ho ufficialmente un nuovo lavoro. questa volta al settimo cielo del gelato.
il settimo cielo del gelato è una gelateria italianissima, in cui mi trovo benissimo e di cui non scriverò mai più qui perché i capi e i colleghi sono tutti italiani o quasi e se mi sgamano il blog non è bello.
i clienti sono quasi tutti gentili. vince il premio stronzaggine una signora che mi ha chiesto una nonhocapitocosa soda wasser, e quando le ho chiesto di ripetere il nonhocapitocosa mi ha chiesto stizzita se doveva parlarmi in ungherese, inglese o in chissà quale altra lingua.
contatti
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giovedì 29 marzo 2012
mercoledì 28 marzo 2012
fleurcup ovvero la mestruazione felice
mi ci sono voluti tre mesi, ma ora posso dire che la coppetta mestruale è milioni di volte meglio di qualsiasi assorbente interno o esterno.
anch'io ero scettica, non mi piaceva affatto l'idea di metterla e toglierla, ma mi sono fatta contagiare dall'entusiasmo di chi l'aveva provata, e ora vorrei contagiarvi anch'io con il mio.
se avete circa trent'anni e nessuna gravidanza all'attivo e non sapete quale taglia scegliere, prendete sia quella piccola che quella grande. le userete entrambe. quella piccola vi servirà per abituarvi e per i giorni di flusso meno abbondanti.
per convertirvi definitivamente alla coppetta o trovare le risposte ai vostri dubbi andate su: http://lacoppettamestruale.forumattivo.com/
anch'io ero scettica, non mi piaceva affatto l'idea di metterla e toglierla, ma mi sono fatta contagiare dall'entusiasmo di chi l'aveva provata, e ora vorrei contagiarvi anch'io con il mio.
se avete circa trent'anni e nessuna gravidanza all'attivo e non sapete quale taglia scegliere, prendete sia quella piccola che quella grande. le userete entrambe. quella piccola vi servirà per abituarvi e per i giorni di flusso meno abbondanti.
per convertirvi definitivamente alla coppetta o trovare le risposte ai vostri dubbi andate su: http://lacoppettamestruale.forumattivo.com/
venerdì 23 marzo 2012
diamo il benvenuto alla primavera con un ottimo tiramisù alle fragole
in attesa di sapere di che lavoro devo morire (morire di fame continuando ad insegnare italiano un giorno sì e quattro no - o morire di dolori cervicali facendo la cameriera in una gelateria?) ho deciso di fare un tiramisù alle fragole.
la ricetta è come al solito "a caso", sintesi di diverse ricette trovate on-line.
ho bagnato i savoiardi in una salsa di fragole fatta con fragole, un po' d'acqua, un goccio di limone e poco zucchero e ci ho foderato uno stampo.
ho preparato una crema a base di tuorli montati con lo zucchero e pastorizzati con del latte bollente in cui avevo sciolto una bustina di zucchero vanigliato (e qui ho combinato un casino e la crema forse sarà anche pastorizzata e non prenderò la salmonellosi ma è venuta liquidissima). a questo composto, una volta raffreddato, ho incorporato della panna fresca montata. ho versato la crema così ottenuta sui savoiardi. ho cosparso di fragole fresche a pezzetti. ho fatto un altro strato di savoiardi ricoperto di crema e di nuovo cosparso di fragole.
il risultato è in frigo.
a giudicare dai vari assaggini effettuati da me medesima durante la preparazione, nonostante la crema troppo liquida, dev'essere parecchio buono.
insomma, le cose non vanno come andrebbero nel migliore dei mondi possibili ma almeno è primavera.
la ricetta è come al solito "a caso", sintesi di diverse ricette trovate on-line.
ho bagnato i savoiardi in una salsa di fragole fatta con fragole, un po' d'acqua, un goccio di limone e poco zucchero e ci ho foderato uno stampo.
ho preparato una crema a base di tuorli montati con lo zucchero e pastorizzati con del latte bollente in cui avevo sciolto una bustina di zucchero vanigliato (e qui ho combinato un casino e la crema forse sarà anche pastorizzata e non prenderò la salmonellosi ma è venuta liquidissima). a questo composto, una volta raffreddato, ho incorporato della panna fresca montata. ho versato la crema così ottenuta sui savoiardi. ho cosparso di fragole fresche a pezzetti. ho fatto un altro strato di savoiardi ricoperto di crema e di nuovo cosparso di fragole.
