è quello di scrivere e io lo so bene e da molto tempo. spero di non essere fraintesa: sul valore di quello che posso scrivere io non so nulla. so che scrivere è il mio mestiere. (...) se faccio qualunque altra cosa (...) soffro, e mi chiedo di continuo come gli altri facciano queste stesse cose." *
per cui, quando mi presento ai colloqui di lavoro per insegnare italiano o fare la cameriera, o la barista, mi sento un impostore, e non riesco a fingere che insegnare l'italiano o fare la cameriera o la barista siano cose che so fare e che mi piace fare perché la verità è che di continuo mi chiedo come gli altri facciano queste stesse cose. e i potenziali datori di lavoro se ne accorgono.
e lo so che fino a quando non riuscirò a monetizzare il mio mestiere (ammesso che prima o poi ci riesca davvero), dovrò adattarmi a farne altri, però almeno fatemi fare una cosa che azzera il cervello e a responsabilità zero, perché onestamente gestire un piccolo bar da sola... non credo faccia per me.
* tratto da "Il mio mestiere" in Le piccole virtù - Natalia Ginzburg - Einaudi
Magari racconti ai clienti le storie che vuoi scrivere o i personaggi che hai immaginato, e così non si accorgono se non sai fare la schiuma del cappuccino ... io perlomeno facevo così
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