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martedì 30 settembre 2008
lunedì 29 settembre 2008
piccole donne crescono
quella che chiamava un pulcino giallo di pezza putioputiò
quella che mi svegliava la notte perché aveva maldigambe
quella che mia nonna le diceva "ti has il diaul in ta la pansa" (chissà come si scrive)
quella che ha fatto scappare il merlo e ha sempre negato
quella che è nata quando io ero in terza elementare e volevo fidanzarmi con alex m.
quella che le sue compagne di classe le hanno regalato il cellulare rosa per i 18 anni
insomma, mia sorella chiara ha passato l'esame di teoria per la patente ed è probabile che quando tornerò a ppp sarà lei a venirmi a prendere alla stazione dei treni in macchina.
quella che mi svegliava la notte perché aveva maldigambe
quella che mia nonna le diceva "ti has il diaul in ta la pansa" (chissà come si scrive)
quella che ha fatto scappare il merlo e ha sempre negato
quella che è nata quando io ero in terza elementare e volevo fidanzarmi con alex m.
quella che le sue compagne di classe le hanno regalato il cellulare rosa per i 18 anni
insomma, mia sorella chiara ha passato l'esame di teoria per la patente ed è probabile che quando tornerò a ppp sarà lei a venirmi a prendere alla stazione dei treni in macchina.
domenica 28 settembre 2008
sabato 27 settembre 2008
culturalità
cosa: rossocorallo.
dove: torino - palazzo madama.
descrizione: mostra di poche patacche tutte uguali con pezzi di corallo posticciamente attaccati con il metodo della cucitura, o forzatamente ficcati con la tecnica del retroincastro (n.d.m.* non c'entra col kamasutra).
cosa: portici di carta
dove: torino - via roma
descrizione: due chilometri di librerie sotto i portici - incontri a tema - presentazioni librarie
*n.d.m: nota del matematico
dove: torino - palazzo madama.
descrizione: mostra di poche patacche tutte uguali con pezzi di corallo posticciamente attaccati con il metodo della cucitura, o forzatamente ficcati con la tecnica del retroincastro (n.d.m.* non c'entra col kamasutra).
cosa: portici di carta
dove: torino - via roma
descrizione: due chilometri di librerie sotto i portici - incontri a tema - presentazioni librarie
*n.d.m: nota del matematico
venerdì 26 settembre 2008
monetizzazione
dopo aver aspettato un'ora in un salottino di un bianco agghiacciante ho scoperto che la mia pigrizia nei confronti dell'inglese, secondo la scuola shenker, costerebbe almeno 1000 euro, più 200 euro di iscrizione.
ovvero 10 lezioni individuali della durata di mezz'ora, al costo di 100 euro ciascuna più 200 euro per i libri.
ora, se le loro mezz'ore valgono cento euro, quanto vale la mia ora passata su una poltroncina bianca, in una stanza bianca, con soffitto bianco, infissi bianchi, luce bianca?
ovvero 10 lezioni individuali della durata di mezz'ora, al costo di 100 euro ciascuna più 200 euro per i libri.
ora, se le loro mezz'ore valgono cento euro, quanto vale la mia ora passata su una poltroncina bianca, in una stanza bianca, con soffitto bianco, infissi bianchi, luce bianca?
giovedì 25 settembre 2008
raccontami un libro
stasera racconterò a un gruppo di anobiini un libro.
tra tutti quelli di cui avrei voluto parlare ho scelto misha corre di jerry spinelli, è un romanzo per ragazzi straordinario. spero di riuscire a trasmettere almeno un terzo della sua bellezza e di convincerli tutti a leggerlo, perché è un capolavoro.
pensando a cosa dire, ho capito perché è un romanzo che si apprezza anche da adulti: cambia il modo di immedesimarsi. se da ragazzino ti metti nei panni di misha e corri con le sue gambe, da grande ti metti nei panni "dell'autore" e corri dietro a misha, lo segui con un atteggiamento un po' materno/paterno, come se volessi essere lì a proteggerlo, a difenderlo, a dargli dei consigli.
