venerdì notte il matematico è stato male. così male che sono corsa in farmacia a prendergli delle gocce per smettere di vomitare.
così male che, dopo aver vomitato due volte le gocce per non vomitare, abbiamo chiamato la guardia medica.
la guardia medica è arrivata alle 6 del mattino, dopo che il matematico aveva vomitato 7 volte, dopo 4 ore che l'abbiamo chiamata.
ha fatto un'iniezione, misurato la pressione, prescritto farmaci e raccomandato una dieta leggera, fatta di riso in bianco, molti liquidi e zwiebel, cipolle.
io e il matematico abbiamo pensato: sono pazzi questi autriaci. riso in bianco e cipolle dopo aver vomitato?
ebbene, ecco svelato l'arcano.
il medico ha detto zwieback non zwiebel.
fette biscottate, non cipolle!
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lunedì 29 luglio 2013
mercoledì 24 luglio 2013
masterpiece o non masterpiece, questo è il problema
forse ne avrete già sentito parlare. dall'autunno, su rai tre, andrà in onda un nuovo talent. un talent per aspiranti scrittori che si chiamerà masterpiece. il vincitore pubblicherà con un grande editore il romanzo che ha inviato per partecipare.
ancora non si sa chi lo condurrà, né come riusciranno a spettacolarizzare il mestiere più solitario e meno televisivo del mondo.
un ballerino balla e la vedi la sua arte, lo stesso per un cantante, un attore, un cuoco. ma uno scrittore? come fai a mostrare i processi creativi, a rendere visibile per gli altri la sua arte, e quindi interessante, una persona che ticchetta solitaria sulla tastiera, cancella, sbuffa, cazzeggia su internet e poi ticchetta ancora qualcosa e poi cancella ancora qualcosa?
probabilmente, più che sulla scrittura, punteranno sul trasfomare i partecipanti in personaggi, faranno a pezzi le loro pagine e diranno "che merda mi stai facendo leggere?! vuoi che muoro?"
nonostante questo, pur avendo sempre schifato la tv, e temendo persino di mettere in mostra la mia faccia nella foto profilo di fb (a zandegù che mi chiedeva una foto da mettere nel manuale di scrittura e sul sito ho proposto quella di una delle mie sorelle), l'idea di partecipare mi affascina moltissimo.
discutendo di questa possibilità, l'argomentazione a sfavore che ho trovato più convincente è stata quella di chiara che dice: "è vero che di certi scrittori sappiamo bene come sono in faccia; Rowling, King. Ma guarda caso quelli sono arrivati ai mass media per le loro storie, già famosissime. Qui invece sbatti degli sconosciuti sotto i massimi riflettori non come risultato di storie amatissime, ma come punto di partenza. Senza alcun merito raggiunto, cioè l'affetto di lettori che non ti hanno mai visto."
è chiaro insomma fin dall'inizio che questo talent non verrà vinto da chi ha scritto il romanzo più bello, ma dal più telegenico, da quello che con la sua faccia e il suo comportamento saprà maggiormente catturare il pubblico televisivo, che immagino in larga parte molto differente dal pubblico di lettori.
i meccanismi dell'editoria sono già piuttosto biechi (non si pubblicano libri belli in assoluto ma libri che si pensa piaceranno e quindi venderanno), perché peggiorare le cose pubblicando un libro che non ha valore in se stesso ma ha valore in quanto scritto da un tizio che in tv funziona? (a ben pensarci è già pieno di libri penosi scritti da personaggi tv, quindi non dovrebbe cambiare molto.)
essendo perfettamente consapevole di tutto questo, per quale motivo invece di provare repulsione all'idea di masterpiece continuo a esserne perversamente attratta?
ancora non si sa chi lo condurrà, né come riusciranno a spettacolarizzare il mestiere più solitario e meno televisivo del mondo.
un ballerino balla e la vedi la sua arte, lo stesso per un cantante, un attore, un cuoco. ma uno scrittore? come fai a mostrare i processi creativi, a rendere visibile per gli altri la sua arte, e quindi interessante, una persona che ticchetta solitaria sulla tastiera, cancella, sbuffa, cazzeggia su internet e poi ticchetta ancora qualcosa e poi cancella ancora qualcosa?
probabilmente, più che sulla scrittura, punteranno sul trasfomare i partecipanti in personaggi, faranno a pezzi le loro pagine e diranno "che merda mi stai facendo leggere?! vuoi che muoro?"