il risultato è in frigo.
a giudicare dai vari assaggini effettuati da me medesima durante la preparazione, nonostante la crema troppo liquida, dev'essere parecchio buono.
insomma, le cose non vanno come andrebbero nel migliore dei mondi possibili ma almeno è primavera.
lunedì 19 marzo 2012
credevo fosse lavoro invece erano dolori cervicali
sabato e domenica sono stata in prova al "settimo cielo del gelato", una gelateria che si proclama italiana da generazioni - e in effetti il fondatore doveva essere italiano - e che ora è gestita da un austriaco che di italiano ha solo il cognome.
si capisce soprattutto dal fatto che la stessa paletta viene usata per servire tutti i gusti di gelato, così se chiedi limone, sicuramente ci troverai dentro tracce di "straziatela", caffè, pistacchio e via dicendo.
urlano ai quattro venti che i gusti alla frutta sono sorbetti, fatti con acqua e quindi adatti agli intolleranti al latte e/o al glutine, e poi... fanno tutto un pastrocchio.
ma non è questo il punto. il punto è che per due pomeriggi ho riempito coni, coppette e vaschette di gelato (in modo un po' approssimativo direi). i clienti sono stati per lo più gentili, io ho fatto un paio di casini (tipo far cadere una coppetta che avrei dovuto incartare, rovesciare una decina di vaschette in polistirolo nel tentativo di prenderne una, inventare il totale di un folle acquisto di molti coni e coppette, perché non riuscivo a fare lucidamente il calcolo a mente) ma tutto sembrava scorrere liscio verso la firma di un contratto stagionale.
se non che, dopo questi due giorni di prova, mi trovo con la mano destra gonfia come quella di un personaggio dei cartoni animati che si è dato una martellata sulla mano e, come ai vecchi tempi del rsdr, la notte il braccio mi si informicola e al mattino non riesco nemmeno a sollevare la tazza.
si capisce soprattutto dal fatto che la stessa paletta viene usata per servire tutti i gusti di gelato, così se chiedi limone, sicuramente ci troverai dentro tracce di "straziatela", caffè, pistacchio e via dicendo.
urlano ai quattro venti che i gusti alla frutta sono sorbetti, fatti con acqua e quindi adatti agli intolleranti al latte e/o al glutine, e poi... fanno tutto un pastrocchio.
ma non è questo il punto. il punto è che per due pomeriggi ho riempito coni, coppette e vaschette di gelato (in modo un po' approssimativo direi). i clienti sono stati per lo più gentili, io ho fatto un paio di casini (tipo far cadere una coppetta che avrei dovuto incartare, rovesciare una decina di vaschette in polistirolo nel tentativo di prenderne una, inventare il totale di un folle acquisto di molti coni e coppette, perché non riuscivo a fare lucidamente il calcolo a mente) ma tutto sembrava scorrere liscio verso la firma di un contratto stagionale.
se non che, dopo questi due giorni di prova, mi trovo con la mano destra gonfia come quella di un personaggio dei cartoni animati che si è dato una martellata sulla mano e, come ai vecchi tempi del rsdr, la notte il braccio mi si informicola e al mattino non riesco nemmeno a sollevare la tazza.
venerdì 16 marzo 2012
torta al cacao al microonde
benedetta parodi colpisce ancora. questa volta con la ricetta di una torta al cacao apposta per il microonde.
di torte al cacao/cioccolato ne ho provate molte al microonde, spesso con dosi e ingredienti a casaccio, devo però ammettere che questa è forse la migliore che abbia mai sfornato, e senza nemmeno il piatto crisp.
2 uova
170 grammi di zucchero
50 grammi di burro fuso
1 bustina di zucchero vanigliato
100 gr d'acqua
130 gr di farina
20 gr di cacao
1 bustina di lievito per microonde
gli ingredienti si aggiungono man mano nell'ordine in cui li ho dati. per la cottura diceva 6 minuti a massima potenza in uno stampo in silicone. io ho fatto 7 minuti a 750 w in uno stampo al silicone.
per guarnire ha usato, oltre allo zucchero a velo, della marmellata e delle scagliette di mandorle. ma secondo me, tiepida, con una pallina di gelato alla vaniglia accanto, è la morte sua, e anche mia e di tutte le paia di jeans in cui non entro più.
