa,
* mangiare il quadrato di wafer manner,
* leggere infinte jest di wallace - non chiedetemi perché deve farlo a vienna,
* esibirsi in un concerto di chitarra classica,
* finire di vedere il naturhistorisches museum - c'è già stato 5 volte per 4 ore vedendo ogni singolo oggetto e leggendo ogni singola descrizione,
* ordinare la cena a domicilio su foodora,
* ordinare la spesa a domicilio

la mia non è una lista, è solo una cosa: andare fino a klosterneuburg di corsa e tornare, sempre di corsa.
con grande sforzo l'ho allungata di altre due voci:
* provare la zip-line,
* andare in cima alla donauturm
anche se devo ammettere che provare tutte le torte di oberlaa non è poi così male come proposito.

sabato 26 marzo 2016

ho bisogno di tradizioni

per pasqua, da quando siamo qui, abbiamo sempre mangiato l'osterlamm, un dolce a forma di agnello.
oggi sono andata nel panificio in cui l'abbiamo sempre comprato e - sorpresa - non ne avevano più.
la prospettiva di una pasqua senza agnello ha gettato il matematico in un tale stato di agitazione che poco fa è uscito di casa con il piglio dell'uomo delle caverne che va a caccia e ha dichiarato: "ho bisogno di tradizioni".

(la foto è quella dell'agnello di qualche pasqua fa)

giovedì 24 marzo 2016

letture che danno dipendenza

era da ottobre scorso, quando ho scoperto che la quadrilogia di elena ferrante è folgorante, che non mi capitava di incappare in una lettura che dà dipendenza.
questa volta mi è successo con il romanzo "sul lettino di freud" di irvin yalom, autore di cui non avevo mai sentito parlare e che ho scoperto solo perché è nelle offerte del mese di amazon.
nonostante la prosa prolissa e sovrabbondante, cosa che in genere detesto, quel libro mi ha catturata al punto che ora sto leggendo "le lacrime di nietzsche", romanzo che provvidenzialmente hanno messo in offerta lampo proprio quando stavo per acquistare un altro libro dello stesso autore.
credo che il pregio delle sue pagine sia la profonda leggerezza, l'ironia seria. la capacità di dire cose importanti col sorriso, di far riflettere senza appesantire.

mercoledì 16 marzo 2016

ancora childfree

a tre anni esatti dalla prima edizione di childfree ho deciso di pubblicarne una seconda in cui sottoscrivo tutto e faccio qualche precisazione.

questa edizione ha una nuova copertina, grazie a cartaresistente, e da oggi è in promozione gratuita nel kindlestore di amazon.
chi non l'ha ancora acquistato può scaricare l'ebook a questo link.
chi l'ha già acquistato dovrebbe contattare il servizio clienti di amazon per ottenere la nuova versione (che è quasi identica a quella scaricabile in pdf da qui, quindi potrebbe non valerne la pena).
la verità è che questa è solo una becera operazione di marketing per farmi conoscere, rilanciare gli altri titoli e cose del genere.
ma voi mi conoscete già, per cui potete ignorare il tutto o, in uno slancio di altruismo, consigliare l'ebook agli amici.

venerdì 11 marzo 2016

- 111

è iniziato ufficialmente il conto alla rovescia. mancano 111 giorni al 30 giugno, quello che al momento si presenta come l'ultimo giorno di azzurropillin a vienna.
la prossima destinazione sarà la ridente udine, cittadina friulana a 30 chilometri da ppp, il piccolo paese piovoso e pettegolo da cui ho tentato di scappare.
a questo punto pare però che per andare avanti sia necessario tornare. e allora torneremo, io e il matematico, da dove siamo partiti 9 anni fa.
la cosa straniante è che per quanto si presenti come un ritorno, questo viaggio sarà come andare in un paese straniero. abbiamo abitato per quasi 4 anni a torino e per quasi 6 anni a vienna. non stiamo stabilmente in italia da così tanto tempo da sentirci apolidi, non ci sentiamo affatto viennesi, ma abitare qui ci ha così cambiato che non ci sentiamo nemmeno più tanto italiani.
e forse può sembrare un'esagerazione, ma come vi sentireste a incontrare una persona che non vedete da sei anni e con cui non avete più mantenuto i contatti ma con cui dovrete per forza andare d'accordo? ecco, io provo lo stesso disagio, lo stesso senso di spaesamento, di timore, di imbarazzo.
la cosa più paradossale è che il sollievo non è affatto il sentimento preponderante.
ho passato almeno gli ultimi tre anni desiderando di andarmene da qui, e ora che so con certezza che tra 111 giorni me ne andrò davvero, la felicità è spazzata via da 50 sfumature di paura diverse.

mercoledì 2 marzo 2016

vita a tempo determinato

i miei orizzonti sono sempre stati molto limitati dalla scarsa durata dei miei contratti di lavoro e di quelli del matematico. abbiamo sempre viaggiato a vista, con la consapevolezza che "tanto è al massimo per un anno", "tanto non resteremo a lungo", "tanto ce ne dobbiamo andare".
alla luce di questi mantra, uno tende a risparmiare perché non sa se e quando, al termine del contratto, sarà ancora in grado di guadagnare dei soldi, tende a non accumulare per evitare di rendere il trasloco epico, tende a rinunciare a delle cose.
ecco le cose a cui ho/abbiamo rinunciato nella nostra vita a tempo determinato:

* comprare libri cartacei: costano, occupano molto spazio, sono pesanti (al contrario degli ebook, più economici, invisibili, eterei, senza peso.)

* comprare delle tende (il matematico vorrebbe dormire nella totale oscurità, in austria non sanno cosa siano le persiane, gli scuri, le tapparelle. da sei anni teniamo dei cartoni davanti alle finestre della camera da letto, tanto in questa casa saremmo dovuti rimanere un anno, al massimo due.)

* comprare un'aspirapolvere (il mio sogno da sempre. ma ingombra, costa, in casa non c'è spazio, la scopa fa uguale)

* comprare degli utensili per la cucina (non abbiamo un tagliere, né uno schiaccia patate, né un coltello affilato per tagliare la carne. abbiamo tre pentole di numero: una padella per la carne, una pentola per la pasta, un pentolino per varie ed eventuali. mi sono piegata di recente a comprare una zuccheriera, una cacaiera e uno spremiagrumi.)

* farsi degli amici (quando non sai se e quanto resterai in un posto non investi davvero nelle relazioni per rendere il distacco meno traumatico. è ingiusto nei confronti di chi resta, che comunque non investe a sua volta nella relazione con te, perché sa che sei di passaggio.)

* investire nella formazione/crescita professionale (se avessi saputo che saremmo rimasti a vienna per sei anni mi sarei iscritta all'università, avrei frequentato dei corsi di formazione, studiato il tedesco con più convinzione, cercato di fare dei lavori più gratificanti. ma la stagione in gelateria doveva essere una sola, forse due.)

* personalizzare il posto in cui si vive (non abbiamo nemmeno un quadro alle pareti, né un poster. ci siamo limitati ad appendere un calendario nell'unico chiodo che era già presente in salotto.)

* comprare un impianto stereo serio (questo è un desiderio del matematico, che ama ascoltare la musica.)

* comprare un nuovo mocio (si è rotto qualche settimana fa. l'abbiamo riparato alla bell'e meglio con del nastro da regalo. tanto andremo via presto e comunque non lo usiamo molto.)