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martedì 24 aprile 2012

lo sai che i papaveri...

son alti alti alti! direte voi.
e invece no. i papaveri se li mangiano gli austriaci.
dovete sapere infatti che il papavero, il mohn, è un ingrediente tipico della pasticceria austriaca. lo mettono ovunque. ci fanno di tutto.

c'è la mohnnudel

Gwuzelte Mohnnudeln


la mohnkrone
 il mohneis
 

 e ci sono pure i mohnmuffin


e forse voi vi chiederete: di cosa sa il mohn? io non lo so di cosa sa. non è propriamente dolce ma non è nemmeno amaro, né acido, né salato, né piccante. il mohn sa di mohn. e a me, a dir la verità, non è che piaccia un gran che.

giovedì 19 aprile 2012

chi ha detto che le donne non arrossiscono più

non mi ha conosciuta.
del tipo che oggi ho chiesto a una parrucchiera, in tedesco, se nel salone in cui lavora tagliano anche la barba, (ovviamente non lo stavo chiedendo per la MIA barba, ma per quella del matematico) e se bisognasse prendere appuntamento.
e mentre cercavo di districarmi in un garbuglio di sostantivi di cui non conoscevo l'articolo e di articoli sconosciuti da declinare nel caso opportuno... ho sentito il viso prendere fuoco dal mento, e mi immaginavo la mia faccia, da pallido-cadaverico, diventare rosso tiziano nel giro di al massimo due secondi.

per la cronaca, tagliano anche la barba e non serve prendere appuntamento.

mercoledì 18 aprile 2012

cose da paese civile che in italia ci si sogna

in austria, se rimani incinta, sei disoccupata, single, straniera ma residente in austria, lo stato ti garantisce un alloggio, tutte le prestazioni sanitarie necessarie e un sussidio di oltre seicento euro al mese, fino al terzo anno di vita del bambino.
in austria, se rimani incinta e hai un lavoro, un compagno e sei austriaca doc, lo stato ti grantisce le prestazioni sanitarie necessarie, l'80% del tuo stipendio per 14 mesi e poi il sussidio di cui sopra fino al terzo anno di vita del bambino.
in austria, la babysitter pubblica dal primo anno d'età del bambino è gratis. tu nel frattempo puoi andare all'ufficio di collocamento e farti pagare un corso di formazione fino a 1500 euro e puoi anche frequentare un corso di orientamento per decidere se tornare a fare il lavoro di prima o meno. se il lavoro di prima non fa più per te l'ufficio di collocamento ti paga il corso di formazione che hai scelto per un anno.
no, non è il paese perfetto, è l'austria. uno stato europeo con cui l'italia pare confinare solo geograficamente.
in italia se rimani incinta sono cazzi tuoi. l'unico welfare è la tua famiglia d'origine se sei fortunata. per avere il sussidio di maternità, se hai un contratto a progetto, devi litigare con l'inps e dimostrare di aver versato i contributi, perché l'inps la gestione separata le gestisce un po' come viene.
per lo stato italiano dopo tre mesi te ne puoi tornare al tuo lavoro, se ce l'avevi.
però la pillola dei cinque giorni dopo è peccato.

martedì 17 aprile 2012

shopping deludente

contrariamente al resto del genere femminile io odio lo shopping. quando mi serve qualcosa entro in un negozio, punto un articolo, lo provo. se mi va bene lo prendo, altrimenti no.
è successo così anche per l'ultimo paio di jeans che ho comprato.
solo che...
solo che provandoli non mi ero accorta che fossero particolarmente duri.
indossandoli per un paio di giorni mi sono resa conto che l'interno è abrasivo, fatto di carta vetrata. al punto che quando il secondo giorno li ho tolti, il mio povero cavo popliteo -e non solo- quasi sanguinava.
sono passati dieci giorni da allora e, pur avendo portato pantaloni normali -non abrasivi-, le mie gambe mostrano ancora i segni di questo sfortunato acquisto.

giovedì 12 aprile 2012

di scrittura e di commenti

non so se ve l'ho detto, ma un mio racconto è finalista a subway e lo potete leggere qui fino a domani.
lo possono leggere tutti e previa registrazione al sito si può anche votare e commentare.
(è da due giorni che faccio compulsivamente il refresh della pagina per vedere se qualcuno ha votato e commentato.)
ora, a me fanno piacere i voti e i commenti. mi fa gongolare sapere che qualcuno mi legge e mi apprezza. dovrei dire "che apprezza quello che scrivo", ma il fatto è che ho una malattia grave, non riesco a scindere me stessa dalle parole che metto nero su bianco. (quel "mi apprezza" è uscito proprio spontaneo.)
ecco, se uno mi scrive:
non mi è piaciuto.
mi sono annoiato.
l'argomento non mi appassiona.
non è il mio genere.

