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martedì 30 novembre 2010

7. if you don't have the words you need, borrow someone else's

mancandomi le parole da una settimana prendo in prestito queste, che mi piacciono molto (gli inserti in tondo e tra parentesi sono miei)

Ripartire dall’Abc (e dall' eins, zwei, drei)

Di sarastascrivendo
Imparare una nuova lingua vuol dire tornare  bambini, sfogliare i libri cartonati pieni di figure con una parola per pagina, imparare i nomi della frutta e della verdura, (quelli dei colori, dei numeri e delle stagioni) leggere le insegne che vedi per strada, interrogarsi di fronte alle etichette del supermercato mentre la gente ti spinge addosso il carrello. Significa essere umile e chiedere aiuto senza provare vergogna (provando moltissima vergogna), mettersi allo stesso livello di un bambino che comincia la scuola e legge con gli accenti sbagliati, incespicando sulle parole che gli sembrano più difficili o di un vecchio che parla lento, devagarinho (langsam), scandendo le sillabe.
Significa anche che non conosco le parole “vuote”, i mah, boh, beh, ecco, insomma, in un certo senso, fatti apposta per prendere tempo… sono costretta a scegliere: arrivare dritta al sodo o sprofondare in una voragine di silenzio mortificante.
Non ho i mezzi per complicare le mie risposte, non so come nascondere la verità dietro giri di parole, perché ne so ancora troppe poche e quelle poche sono essenziali per parlare, non bastano nemmeno per mezzo giro.
Va a finire che sono sempre molto sincera perché, la menzogna implica maggiori competenze linguistiche, sono più indifesa perché non riesco a controbattere agli scherzi, non so fare ancora dell’ironia efficace… e allora sono subito allo scoperto, niente maschere di parole per farmi bella, interessante, intelligente, forte, indifferente… più di quello che sono in realtà.
Vuol dire anche che devo credere che quello che dico possa essere compreso e fidarmi del mio interlocutore. Quando sento che la comunicazione è andata a buon fine, beh, allora il gioco è fatto.
Non posso complicare la comunicazione perché so fare solo frasi semplici, está bem! (passt gut)




da qui  http://sarastascrivendo.wordpress.com/2010/11/14/ripartire-dallabc/
ps: se siete curiosi di sapere perché non ho copincollato gli ultimi due paragrafi non c'è che da chiedere


lunedì 22 novembre 2010

skype

(dal sito vieniviaconme.rai.it) 
Umberto says:
"Resto. Perchè chi va via passa il tempo al telefono a parlare con chi è restato"

non so chi sia umberto, quanti anni abbia, dove abiti, se parli spesso con qualcuno che è andato via... però per quanto mi riguarda ha fatto centro.
passo ore su skype nel tentativo vano di capire cosa sta succedendo mentre non ci sono, e maledico la connessione ballerina che interrompe la comunicazione, la linea disturbata, mia mamma che non è capace di usare il "compiuter" e il computer stesso che si spegne quando vuole.
passo il tempo a chiedermi se chi è rimasto ha minimizzato i problemi per non farmi preoccupare o li ha ingigantiti facendomi preoccupare per nulla.
passo il tempo a chiedermi se la tristezza che mi casca addosso dopo alcune telefonate con chi è rimasto sia ingiustificata, o sia perfettamente giustificata dal fatto che è evidente che le amicizie e i rapporti familiari si logorano con la distanza e skype non è il superattac delle relazioni.

sabato 20 novembre 2010

riassunto delle puntate precedenti

lo sciopero della fame di paola caruso è finito. se volete sapere che conseguenze ha avuto e avrà continuate a seguire il suo blog (il link lo trovate qui a destra).

stanotte ho sognato "sfigato" uno dei pendolari della torino milano. stavamo entrambi facendo la fila per non so cosa e abbiamo attaccato bottone.

qualche sera fa ho sognato di essere nella metropolitana di roma con un ex collega. siamo andati a "casa mia" e poi...

continuo a seguire il corso di tedesco con successo. nel test ho totalizzato la bellezza di 34/37. peccato che poi nella vita reale non riesca a capire neanche cosa si dicono i personggi dei cartoni animati.

su facebook tutti si stanno cambiando l'avatar in occasione della giornata (o settimana?) dedicata all'infanzia (o ai diritti dell'infanzia?). io da pecorona dissidente mi sono messa la faccia di daria, che è sì un cartone animato ma di quelli che si guardano a quindic'anni non a sette.