nonostante questo, pur avendo sempre schifato la tv, e temendo persino di mettere in mostra la mia faccia nella foto profilo di fb (a zandegù che mi chiedeva una foto da mettere nel manuale di scrittura e sul sito ho proposto quella di una delle mie sorelle), l'idea di partecipare mi affascina moltissimo.
discutendo di questa possibilità, l'argomentazione a sfavore che ho trovato più convincente è stata quella di chiara che dice: "è vero che di certi scrittori sappiamo bene come sono in faccia; Rowling, King. Ma guarda caso quelli sono arrivati ai mass media per le loro storie, già famosissime. Qui invece sbatti degli sconosciuti sotto i massimi riflettori non come risultato di storie amatissime, ma come punto di partenza. Senza alcun merito raggiunto, cioè l'affetto di lettori che non ti hanno mai visto."
è chiaro insomma fin dall'inizio che questo talent non verrà vinto da chi ha scritto il romanzo più bello, ma dal più telegenico, da quello che con la sua faccia e il suo comportamento saprà maggiormente catturare il pubblico televisivo, che immagino in larga parte molto differente dal pubblico di lettori.
i meccanismi dell'editoria sono già piuttosto biechi (non si pubblicano libri belli in assoluto ma libri che si pensa piaceranno e quindi venderanno), perché peggiorare le cose pubblicando un libro che non ha valore in se stesso ma ha valore in quanto scritto da un tizio che in tv funziona? (a ben pensarci è già pieno di libri penosi scritti da personaggi tv, quindi non dovrebbe cambiare molto.)
essendo perfettamente consapevole di tutto questo, per quale motivo invece di provare repulsione all'idea di masterpiece continuo a esserne perversamente attratta?
lunedì 22 luglio 2013
questo è amore!
contesto: tra i pochssimi dolci che non mi piacciono ci sono solo il cioccolato fondente e qualunque cosa contenga lampone.
interno sera:
io: - amore, che dolcini abbiamo
il matematico: - abbiamo della cioccolata e dei gelati
io: wow! che cioccolata c'è?
il matematico: - fondente all'arancia
io: - uff, che schifo. e dimmi, che gelati ci sono?
il matematico: - cornetto al lampone
io: - ma sai che non mi piace la cioccolata fondente e che odio il lampone
il matematico: - infatti, ho preso apposta i dolcini che non ti piacciono così tu non li mangi e non ingrassi!
interno sera:
io: - amore, che dolcini abbiamo
il matematico: - abbiamo della cioccolata e dei gelati
io: wow! che cioccolata c'è?
il matematico: - fondente all'arancia
io: - uff, che schifo. e dimmi, che gelati ci sono?
il matematico: - cornetto al lampone
io: - ma sai che non mi piace la cioccolata fondente e che odio il lampone
il matematico: - infatti, ho preso apposta i dolcini che non ti piacciono così tu non li mangi e non ingrassi!
lunedì 15 luglio 2013
alarm clock on
il matematico è una persona molto ansiosa organizzata. ogni volta che deve affrontare un viaggio apre un file word e stila la lista delle cose da portare, basata sullo studio incrociato dei dati meteo del luogo, sulla durata e sulla natura del viaggio.
avremo quindi qualcosa tipo:
5 mutande
5 calzini
2 magliette
2 camicie
2 pantaloni
1 pigiama
ciabatte
...
ora è in viaggio con la "lista valigia barcellona 2013", il mese scorso è stato in viaggio con "lista valigia oropa 2013" ad agosto sarà in viaggio con "lista valigia dai miei 2013" a settembre con "lista valigia giappone 2013" e a ottobre con "lista valigia cina 2013".
a parte che mi lascia sempre da sola. a parte che va via proprio adesso che devo lavorare e non posso neanche seguirlo.
ma possibile che pur organizzando tutto maniacalmente non possa ricordarsi di disattivare la sveglia prima di andarsene?
avremo quindi qualcosa tipo:
5 mutande
5 calzini
2 magliette
2 camicie
2 pantaloni
1 pigiama
ciabatte
...
ora è in viaggio con la "lista valigia barcellona 2013", il mese scorso è stato in viaggio con "lista valigia oropa 2013" ad agosto sarà in viaggio con "lista valigia dai miei 2013" a settembre con "lista valigia giappone 2013" e a ottobre con "lista valigia cina 2013".