mi sta bene. non pretendo di piacere a tutti. amen. mi metto l'anima in pace.
ma se uno scrive "Lo spunto è buono, ma la scrittura e debole e carente in molti punti... Almeno secondo me...." mi chiedo che vuol dire questo che scrive senza accenti e con tutti quei puntini di sospensione? e la risposta è "Quando parlavo di "debolezze e carenze" mi riferivo all trama".
ora, io mi sforzo di accettare le critiche (a nessuno piace essere criticato, no?!), soprattutto se costruttive e fondate. ma uno che si sente in dovere di commentare a vanvera con parole a caso, mi fa innervosire un sacco. è la scrittura o la trama a essere debole e carente? deciditi!
una mi consiglia di "eliminare la parte della corsa in solitaria della protagonista o altre parti superflue per dare più spazio allo loro psicologia."
superflua la parte della corsa in solitaria? ma stiamo scherzando?! senza quella corsa in solitaria l'evento chiave non si sarebbe realizzato.
ora, forse non tutti quelli che scrivono racconti, romanzi, email o blog sono maniaci come me. io rileggo mille volte ogni frase man mano che la scrivo e se lascio un refuso mi inginocchio sui ceci per un'ora. (è veramente difficile lasciare un refuso viste le mie mille letture e riletture.)
quel racconto lo conosco a memoria. mi sono fatta mille domande su ogni parola, frase, paragrafo. sono pronta a giustificare e motivare ogni scelta lessicale, sintattica, di punteggiatura. di punto di vista, voce narrante, personaggi. a costo di sembrare stronza.
è la mia creatura e sono pronta a difenderla con le unghie e con i denti.
anche se avevo giurato che non me ne importava niente.

mercoledì 11 aprile 2012

se avete 20 minuti e non sapete cosa fare

prendete 250 grammi di biscotti secchi e frullateli fino a farli diventare farina. aggiungete 150 grammi di cocco grattuggiato, 100 grammi di zucchero e amalgamate il tutto con acqua fino a ottenere un impasto appiccicoso ma solido.
fate sciogliere 300 grammi di cioccolato.
prendete un vassoio, o la leccarda del forno, o una superficie piana qualunque, metteteci sopra della carta da forno e spalmate uniformemente il composto appiccicoso. a questo punto spargeteci sopra, per bene, il cioccolato fuso.
ficcate tutto in frigo per qualche ora.
tagliate a quadrotti il biscottone ottenuto per ricavarne dei biscottini. buoni, facili e veloci.
l'ideale per festeggiare la finale di subway e i commenti per lo più lusinghieri al mio racconto. che potete continuare a leggere qui (se invece di 20 minuti ne avete solo 10 o se in casa non avete del cocco).

martedì 10 aprile 2012

essere finalisti a subway letteratura, per il secondo anno consecutivo

anche quest'anno, come lo scorso, sono finalista a subway-letteratura. questa volta con un racconto che si intitola "non dirlo a nessuno".
è un racconto che ha quasi un anno di vita.
ho iniziato a pensarlo ad aprile dello scorso anno.
a giugno ho avuto l'illuminazione.
ad agosto ho capito cosa dovevo fare dell'illuminazione e ho iniziato a scriverlo.
a novembre l'ho mandato a un concorso.
a gennaio ho saputo che non aveva vinto quel concorso.
a febbraio l'ho riscritto e accorciato.
ora lo trovate nella sua versione definitiva qui
sul sito di subway potete votarlo e commentarlo solo se siete utenti registrati.
se non avete voglia di registrarvi di là, potete andare di là a leggerlo e poi tornare qui a dirmi che ne pensate.
se vi va potete condividere il link su facebook e sui social network.
come da regolamento sarà visibile solo fino a venerdì. per cui affrettatevi!

domenica 8 aprile 2012

pasqua o natale?

nel pomeriggio è nevicato. poco, ma era inequivocabilmente neve quella che il vento spazzava nell'aria.
io e il matematico abbiamo deciso di andare a farci una passeggiata con gelato.
dopo qualche centinaia di metri ci siamo guardati negli occhi, abbiamo fatto dietro-front e siamo tornati a casa a berci una cioccolata calda.
sul tavolo l'uovo sodo colorato, l'unica cosa che tenta di convincerci che è pasqua e non natale.

sabato 7 aprile 2012

pasqua, pulizie di pasqua, palme bagnate uova asciutte, pasqua con chi vuoi, uova di pasqua

e quindi domani è pasqua.
presa da un raptus di pulizie di pasqua ho tirato a lucido il frigo.
le pulizie di pasqua del matematico consisteranno nel rendere il desktop del suo pc un posto vivibile.
qui, in sfregio al detto "palme bagnate uova asciutte" è previsto per domani un generico tempo grigio e freddo uguale a quello di domenica scorsa.
tutti i miei parenti in sfregio al detto "natale con i tuoi pasqua con chi vuoi" faranno un super mega pranzo. unica assente la sottoscritta.
avendo giustiziato l'agnello di pasqua la scorsa settimana, per domani non ci resta niente. la mia studentessa di italiano mi aveva regalato una osterkranz mit ei.


ma la corona di pasqua ce la siamo già mangiata, per domani ci resta solo l'uovo.




e non è neanche di cioccolato. è proprio un uovo sodo.

domenica 1 aprile 2012

osterlamm - la morte dell'agnello

qui a pasqua non si mangia la colomba ma l'agnello.
mentre la colomba -nelle sue fattezze stilizzate- mi sembra tutto sommato innocua; l'agnello, con tutti i suoi dettagli, mi sembra estremamente inquietante da tagliare, e da mangiare.
su insistenza del matematico, comunque, quest'anno abbiamo giustiziato l'agnello, e devo dire che... è incredibilmente molto più buono del previsto.