(consigli: non sformate subito come ha fatto lei, ma aspettate che si raffreddi, altrimenti si spappola tutta. mangiatela il prima possibile o conservatela in un contenitore a chiusura ermetica, da morbida e fragrante diventa truciolato nel giro di una notte.)
di torte al cacao/cioccolato ne ho provate molte al microonde, spesso con dosi e ingredienti a casaccio, devo però ammettere che questa è forse la migliore che abbia mai sfornato, e senza nemmeno il piatto crisp.
2 uova
170 grammi di zucchero
50 grammi di burro fuso
1 bustina di zucchero vanigliato
100 gr d'acqua
130 gr di farina
20 gr di cacao
1 bustina di lievito per microonde
gli ingredienti si aggiungono man mano nell'ordine in cui li ho dati. per la cottura diceva 6 minuti a massima potenza in uno stampo in silicone. io ho fatto 7 minuti a 750 w in uno stampo al silicone.
per guarnire ha usato, oltre allo zucchero a velo, della marmellata e delle scagliette di mandorle. ma secondo me, tiepida, con una pallina di gelato alla vaniglia accanto, è la morte sua, e anche mia e di tutte le paia di jeans in cui non entro più.
(consigli: non sformate subito come ha fatto lei, ma aspettate che si raffreddi, altrimenti si spappola tutta. mangiatela il prima possibile o conservatela in un contenitore a chiusura ermetica, da morbida e fragrante diventa truciolato nel giro di una notte.)
giovedì 15 marzo 2012
una malattia invalidante
nell'intervento di luciana littizzetto di domenica scorsa a che tempo che fa,
in una sorta di lettera aperta agli uomini ha detto qualcosa tipo: "e il raffreddore non è una malattia invalidante. qualche starnuto e poi passa".
io mi ci sono fatta grasse risate. l'avessi mai fatto.
il matematico da due giorni ha il mal di gola. si misura la febbre ogni due per tre. ovviamente il mercurio non ha mai superato i 36,5°C.
ogni tre per due si spruzza il tantum verde in gola ma la cosa peggiore è che non parla. si rifiuta di emettere qualunque suono. per comunicare usa google translate. scrive la frase, di solito la risposta a una mia domanda, e la fa pronunciare alla voce metallica del software.
non mi era mai capitato che la malattia di un altro fosse peggiore che esperire la malattia stessa su di sé.
in una sorta di lettera aperta agli uomini ha detto qualcosa tipo: "e il raffreddore non è una malattia invalidante. qualche starnuto e poi passa".
io mi ci sono fatta grasse risate. l'avessi mai fatto.
il matematico da due giorni ha il mal di gola. si misura la febbre ogni due per tre. ovviamente il mercurio non ha mai superato i 36,5°C.
ogni tre per due si spruzza il tantum verde in gola ma la cosa peggiore è che non parla. si rifiuta di emettere qualunque suono. per comunicare usa google translate. scrive la frase, di solito la risposta a una mia domanda, e la fa pronunciare alla voce metallica del software.
non mi era mai capitato che la malattia di un altro fosse peggiore che esperire la malattia stessa su di sé.
domenica 11 marzo 2012
torta sbriciolata con ricotta e cioccolata
ieri, serata ad alta socialità multiculturale: eravamo invitati a un party a casa del nuovo collega russo trasferitosi da amsterdam con la moglie bulgara e i due figli di 6 e 3 anni.
mi sono quindi lanciata nella produzione della torta che dà il titolo al post, con l'intento di portarla al suddetto party.
la ricetta è di (ahimé) benedetta parodi. la trovate qui.
in apparenza è molto semplice: si mescola burro farina zucchero si aggiunge un uovo e del lievito per ottenere un impasto che non deve essere omogeneo ma un mucchio di briciole.
la crema di ricotta e cioccolato è ancora più facile: si mescola la ricotta con lo zucchero e il cioccolato a scaglie.
la composizione un gioco da ragazzi: si mettono sul fondo dello stampo da forno tre quarti delle briciole, ci si spalma sopra la crema di ricotta, si completa ricoprendo il tutto con le briciole rimaste.
e ora passiamo al dilemma cottura, al alto rischio fallimento, tragedia, disastro, carbonizzazione, eruzione dato che ho solo un forno a microonde e la possibilità di cuocere o con il piatto crisp, alto un paio di centimetri scarsi, o in uno stampo in silicone bello capiente ma con funzione grill.
ho optato per la funzione crisp, cotto per una decina di minuti, rischiato di frantumare tutto quando ho sformato la torta, impiattato e portato alla festa.