e la cosa meravigliosa è che jerry spinelli ama moltissimo i suoi personaggi, così circonda misha di un sacco di persone che si prendono cura di lui come forse nemmeno tu riusciresti a fare, ma non per questo scade nel patetico e nel banale. non per questo rende meno drammatico lo scenario in cui misha si trova a correre: la varsavia del 1939, quella occupata dai nazisti, quella del ghetto e dei bombardamenti, quella della deportazione degli ebrei.
ecco, se da grande sarò davvero una scrittrice azzurropillin, spero di essere capace almeno un terzo di quanto è capace jerry spinelli.
tra tutti quelli di cui avrei voluto parlare ho scelto misha corre di jerry spinelli, è un romanzo per ragazzi straordinario. spero di riuscire a trasmettere almeno un terzo della sua bellezza e di convincerli tutti a leggerlo, perché è un capolavoro.
pensando a cosa dire, ho capito perché è un romanzo che si apprezza anche da adulti: cambia il modo di immedesimarsi. se da ragazzino ti metti nei panni di misha e corri con le sue gambe, da grande ti metti nei panni "dell'autore" e corri dietro a misha, lo segui con un atteggiamento un po' materno/paterno, come se volessi essere lì a proteggerlo, a difenderlo, a dargli dei consigli.
e la cosa meravigliosa è che jerry spinelli ama moltissimo i suoi personaggi, così circonda misha di un sacco di persone che si prendono cura di lui come forse nemmeno tu riusciresti a fare, ma non per questo scade nel patetico e nel banale. non per questo rende meno drammatico lo scenario in cui misha si trova a correre: la varsavia del 1939, quella occupata dai nazisti, quella del ghetto e dei bombardamenti, quella della deportazione degli ebrei.
ecco, se da grande sarò davvero una scrittrice azzurropillin, spero di essere capace almeno un terzo di quanto è capace jerry spinelli.
mercoledì 24 settembre 2008
365 giorni quasi per nulla
un anno fa scrivevo quanto segue:
dovrei pulire cucina, bagno e camera (che sono le uniche stanze che ho)
dovrei andare a tagliarmi i capelli
dovrei finire di leggere la casa del sonno (che è pure un bel libro)
dovrei andare a fare la spesa
dovrei studiare inglese
dovrei scrivere un post decente (altrimenti annoio tutti i miei fan, e poi non mi legge nessuno)
solo che non ho voglia.
magari domani...
oggi sembra non essere cambiato quasi nulla. le stanze da pulire sono sempre le stesse. il cespuglio da domare si mantiene più o meno della stessa lunghezza. il titolo del libro da finire cambia, o meglio, sono quattro, oggi, i libri che dovrei finire. la spesa la farò sabato. il post decente arriverà prima o poi. "non ho voglia" è un ritornello che funziona sempre con me.
ma soprattutto è inquietante quella frase sullo studiare l'inglese. è passato un anno ma non è migliorato per niente.
dovrei pulire cucina, bagno e camera (che sono le uniche stanze che ho)
dovrei andare a tagliarmi i capelli
dovrei finire di leggere la casa del sonno (che è pure un bel libro)
dovrei andare a fare la spesa
dovrei studiare inglese
dovrei scrivere un post decente (altrimenti annoio tutti i miei fan, e poi non mi legge nessuno)
solo che non ho voglia.
magari domani...
oggi sembra non essere cambiato quasi nulla. le stanze da pulire sono sempre le stesse. il cespuglio da domare si mantiene più o meno della stessa lunghezza. il titolo del libro da finire cambia, o meglio, sono quattro, oggi, i libri che dovrei finire. la spesa la farò sabato. il post decente arriverà prima o poi. "non ho voglia" è un ritornello che funziona sempre con me.
ma soprattutto è inquietante quella frase sullo studiare l'inglese. è passato un anno ma non è migliorato per niente.
martedì 23 settembre 2008
portici di carta e s-cazzi vari
è da settimane che aspetto che esca il programma di portici di carta. lo scorso anno c'erano autori come diego de silva e peter cameron. quest'anno non c'è nulla che mi interessi. non c'è nemmeno l'onnipresente paolo giordano, che è stato invitato a tutti i festival letterari possibili, e per portici di carta (quattro passi da casa sua) no.