ieri sono entrata nel tunnel dei dolci: ho comprato una confezione di lievito e adesso sarò condannata a dolcificare per l'eternità. perché prima devi finire il lievito (non lo vorrai mica buttare via?!) e per provare qualche nuova ricetta inizi a comprare frumina, vanilina, aroma alla vaniglia, gocce di cioccolato, codette, gelatina, maizena, colla di pesce (e quello che avanza lo vorrai mica buttare?) in un'escalation che porta all'apertura di una pasticceria.
(per i curiosi, mi sono dilettata con questa, con discreto successo:

DELIZIA AL CIOCCOLATO
Ingredienti:
250 gr. farina
100 gr.zucchero a velo
2 uova
1/2 bustina di lievito x dolci
150 gr. di gocce di cioccolato
150 gr. burro
1/2 bicchierino di rhum
1 pizzico di sale
latte q.b.
Preparazione:
Ammorbidite il burro, aggiungete le uova e lo zucchero. Amalgamate con il rhum, la farina ed il lievito setacciati. Ammorbidite il composto con il latte sino a renderlo cremoso ed omogeneo. Aggiungete le gocce di cioccolato.
Imburrate la tortiera Crisp e versatevi il composto.
Cuocete con la funzione Crisp per 8 minuti + funzione Microonde per 2 minuti a 350W. )


la pizza da me medesima impastata e infornata dopo i primi incerti tentativi viene sempre buonissima.

ho capito che ci sono almeno tre cose che non riesco a valutare lucidamente: due di due di andrea de carlo (amato e riletto otto volte)
le canzoni dei negramaro (tutte bellissime)
il matematico

mercoledì 17 novembre 2010

ancora su e con paola caruso

ogni volta che ci si rivolge al diritto per una scelta personale si sta salvando il diritto di tutti. (roberto saviano - dalla puntata del 15 novembre di vieni via con me)

grazie paola!

martedì 16 novembre 2010

ancora su e con paola caruso



non so come possa finire questa storia. dubito che il corriere decida di assumerla a tempo indeterminato. dubito che l'uso selvaggio di contratti di collaborazione possa risolversi prima che la povera paola muoia di fame. il suo non è un caso isolato di irregolarità o ingiustizia. non è solo la sua situazione che dev'essere sanata, è la situazione di milioni di precari sfruttati, ricattati, sottopagati. in qualche modo il compromesso/la fine cui giungerà questa vicenda, sarà la risposta a un sacco di giovani e meno giovani che vivono la sua stessa situazione.
credo che si farà di tutto per chiudere la faccenda il più silenziosamente possibile perché qualunque sia la risoluzione cui si arriverà non riguarderà solo lei.

lunedì 15 novembre 2010

paola caruso - diario di uno sciopero

quando ho saputo che una giornalista del corriere faceva lo sciopero della fame perché dopo sette anni di precariato veniva assunto un ragazzetto qualunque al posto suo o di tutti i suoi colleghi precari ho pensato "embè chi ti credi di essere, succede a tutti tutti i giorni".
poi però mi sono detta che la sua è una protesta giusta, che tutti i precari dovrebbero sostenerla, che dovremmo smetterla di essere disposti a tutto pur di lavorare, che tutti noi avremmo dovuto fare lo sciopero della fame anche prima di lei.
evviva paola caruso.

mercoledì 10 novembre 2010

vieni via con me



vado via/resto qui

con un giorno di ritardo il programma di fazio/saviano l'abbiamo visto anche qui, da vienna. non molto lontana dall'italia ma è innegabile che siamo andati via. qui parlano un'altra lingua, festeggiano il 26 ottobre quello che lì si festeggia il 25 aprile.
siamo andati via e il matematico si è chiesto: ma davvero abbiamo scelto di andare via?
e la mia risposta è sì, abbiamo scelto, lui avrebbe potuto insegnare matematica alle superiori e io avrei potuto tenermi stretto il mio contratto a progetto. invece, quasi senza chiederle, sono arrivate le borse di studio per lui, e non sono arrivate dall'italia dove si è laureato e dottorato, non sono arrivate dal paese che ha speso migliaia di euro per formarlo, sono arrivate dall'estero, e all'estero è andato, e io con lui, perché era l'unica strada che gli si è aperta davanti.