a parte che mi lascia sempre da sola. a parte che va via proprio adesso che devo lavorare e non posso neanche seguirlo.
ma possibile che pur organizzando tutto maniacalmente non possa ricordarsi di disattivare la sveglia prima di andarsene?
giovedì 11 luglio 2013
scrittori italiani indipendenti sotto l'ombrellone
ricordate il mio esperimento di selfpublishing?
be', childfree, da oggi, partecipa alla promozione degli scrittori italiani indipendenti. per una settimana venti ebook autopubblicati saranno in promozione a meno di un euro.
ecco una foto di gruppo.
per saperne di più cliccate qui
c'è il rischio che riusciate ad acquistare un bel libro al prezzo di un caffè.
be', childfree, da oggi, partecipa alla promozione degli scrittori italiani indipendenti. per una settimana venti ebook autopubblicati saranno in promozione a meno di un euro.
ecco una foto di gruppo.
per saperne di più cliccate qui
c'è il rischio che riusciate ad acquistare un bel libro al prezzo di un caffè.
lunedì 1 luglio 2013
nove ragioni per non pubblicare - i miei due cent
Sogno di fare la
scrittrice da quando avevo tredici anni più o meno.
La scintilla è scattata
perché è solo allora che ho iniziato a leggere assiduamente.
Pensavo “anch'io voglio essere capace di far provare ad altri
queste emozioni qui, usando solo le parole”. Ho iniziato a scrivere
verso i diciassette anni, ricordo ancora l'emozione del mio primo
racconto compiuto, gli otto nei temi a scuola, il breve testo
pubblicato nel giornalino per ragazzi, i racconti selezionati dal
sito internet, la partecipazione ai concorsi in cui sono stata
segnalata per merito, le pubblicazioni in antologie, fino ad arrivare
a meritare con questo racconto la prefazione di oliviero ponte dipino, fino ad essere selezionata per partecipare a tessitori di sogni
l'anno scorso. E poi quest'anno la pubblicazione con un editore vero
di questo manuale (che per tre giorni è in vendita a 1 euro e 99anziché 4 e 99. oserei dire il manuale con il miglior rapportoqualità prezzo!).
Ho quasi 31 anni. Per
diciotto anni non ho fatto altro che leggere e scrivere e cercare di
migliorare la mia capacità di rappresentare il mondo e suscitare
sentimenti con le parole.
La mia penna è
maggiorenne, ormai.
Il mio percorso è
limpido. Ogni piccolo successo ottenuto con le mie pagine è stato un
gradino che mi ha portato più in alto e più avanti verso quello che
da sempre è il mio obiettivo: arrivare a pubblicare. Allo stesso
tempo ogni successo ha cancellato o sminuito quello precedente,
perché avvenuto quand'ero “piccola”, perché avvenuto tempo fa.
È vero, una maratona è fatta di tanti passi, tutti di uguale
importanza, ma non è forse il passo che ti permette di raggiungere
il traguardo quello più bello ed emozionante? E chi se lo ricorda
più il passo con cui si ha raggiunto il quinto, il diciannovesimo,
il trentatreesimo chilometro! E tutti i passi in mezzo?
Prima o poi arriverò a
pubblicare, un romanzo, uno bello. Lo so perché è quello che
desidero da sempre. Ma quando accadrà credo che in qualche modo
scoppierà la ghiandola velenosa di cui sandrone dazieri parla inquesto articolo, e quello che credevo mi avrebbe resa felice, quello
per cui sto lavorando da diciotto anni, forse mi renderà una persona
peggiore perché tutta la fatica, tutta la frustrazione, tutto il
sudore e il lavoro e la testardaggine e l'impegno forse non saranno
serviti a null'altro che a sparire, a non essere letta, non essere
recensita, non essere tradotta all'estero, non vincere alcun premio.
E allora quello che credevo fosse il traguardo si trasforma in una
tappa intermedia. Sì, hai vinto la maratona ma era la gara
provinciale, ora devi pubblicare il secondo romanzo, che sarà forse
come vincere le regionali e poi devi vincere le nazionali e arrivare
alle olimpiadi e se vinci le olimpiadi rischi di fare la fine di alex
schwarzer.
Forse leggere l'articolo
di dazieri a sedici anni mi avrebbe convinta a lasciar perdere e ora
sarei più felice. O forse no.