insomma, sono delusa.
e poi fa freddo, e mi tocca cambiare copriletto. mettere da parte quello leggero e arrendermi a quello più pesante. e la mattina alzarsi è molto peggio. è brutto uscire dal tepore rassicurante e accogliente delle coperte per infilarsi i vestiti freddi, buttare giù una tazza di latte caldo, in fretta, e in fretta riversarsi in strada, tra la gente.
e poi tutti si iscrivono a corsi di spagnolo e di flamenco e di kickboxing come se l'anno inziasse adesso e a me sembra invece sia appena finito e sia il momento giusto di entrare in letargo per non uscirne che in primavera.
e poi devo ricordarmi di buttare la spazzatura, prima che qualcuno pensi che ci sia un cadavere in casa e faccia buttare giù la porta.
e poi...
insomma, sono delusa.
e poi fa freddo, e mi tocca cambiare copriletto. mettere da parte quello leggero e arrendermi a quello più pesante. e la mattina alzarsi è molto peggio. è brutto uscire dal tepore rassicurante e accogliente delle coperte per infilarsi i vestiti freddi, buttare giù una tazza di latte caldo, in fretta, e in fretta riversarsi in strada, tra la gente.
e poi tutti si iscrivono a corsi di spagnolo e di flamenco e di kickboxing come se l'anno inziasse adesso e a me sembra invece sia appena finito e sia il momento giusto di entrare in letargo per non uscirne che in primavera.
e poi devo ricordarmi di buttare la spazzatura, prima che qualcuno pensi che ci sia un cadavere in casa e faccia buttare giù la porta.
e poi...
lunedì 22 settembre 2008
il romantico, dolcissimo, affascinante mondo dell'editoria
il mondo dell'editoria non è romantico né dolcissimo, è sicuramente affascinante.
catriona potts, facendoci salire al secondo piano ce la mette tutta a spiegare che correggere bozze non è sinonimo di leggere; che non tutto quello che viene scritto deve per forza essere pubblicato, anzi; che non è poi così fantastico e divertente avere a che fare con autori bizzosi, grafici presi dall'estasi creativa, manoscrittari arroganti, traduttori approssimativi.
quello che catriona potts non ha mai raccontato (perché forse da lei, ma più probabilmente per lei, non funziona così) è che spesso chi lavora in editoria ha un lavoro precario, le assunzioni a tempo indeterminato sono dei miraggi, esistono la partita iva e i contratti a progetto, strumenti previsti dalla legge ma usati in modo assolutamente arbitrario.
riporto l'estratto di un articolo comparso sul manifesto del 20 settembre dal titolo "ieri lo sciopero dei precari- assemblea a roma"
Nell'editoria la giungla diventa ancora più fitta. In Lombardia si è formato un coordinamento di precari, vista l'alta concentrazione di case editrici. «In teoria siamo liberi professionisti, in realtà siamo vincolati quanto a orari e ritmi redazionali. Abbiamo dei picchi di produzione, ma anche mesi in cui non si batte un chiodo». La concorrenza è spietata, tra lavoratori che hanno una laurea in tasca. «Nei periodici sono quasi tutti i precari; con il paradosso che al sabato non riescono a lavorare perché un precario non può avere le chiavi della redazione». La voglia esagerata di profitto, insomma, diventa un ostacolo alla stessa produzione. «Siamo completamente ignorati, senza alcun tipo di riconoscimento; tutti pensano che facciamo un lavoro fico. Noi non vogliamo rinunciare al nostro lavoro, ma nemmeno essere sottopagati». Il sogno, qui, diventa «un vero contratto a progetto, con orari e incarichi contrattati. Non come adesso, che facciamo da camera di compensazione per i problemi contingenti del livello "regolare"». Il problema più grosso, comunque, «è negli studi; quattro o cinque persone in un appartamento, nascosti, come cinesi nelle cantine». Ma con la partita Iva, in modo che l'azienda non paga contributi né altro.