e anche se ora siamo qui, è come se fossimo lì tutti interi. leggiamo quotidiani italiani on line, guardiamo programmi italiani, leggiamo libri italiani (io sto leggendo il nome della rosa di umberto eco, per dire), siamo tutto il tempo in contatto con le nostre famiglie italiane e i nostri amici italiani, scriviamo in italiano (e questo blog, per me, è tanto più importante adesso, proprio perché non sono lì e vorrei comunque esserci, in qualche modo) e quando parliamo tedesco o inglese vorremmo parlare in italiano perché è quella la lingua del nostro mondo, anche se l'inglese è facilissimo e il tedesco si può imparare, è in italiano che possiamo dire tutto quello che sappiamo.

lunedì 8 novembre 2010

google translate è berlusconiano

cazzeggiando su internet ho scoperto una cosa davvero inquietante, che getta grosse ombre su una delle risorse che per pigrizia utilizzo più spesso: google translate.
per chi non lo sapesse google translate permette di inserire una parola, una frase o la url di un sito in una qualunque lingua e di tradurlo in un'altra a scelta. è vero che la traduzione è spesso moooooooolto maccheronica ma è un modo praticissimo per farsi almeno una vaga idea di cosa si sta parlando.
quello che ho scoperto oggi è che scrivendo "io non ho votato berlusconi" la traduzione in inglese, tedesco, spagnolo, francese è rispettivamente:

I have voted for Berlusconi
Ich habe für Berlusconi gestimmt
He votado a favor de Berlusconi 
J'ai voté pour Berlusconi

cioè esattamente il contrario. scrivendo un altro nome o "silvio berlusconi" o anche solo "berlus" la traduzione è corretta. ovviamente ho prontamente cliccato su "migliora la traduzione" e suggerito la traduzione corretta, cioè quella che compare scrivendo qualunque altra cosa al posto di berlusconi, cosa che invito anche voi a fare. ma la domanda è: quando comparirà la traduzione corretta? quante persone in giro per il mondo hanno preso per un berlusconiano orgoglioso uno che stava dichiarando di essere esattamente il contrario?

mercoledì 3 novembre 2010

elogio del knoedel

abitare in terra straniera significa anche dover rinunciare a una vasta gamma di prelibatezze. ognuno ha le sue.
io per esempio vivo come una insopportabile rinuncia il fatto che gli austriaci non abbiano un equivalente del "mulino bianco". cioè zero biscotti per fare colazione. qui si trovano tutti tipi di muesli e cereali possibili e immaginabili, ma i biscotti da inzuppare nel latte la mattina non sanno cosa sono. a dir la verità non sanno nemmeno cosa siano i saccottini, le crostatine, i tegolini, i pangoccioli ma quelli li rimpiango molto meno.
abitare in terra straniera significa anche acquisire una vasta gamma di prelibatezze. ognuno ha le sue.
io per esempio ho accolto con immensa gioia i knoedel alla carne.


i knoedel sono tipo degli gnocchi giganti ripieni. li vendono al supermercato nel reparto surgelati, per intenderci, dove in italia uno troverebbe le pappardelle al ragù di cinghiale dei quattro salti in padella.
la cosa funziona così: prendi una pentola, la riempi d'acqua, quando bolle butti il sale e ci cali dentro i knoedel appena tirati fuori dal freezer. (quelli che prendo io pesano un etto l'uno, ne mangiamo due a testa.)
dopo 20 minuti li peschi, te li metti sul piatto e te li mangi. senza bisogno di burro né di olio né di altro condimento.
grandissima soddisfazione: non sporcano, cuociono mentre tu pensi a tutt'altro, sono buoni e costano poco.

martedì 2 novembre 2010

pomposamente

il matematico si è preso una cotta per una poesia di majakovskji che si intitola "all'amato me stesso".
la suddetta poesia è stata messa in musica da un gruppo che si chiama "il teatro degli orrori".




il matematico desideroso di imparare a memoria la poesia si aggira per casa bisbigliando a fior di labbra cose tipo:
"come il Grande Oceano"
"stringendo con un brivido il decrepito eremo della terra"
"gettandosi a capofitto sulla malinconia"
"il grembo dimagrato della terra"

e per finire

"da quali Golia fui concepito,
così grande
e così inutile?"

adesso che frequenta un ambiente very international, non contento di averla imparata in italiano, vuole impararla in russo. qualcuno lo fermi, anche se forse non siamo più in tempo: è già in grado di leggiucchiare il cirillico!