il patto con il matematico era, ce ne andiamo quando la torta è finita (così ci riportiamo indietro il piatto).
dato che l'ultima fetta non la prende mai nessuno (dalle mie parti si chiama "la creanza", in ucraina pare che non la mangi neanche il poliziotto) avevamo deciso di mangiarcela noi e infine di congedarci.
all'inizio la nostra torta non se l'è filata nessuno. è rimasta intonsa per un sacco di tempo, sia perché si trovava in un'area defilata del tavolo del buffet, sia a causa della penuria di coltelli. poi ho chiesto un coltello, ho scambiato un piatto vuoto in prima fila con quello della mia torta, e qualche timida fetta se n'è andata. in particolare pare la torta sia stata particolarmente gradita da un tizio con la felpa arancione e forse dall'amico giapponese che su mia sollecitazione ha persino fatto il bis, ma forse solo per farmi piacere.
infine, l'ultima fetta, quella su cui stavamo per buttarci noi, è stata presa da una bambinetta, che di creanza e poliziotti probabilmente non ne sapeva nulla.
questa è la storia del perché non ho la più pallida idea di che sapore abbia la torta sbriciolata con ricotta e cioccolata.
mi sono quindi lanciata nella produzione della torta che dà il titolo al post, con l'intento di portarla al suddetto party.
la ricetta è di (ahimé) benedetta parodi. la trovate qui.
in apparenza è molto semplice: si mescola burro farina zucchero si aggiunge un uovo e del lievito per ottenere un impasto che non deve essere omogeneo ma un mucchio di briciole.
la crema di ricotta e cioccolato è ancora più facile: si mescola la ricotta con lo zucchero e il cioccolato a scaglie.
la composizione un gioco da ragazzi: si mettono sul fondo dello stampo da forno tre quarti delle briciole, ci si spalma sopra la crema di ricotta, si completa ricoprendo il tutto con le briciole rimaste.
e ora passiamo al dilemma cottura, al alto rischio fallimento, tragedia, disastro, carbonizzazione, eruzione dato che ho solo un forno a microonde e la possibilità di cuocere o con il piatto crisp, alto un paio di centimetri scarsi, o in uno stampo in silicone bello capiente ma con funzione grill.
ho optato per la funzione crisp, cotto per una decina di minuti, rischiato di frantumare tutto quando ho sformato la torta, impiattato e portato alla festa.
il patto con il matematico era, ce ne andiamo quando la torta è finita (così ci riportiamo indietro il piatto).
dato che l'ultima fetta non la prende mai nessuno (dalle mie parti si chiama "la creanza", in ucraina pare che non la mangi neanche il poliziotto) avevamo deciso di mangiarcela noi e infine di congedarci.
all'inizio la nostra torta non se l'è filata nessuno. è rimasta intonsa per un sacco di tempo, sia perché si trovava in un'area defilata del tavolo del buffet, sia a causa della penuria di coltelli. poi ho chiesto un coltello, ho scambiato un piatto vuoto in prima fila con quello della mia torta, e qualche timida fetta se n'è andata. in particolare pare la torta sia stata particolarmente gradita da un tizio con la felpa arancione e forse dall'amico giapponese che su mia sollecitazione ha persino fatto il bis, ma forse solo per farmi piacere.
infine, l'ultima fetta, quella su cui stavamo per buttarci noi, è stata presa da una bambinetta, che di creanza e poliziotti probabilmente non ne sapeva nulla.
questa è la storia del perché non ho la più pallida idea di che sapore abbia la torta sbriciolata con ricotta e cioccolata.
venerdì 9 marzo 2012
le casette di hundertwasser
il giorno otto marzo, alle ore otto, il matematico e la sottoscritta hanno festeggiato otto anni di cretinità, incoscenzezza e scemaggine insieme.
hanno festeggiato mangiando in un ristorante italiano una grigliata di carne per cui ero certa che un gruppo di vegani animalisti ci avrebbe giustiziati all'uscita, una focaccia al rosmarino perché stavo per morire di profumo di focaccia che proveniva dal tavolo dei nostri vicini, un soufflé al cioccolato perché il matematico forse deve chiedere, ma il cioccolato non deve chiedere mai. (il matematico, prima di tutto ciò, per sicurezza, si è anche mangiato una bella fetta di lasagna.)