qui trovate l'articolo completo
catriona potts, facendoci salire al secondo piano ce la mette tutta a spiegare che correggere bozze non è sinonimo di leggere; che non tutto quello che viene scritto deve per forza essere pubblicato, anzi; che non è poi così fantastico e divertente avere a che fare con autori bizzosi, grafici presi dall'estasi creativa, manoscrittari arroganti, traduttori approssimativi.
quello che catriona potts non ha mai raccontato (perché forse da lei, ma più probabilmente per lei, non funziona così) è che spesso chi lavora in editoria ha un lavoro precario, le assunzioni a tempo indeterminato sono dei miraggi, esistono la partita iva e i contratti a progetto, strumenti previsti dalla legge ma usati in modo assolutamente arbitrario.
riporto l'estratto di un articolo comparso sul manifesto del 20 settembre dal titolo "ieri lo sciopero dei precari- assemblea a roma"
Nell'editoria la giungla diventa ancora più fitta. In Lombardia si è formato un coordinamento di precari, vista l'alta concentrazione di case editrici. «In teoria siamo liberi professionisti, in realtà siamo vincolati quanto a orari e ritmi redazionali. Abbiamo dei picchi di produzione, ma anche mesi in cui non si batte un chiodo». La concorrenza è spietata, tra lavoratori che hanno una laurea in tasca. «Nei periodici sono quasi tutti i precari; con il paradosso che al sabato non riescono a lavorare perché un precario non può avere le chiavi della redazione». La voglia esagerata di profitto, insomma, diventa un ostacolo alla stessa produzione. «Siamo completamente ignorati, senza alcun tipo di riconoscimento; tutti pensano che facciamo un lavoro fico. Noi non vogliamo rinunciare al nostro lavoro, ma nemmeno essere sottopagati». Il sogno, qui, diventa «un vero contratto a progetto, con orari e incarichi contrattati. Non come adesso, che facciamo da camera di compensazione per i problemi contingenti del livello "regolare"». Il problema più grosso, comunque, «è negli studi; quattro o cinque persone in un appartamento, nascosti, come cinesi nelle cantine». Ma con la partita Iva, in modo che l'azienda non paga contributi né altro.
qui trovate l'articolo completo
domenica 21 settembre 2008
il vero sballo è dire no
qualche giorno fa avevo intitolato un post così: "il vero sballo è dire no" ricordando questa pubblicità progresso di circa 8 anni fa.
domenica
ho cambiato le lenzuola
ho pulito
ho fatto un riposino
prima del riposino ho visto la classifica di paolo fox, che finalmente è tornata (e che riporto qui a favore di chi se la fosse persa)
12 toro
11 ariete
10 sagittario
9 pesci
8 vergine
7 cancro
6 acquario
5 leone
4 gemelli
3 bilancia
2 capricorno
1 scorpione
mi sono anche depilata e mi sono anche fatta un bagno caldo.
direi che considerando che sono le 19 e ho ancora qualche ora a disposizione, il bilancio di questa giornata è positivo, anche se non ho fatto nessuna cosa culturale, nemmeno leggere, per ora.
ho pulito
ho fatto un riposino
prima del riposino ho visto la classifica di paolo fox, che finalmente è tornata (e che riporto qui a favore di chi se la fosse persa)
12 toro
11 ariete
10 sagittario
9 pesci
8 vergine
7 cancro
6 acquario
5 leone
4 gemelli
3 bilancia
2 capricorno
1 scorpione
mi sono anche depilata e mi sono anche fatta un bagno caldo.
direi che considerando che sono le 19 e ho ancora qualche ora a disposizione, il bilancio di questa giornata è positivo, anche se non ho fatto nessuna cosa culturale, nemmeno leggere, per ora.
sabato 20 settembre 2008
per gioco ho digitato su facebook il nome di alcuni compagni di scuola dei quali ho perso le tracce da anni.
il fatto di aver visto a loro insaputa che faccia hanno ora, il nome dei loro amici, e in alcuni casi anche le loro foto delle vacanze con il fidanzato è stato davvero inquietante.
