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giovedì 20 novembre 2014

beppe marchetti - il libraio scomparso

quando abitavo a torino, nella mia vita scorsa, mi è capitato di frequentare il gruppo degli anobiini torinesi. (anobii è il social network dei libri.)
ci si incontrava a cadenza regolare alla libreria massena28 - che era anche il nome della via in cui era situata - e si parlava di libri, si leggevano stralci, ci si confrontava.
non ero assidua per niente, ma ci sono stata una manciata di volte, nell'arco di tre anni, ed è stato in quel periodo che ho conosciuto beppe, il libraio.
da lui credo di aver comprato due libri, "nel mare ci sono i coccodrilli" di fabio geda, che ho lasciato a teresa dopo averlo letto, e "scrivere zen" di natalie goldberg, uno dei miei manuali di scrittura preferiti. uno dei pochi libri che ho prima preso in prestito in biblioteca, e poi acquistato, per averlo.
da domenica scorsa beppe è scomparso. la sua pagina fb è inondata di messaggi di amici che postano articoli di giornale, e foto, e condividono lo sgomento per questa improvvisa scomparsa, e sperano e si augurano che il suo sia un allontanamento volontario, e che presto si faccia vivo dicendo "ah, vi ho fregati tutti".
conoscevo poco beppe, non siamo rimasti in contatto, ma scrivo questo post solo per poter dire che trovo magnifica questa sua poesia (non ne so nulla di poesia, sono una grandissima ignorante a riguardo, non ne ho mai lette e non distinguerei le rime di un zanzotto da quelle di un bambino dell'asilo. tuttavia questi versi su di me hanno un effetto potente, li trovo struggenti e veri e intensi).

Troppo poca una sera
per bere tutto il vino
e ballare tutta la musica
e dire tutte le parole
e consumarci intere le labbra.
Troppo lenta la tua macchina
per mostrarmi tutta Firenze
troppi i sensi vietati,
le strade piccine
i belvedere brillanti nella notte.
Troppo bassa l'acqua dell'Arno
per tuffarsi ubriachi,
troppo poco il tuo sudore
per dissetarmi.
Troppo il buio senza lampioni
troppo timide le stelle
troppo aguzzi i sassi nell'erba
per farci l'amore.
Troppo veloce poi la luce,
l'alba che sbircia curiosa
la mattina che cambia l'umore.
Nessun orologio sul tuo polso
o sul mio
E nessuna sveglia ha suonato
nel vuoto d'impegni.
Così mi son messo in strada
chiedendomi perché
non abbiamo diluito
– almeno un poco –
questo concentrato d'amore.

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