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venerdì 28 agosto 2015

il metodo kaizen

quando al mare era il momento del bagno, mio padre sosteneva che avrei dovuto buttarmi in acqua tutta in una volta invece di perdere tempo sul bagnasciuga andando un po' avanti e un po' indietro come facevo io.
mio padre è un sostenitore dell'innovazione, dei cambiamenti che vanno presi di petto e portati avanti con la determinazione di un carro armato.
io, senza saperlo, ho sempre praticato il metodo kaizen.
il metodo kaizen sostiene che i cambiamenti più importanti e duraturi non si ottengono con stravolgimenti epici ma a piccolissimi passi.
smettere di fumare da un giorno all'altro, iniziare una dieta, smettere di mangiarsi le unghie, iniziare a passare quotidianamente il filo interdentale. sono tutte cose che fatichiamo a fare, terrorizzati dalla paura del fallimento, dallo stravolgimento che questo porterebbe nella nostra vita o convinti di non avere tempo o costanza.
secondo il metodo kaizen bisogna familiarizzare con il cambiamento senza traumi, fare in modo che la paura non diventi castrante. per questo motivo bisogna avvicinarsi all'obiettivo con moltissima gradualità scomponendo l'azione in piccolissimi passi, che quasi sembrano non aver nulla a che fare con quello che vogliamo raggiungere. proprio come entrare in acqua un passo alla volta. stare con i piedi a mollo in cinque centimetri d'acqua non ha nulla a che fare con farsi una nuotata, ma essere lì, guardare gli altri che nuotano, prendere confidenza con l'acqua, la temperatura, la sensazione della sabbia sotto i piedi è fondamentale, serve per familiarizzare con la situazione.
in un certo senso è come il dilemma del covone di fieno: quante pagliuzze ci vogliono per fare un covone di fieno? realizzare un covone di fieno da un giorno all'altro sembra faticosissimo e fuori portata. il metodo kaizen consiste nel mettere una pagliuzza al giorno. una pagliuzza non è un covone di fieno, ma a suon di pagliuzze arriveremo ad avere un covone di fieno quasi senza accorgercene.

ecco, credo che vienna abbia usato su di me il metodo kaizen per trasformarmi in una che detesta correre e mai al mondo lo farebbe, in una che ieri ha sentito chiaramente un'emozione che ha sempre considerato contronatura: il bisogno di correre.
dopo avermi mostrato quotidianamente, per anni, gente di tutti i tipi che corre con qualunque condizione atmosferica. dopo aver convinto a correre persino il matematico - l'antisportivo per eccellenza, dopo avermi fatto consumare di passi lungo il donaukanal, dal 5 agosto sono anch'io una che corre.

per saperne di più sul metodo kaizen (che in questo post ho molto semplificato e banalizzato) vi consiglio la lettura di questo libro.

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