il fatto di aver visto a loro insaputa che faccia hanno ora, il nome dei loro amici, e in alcuni casi anche le loro foto delle vacanze con il fidanzato è stato davvero inquietante.
venerdì 19 settembre 2008
completezza
questo week end mi riprometto di finire almeno due dei sei libri che ho in sospeso.
avere così tante letture a metà mi fa sentire a disagio.
le situazioni non concluse mi fanno sentire a disagio.
avere così tante letture a metà mi fa sentire a disagio.
le situazioni non concluse mi fanno sentire a disagio.
giovedì 18 settembre 2008
tutto può cambiare oppure tutto resta uguale
desidero il cambiamento e lo temo.
sono mortalmente annoiata dalla mia vita sempre uguale, eppure non riesco ad immaginare di compiere un gesto definitivo per far accadere qualcosa. tipo licenziarmi, sposarmi, trasferirmi.
è un periodo stranissimo. è un periodo in cui leggo sei libri contemporaneamente, e nessuno riesce a coinvolgermi davvero. è un periodo che ho sempre sonno. è un periodo che mangio più per rabbia che per fame. è un periodo che non è successo niente di strano eppure tutto mi sembra molto più inutile, insignificante, noioso.
è un periodo che spero passi in fretta, perché difficilmente cambierà qualcosa in meglio, quindi è necessario che ricominci ad apprezzare quello che ho. che non è poco, anzi. solo che ora non riesco a farmelo bastare.
sono mortalmente annoiata dalla mia vita sempre uguale, eppure non riesco ad immaginare di compiere un gesto definitivo per far accadere qualcosa. tipo licenziarmi, sposarmi, trasferirmi.
è un periodo stranissimo. è un periodo in cui leggo sei libri contemporaneamente, e nessuno riesce a coinvolgermi davvero. è un periodo che ho sempre sonno. è un periodo che mangio più per rabbia che per fame. è un periodo che non è successo niente di strano eppure tutto mi sembra molto più inutile, insignificante, noioso.
è un periodo che spero passi in fretta, perché difficilmente cambierà qualcosa in meglio, quindi è necessario che ricominci ad apprezzare quello che ho. che non è poco, anzi. solo che ora non riesco a farmelo bastare.
apparizioni
questa mattina, per la seconda mattina consecutiva, ho visto emiliano poddi salire sul mio stesso treno.
mercoledì 17 settembre 2008
improve myself (si dirà?)
la voglia di iscrivermi a un corso di laurea specialistica si è completamente dileguata.
in compenso è sorta prepotente la necessità di migliorare la mia conoscenza della lingua inglese.
se fossi una persona normalmente predisposta nei confronti delle lingue straniere a quest'ora potrei vantare una buona comprensione dell'inglese scritto e una buona capacità di scrittura. potrei persino dire di sapere un po' di tedesco per il fatto di averlo studiato per cinque anni.
visto che sono la negazione quando si parla di lingue straniere e che ho una pigrizia intrinseca che mi impedisce di sforzarmi quel tanto in più che mi permetterebbe di imparare qualcosa, ho preso una decisione: frequenterò un corso di inglese.
e questo dopo aver visto miseramente naufragare il progetto divertinglese che prevedeva:
* la visione di film in lingua inglese con sottotitoli in inglese (ho visto l'era glaciale 2 e ho capito solo la battuta "sei grasso" "no, ho il pelo tondo" perché era presente anche nel primo film) visto che il matematico è tornato snob dalla california, i film li vediamo comunque il lingua inglese, solo mi sono concessi i sottotitoli in italiano, essendo stata etichettata come "caso disperato"
* la lettura ad alta voce di testi in lingua inglese e successiva traduzione da parte mia (traduzioni audaci quanto esilaranti e improbabili, in pratica era più il tempo che passavamo a ridere che quello che passavo a tradurre)
il corso che cerco è gratuito, vicino a casa, non troppo presto ma nemmeno troppo tardi la sera e non troppo spesso. capace di ficcarmi in testa un po' di lessico e un po' di grammatica in più.