usciti dal ristorante con il portafoglio fortemente alleggerito (abbiamo scialacquato in una sera più che per la spesa settimanale - ma una volta all'anno perché no) e la panza bella appesantita, abbiamo pensato di digerire passeggiando fino alle casette di hundertwasser (che si trovano a 400 metri dal ristorante, per cui al massimo abbiamo digerito lo 0,001% di quello che abbiamo mangiato).
era buio, quindi non abbiamo visto un gran che. l'unica cosa che mi sento di dire è che a viverci dentro a uno viene come minimo la labirintite. ma belle son belle, credo.
hanno festeggiato mangiando in un ristorante italiano una grigliata di carne per cui ero certa che un gruppo di vegani animalisti ci avrebbe giustiziati all'uscita, una focaccia al rosmarino perché stavo per morire di profumo di focaccia che proveniva dal tavolo dei nostri vicini, un soufflé al cioccolato perché il matematico forse deve chiedere, ma il cioccolato non deve chiedere mai. (il matematico, prima di tutto ciò, per sicurezza, si è anche mangiato una bella fetta di lasagna.)
usciti dal ristorante con il portafoglio fortemente alleggerito (abbiamo scialacquato in una sera più che per la spesa settimanale - ma una volta all'anno perché no) e la panza bella appesantita, abbiamo pensato di digerire passeggiando fino alle casette di hundertwasser (che si trovano a 400 metri dal ristorante, per cui al massimo abbiamo digerito lo 0,001% di quello che abbiamo mangiato).
era buio, quindi non abbiamo visto un gran che. l'unica cosa che mi sento di dire è che a viverci dentro a uno viene come minimo la labirintite. ma belle son belle, credo.
giovedì 8 marzo 2012
parvenue
e poi, con solo due ore di anticipo sull'orario di inizio, ti regalano due biglietti del valore di ottanta euro l'uno per vedere, alla staatsoper di vienna, un balletto.
e tu ovviamente accetti. solo dopo ti rendi conto che non hai niente da metterti di diverso da jeans e felpa. che hai i capelli lerci ma non il tempo per lavarli. che non sei mai andata a vedere un balletto in vita tua, a meno che vedere le esibizioni di leon ad amici di maria de filippi possa avere qualche valore a riguardo.
e quindi niente, io e il matematico siamo andati a vedere un bel balletto di cui mi sono piaciuti soprattutto i primi venti minuti, su musica di philip glass, più moderno e corale rispetto agli struggimenti amorosi sulle punte ballati sui notturni di chopin da solo due ballerini.
cosa non si fa per poter pronunciare, e scrivere, la parola parvenue in modo pertinente...
e tu ovviamente accetti. solo dopo ti rendi conto che non hai niente da metterti di diverso da jeans e felpa. che hai i capelli lerci ma non il tempo per lavarli. che non sei mai andata a vedere un balletto in vita tua, a meno che vedere le esibizioni di leon ad amici di maria de filippi possa avere qualche valore a riguardo.
e quindi niente, io e il matematico siamo andati a vedere un bel balletto di cui mi sono piaciuti soprattutto i primi venti minuti, su musica di philip glass, più moderno e corale rispetto agli struggimenti amorosi sulle punte ballati sui notturni di chopin da solo due ballerini.
cosa non si fa per poter pronunciare, e scrivere, la parola parvenue in modo pertinente...
domenica 4 marzo 2012
il linguaggio segreto dei fiori
le rose rosse a dozzine alla donna che si ama.
i crisantemi in cimitero.
le rose gialle per la gelosia e quelle bianche per la purezza.
e mi raccomando, sempre dispari i fiori, a meno che, appunto, non si tratti di dozzine.
tutto sbagliato.
in malesia e taiwan bisogna regalare i fiori in numero pari, in giappone guai a regalare 9 fiori, porta gran sfortuna, mentre in cina 9 è il numero perfetto di fiori da regalare.
insomma, se due italiani, un giapponese, due messicani, un cinese decidono di portare un mazzo di fiori a una ragazza russa... c'è da uscirne pazzi.
i crisantemi in cimitero.
le rose gialle per la gelosia e quelle bianche per la purezza.
e mi raccomando, sempre dispari i fiori, a meno che, appunto, non si tratti di dozzine.
tutto sbagliato.
in malesia e taiwan bisogna regalare i fiori in numero pari, in giappone guai a regalare 9 fiori, porta gran sfortuna, mentre in cina 9 è il numero perfetto di fiori da regalare.
insomma, se due italiani, un giapponese, due messicani, un cinese decidono di portare un mazzo di fiori a una ragazza russa... c'è da uscirne pazzi.