lo so, dovrei ormai esserci abituata. capita ogni anno, da anni ormai. a volte più volte l'anno, a volte per periodi più lunghi, ma prima o poi arriva sempre il momento in cui il matematico riempie la valigia e se ne va. più o meno lontano.
quando va bene per una settimana. in italia o in spagna o in gran bretagna. quando è andata malissimo per 6 mesi. in california. con 9 gradi di separazione da fuso orario.
questa volta le settimane sono due. i gradi di separazione da fuso orario 8.
il matematico questa volta se ne va in giappone. dove i telefoni cellulari di qui non funzionano e quindi devi prenotare un cellulare usa e getta. dove il voltaggio è 100 ma l'adattatore che funzionava in america va bene pure lì. dove le strade non hanno nome. dove si mangia pesce crudo e si dorme sdraiati sul pavimento. dove la gente non dice no, perché è maleducato. dove invece dell'euro usano lo yen (mai cambio fu più sfavorevole!).
(ieri avevamo sul tavolino 117.000 yen, in banconote di vario taglio, appena ritirati dalla banca, che sono 1200 euro, che tutti in una volta sono un bel mucchietto di soldini, ma che essendo yen ci sembravano assolutamente privi di valore. è stato davvero straniante, e in qualche modo illuminante, averli lì e poter filosofeggiare sulla relatività del valore del denaro.)
ma non è questo il punto. il punto è che io, a due giorni dalla partenza, sono in piena sdai: sindrome da abbandono imminente.
piango per niente, mangio quantità imbarazzanti di cioccolata, ho l'umore a gardaland, che continua a mettersi in fila per fare un giro sul blu tornado (adesso che ci penso, questa è solo la sindrome pre mestruale).
in ogni caso sabato il matematico se ne va e mi lascia qui, da sola, disoccupata, premestruata, con la cervicale ancora ingrumata, sotto una pioggia gelata e battente, in pieno inverno, con la divisa ancora da restituire al rsdr, con lo sciopero nazionale di tutti i mezzi di trasporti possibili previsto esattamente per il giorno in cui dal suolo italico dovrebbero decollare straordinari generi di conforto a me destinati.
ok, mi rendo conto, non faccio pena a nessuno, ma almeno revocate lo sciopero.
vabbè mettila così: per 2 settimane ti puoi abbrutire schifosamente dentro casa senza testimoni. vai di cioccolata in pigiama, ché per 2 settimane è terapeutico!
RispondiEliminahai tutta la mia comprensione, e se ti senti patetica, pazienza, mi ci sono sentita anche io. Soprattutto quando venerdì scorso sono partita per il ritorno in Italia, e avremmo dovuto stare separati solo per una settimana (una settimana alla vv per 3 vv): scene di pianto che non ti dico. Comunque, nel mio caso sarà la panza: maledetti ormoni, è sempre colpa loro!!!
RispondiEliminasmila: non credo avrò così tanto tempo per abbruttirmi, per quanto in effetti non veda l'ora. sabato e domenica sarò la bruttezza in persona, poi dovrò darmi un tono per i colloqui e la fisioterapia e il resto...
RispondiEliminaale: alle scene di pianto questa volta non sono ancora arrivata, ma non escludo di raggiungere questo traguardo nelle prossime ore :)
tieni aggiornato il blog sui progressi della panza, mi raccomando. (la mia farà sicuramente progressi pur essendo felicemente disabitata!)