l'ideale sarebbe che qualcuno venisse gratuitamente a casa mia e mi insegnasse l'inglese mentre dormo. si può vero?!
in compenso è sorta prepotente la necessità di migliorare la mia conoscenza della lingua inglese.
se fossi una persona normalmente predisposta nei confronti delle lingue straniere a quest'ora potrei vantare una buona comprensione dell'inglese scritto e una buona capacità di scrittura. potrei persino dire di sapere un po' di tedesco per il fatto di averlo studiato per cinque anni.
visto che sono la negazione quando si parla di lingue straniere e che ho una pigrizia intrinseca che mi impedisce di sforzarmi quel tanto in più che mi permetterebbe di imparare qualcosa, ho preso una decisione: frequenterò un corso di inglese.
e questo dopo aver visto miseramente naufragare il progetto divertinglese che prevedeva:
* la visione di film in lingua inglese con sottotitoli in inglese (ho visto l'era glaciale 2 e ho capito solo la battuta "sei grasso" "no, ho il pelo tondo" perché era presente anche nel primo film) visto che il matematico è tornato snob dalla california, i film li vediamo comunque il lingua inglese, solo mi sono concessi i sottotitoli in italiano, essendo stata etichettata come "caso disperato"
* la lettura ad alta voce di testi in lingua inglese e successiva traduzione da parte mia (traduzioni audaci quanto esilaranti e improbabili, in pratica era più il tempo che passavamo a ridere che quello che passavo a tradurre)
il corso che cerco è gratuito, vicino a casa, non troppo presto ma nemmeno troppo tardi la sera e non troppo spesso. capace di ficcarmi in testa un po' di lessico e un po' di grammatica in più.
l'ideale sarebbe che qualcuno venisse gratuitamente a casa mia e mi insegnasse l'inglese mentre dormo. si può vero?!
martedì 16 settembre 2008
torinesità
dalla finestra
via garibaldi
la mole antonelliana
ci sono un sacco di cose che amo nel fatto di vivere a torino.
ma più di tutto mi piace poter arrivare in piazza castello percorrendo via garibaldi a piedi. mi piace farmi sorprendere dalla mole antonelliana in via po, all'incrocio con via montebello e poi mi piace arrivare in piazza vittorio e vedere tutta la collina e la gran madre e il monte dei cappuccini e
via garibaldi
la mole antonelliana
ci sono un sacco di cose che amo nel fatto di vivere a torino.
ma più di tutto mi piace poter arrivare in piazza castello percorrendo via garibaldi a piedi. mi piace farmi sorprendere dalla mole antonelliana in via po, all'incrocio con via montebello e poi mi piace arrivare in piazza vittorio e vedere tutta la collina e la gran madre e il monte dei cappuccini e
lunedì 15 settembre 2008
il trionfo dei luoghi comuni
david foster wallace si è suicidato:
"se ne sentirà la mancanza"
"sì che tristezza! io non ho mai letto niente di suo, ma che tristezza!"
"il suicidio è sempre una grande tragedia, per chi lo commette, e per chi resta"
"mi dispiace immensamente. mi avevano consigliato da poco di leggere i suoi libri, e speravo di iniziare proprio quest'inverno. peccato. la vita è tutto quel che abbiamo"
"mi dispiace. sto leggendo infinite jest proprio in questo periodo (e mi sa che mi accompagnerà ancora per parecchi mesi), nel bene e nel male è un romanzo che non lascia indifferenti"
"il suo infinite jest mi aveva sempre incuriosito, anche per la mole... l'ho messo nella lista dei desideri"
la fonte di queste chicche è questa
per fortuna con catriona potts si sale al secondo piano: "quando uno scrittore decide di non voler più raccontare il mondo, a me passa la voglia di parlare di libri"
"se ne sentirà la mancanza"
"sì che tristezza! io non ho mai letto niente di suo, ma che tristezza!"
"il suicidio è sempre una grande tragedia, per chi lo commette, e per chi resta"
"mi dispiace immensamente. mi avevano consigliato da poco di leggere i suoi libri, e speravo di iniziare proprio quest'inverno. peccato. la vita è tutto quel che abbiamo"
"mi dispiace. sto leggendo infinite jest proprio in questo periodo (e mi sa che mi accompagnerà ancora per parecchi mesi), nel bene e nel male è un romanzo che non lascia indifferenti"
"il suo infinite jest mi aveva sempre incuriosito, anche per la mole... l'ho messo nella lista dei desideri"
la fonte di queste chicche è questa
per fortuna con catriona potts si sale al secondo piano: "quando uno scrittore decide di non voler più raccontare il mondo, a me passa la voglia di parlare di libri"
domenica 14 settembre 2008
rivoglio la classifica di paolo fox
la domenica, su rai due, verso le 12.15, paolo fox metteva i segni zodiacali tutti in fila, dal più sfortunato al più fortunato, a seconda di quanto le stelle sarebbero state propizie per il leone piuttosto che per i pesci, nella settimana a venire.
l'oroscopo di fox era un'istituzione e una sicurezza per me. non che creda davvero all'oroscopo, però dare la colpa alle stelle dei possibili insuccessi, o aspettarsi qualche bella sorpresa in amore o sul lavoro, be' mi faceva piacere.
invece da giugno la classifica di paolo fox non c'è più. così, adesso che va tutto a puttane, non posso neanche sapere se è colpa di saturno contro o della luna in trigono. uffa.
l'oroscopo di fox era un'istituzione e una sicurezza per me. non che creda davvero all'oroscopo, però dare la colpa alle stelle dei possibili insuccessi, o aspettarsi qualche bella sorpresa in amore o sul lavoro, be' mi faceva piacere.
invece da giugno la classifica di paolo fox non c'è più. così, adesso che va tutto a puttane, non posso neanche sapere se è colpa di saturno contro o della luna in trigono. uffa.
sabato 13 settembre 2008
il vero sballo è dire no
sono insofferente, inquieta, annoiata, stufa.
deve succedere qualcosa.
deve cambiare qualcosa.
per far cambiare qualcosa ho pensato nell'ordine:
* di trasferirmi a milano
* di cancellare questo blog (e aprirne un altro con un nome intelligente che mi permetta di mantenere l'anonimato)
* di tingermi i capelli di azzurro
* di dare fuoco a un cassonetto
* di organizzare un attentato terroristico
* di leggere i love shopping e il codice da vinci (atto non meno eversivo di quello appena elencato)
* di cambiare lavoro
deve succedere qualcosa.
deve cambiare qualcosa.
per far cambiare qualcosa ho pensato nell'ordine:
* di trasferirmi a milano
* di cancellare questo blog (e aprirne un altro con un nome intelligente che mi permetta di mantenere l'anonimato)
* di tingermi i capelli di azzurro
* di dare fuoco a un cassonetto
* di organizzare un attentato terroristico
* di leggere i love shopping e il codice da vinci (atto non meno eversivo di quello appena elencato)
* di cambiare lavoro
venerdì 12 settembre 2008
blogpensiero
infarcirò questo post di luoghi comuni. perdonatemi.
mi piace il mio blog azzurropillin. ho bisogno di scriverci dentro.
tutto quello che riempie queste pagine è realtà filtrata che diventa finzione.
è finzione travestita di realtà.
tutto quello che scrivo qui dentro è vero e finto al tempo stesso.
leggendo queste pagine si potrebbe avere l'impressione o l'illusione di conoscermi, di sapere come sto, cosa vivo, cosa sento, cosa mi succede. e questo è vero e falso al tempo stesso.
mi fa piacere se un mucchio di persone che non ho mai visto si sono affezionati a questo posto e a quello che racconto o anche solo al fatto di venire qui, vedere tutto azzurropillin per qualche istante, e sentirsi pacificati.
mi fa meno piacere che un mucchio di persone che conosco usino questo blog per sapere come sto e cosa faccio (magari a mia insaputa), traggano da queste pagine un'illusione di relazione / comunicazione.
perché se anche fosse relazione sarebbe a senso unico, voi sapete qualcosa di me, ma io non so nulla di voi.
mi piace il mio blog azzurropillin. ho bisogno di scriverci dentro.
tutto quello che riempie queste pagine è realtà filtrata che diventa finzione.
è finzione travestita di realtà.
tutto quello che scrivo qui dentro è vero e finto al tempo stesso.
leggendo queste pagine si potrebbe avere l'impressione o l'illusione di conoscermi, di sapere come sto, cosa vivo, cosa sento, cosa mi succede. e questo è vero e falso al tempo stesso.
mi fa piacere se un mucchio di persone che non ho mai visto si sono affezionati a questo posto e a quello che racconto o anche solo al fatto di venire qui, vedere tutto azzurropillin per qualche istante, e sentirsi pacificati.
mi fa meno piacere che un mucchio di persone che conosco usino questo blog per sapere come sto e cosa faccio (magari a mia insaputa), traggano da queste pagine un'illusione di relazione / comunicazione.
perché se anche fosse relazione sarebbe a senso unico, voi sapete qualcosa di me, ma io non so nulla di voi.
mercoledì 10 settembre 2008
consigli di lettura
più di qualcuno è approdato in questo blog cercando con google "consigli di lettura" credo quindi che istituirò a breve una rubrica mensile o bisettimanale con questo titolo.
trovo che sia molto bello contribuire alla formazione letteraria di qualcuno, credo che prestare e farsi prestare dei libri, leggerne ad alta voce delle pagine con una persona, condividere con lei alcune impressioni, crei un legame sotterraneo, invisibile, intimo.
mi piace molto l'idea di diventare una "opinion maker" in fatto di libri.
mi piace molto parlare di libri.
in questo blog parlo in continuazione di libri, di quelli che leggo, di quelli che vorrei leggere, di quelli che non è il momento giusto per leggerli, di quelli che vorrei scrivere, e forse non ci sarebbe bisogno di una rubrica.
però mi farebbe molto piacere che coloro che chiedono a google consigli su cosa leggere si facessero trasportare dal mio entusiasmo nel parlare dei romanzi che più mi hanno emozionata.
trovo che sia molto bello contribuire alla formazione letteraria di qualcuno, credo che prestare e farsi prestare dei libri, leggerne ad alta voce delle pagine con una persona, condividere con lei alcune impressioni, crei un legame sotterraneo, invisibile, intimo.
mi piace molto l'idea di diventare una "opinion maker" in fatto di libri.
mi piace molto parlare di libri.
in questo blog parlo in continuazione di libri, di quelli che leggo, di quelli che vorrei leggere, di quelli che non è il momento giusto per leggerli, di quelli che vorrei scrivere, e forse non ci sarebbe bisogno di una rubrica.
però mi farebbe molto piacere che coloro che chiedono a google consigli su cosa leggere si facessero trasportare dal mio entusiasmo nel parlare dei romanzi che più mi hanno emozionata.
martedì 9 settembre 2008
quanti anni hai, stasera?
secondo questo test (assolutamente sconsigliato alle persone permalose) io avrei 500 anni con la seguente spiegazione:
Accidenti! Ma chi (o cosa) sei? Un alieno proveniente da un altro mondo? Oppure un viaggiatore nel tempo giunto per caso nel terzo millennio dal passato? Diciamo che hai una mente un pochino superata! Non è una critica, solo una constatazione! Ovviamente si scherza... nelle avvertenze era ben specificato che questo NON è un test adatto ai permalosi.
P.S: Sei confuso, o poco sincero... Prima dici di seguire "qualche volta" i telegiornali, poi dichiari di non guardare mai la tv. Non lo trovi singolare? Alla domanda 11 potevi perlomeno scegliere l'opzione "TG e notizie"!
Davvero non guardi mai la tv? Questo potrebbe essere un grandissimo vantaggio per la salute della tua psiche!
Davvero non ami lo sport? Questo non è un modo di pensare salutare... riflettici su!
Davvero vorresti avere 3 anni!? Come mai? Hai forse paura delle responsabilità?
cambiando solo la risposta alla domanda 11, arrivo a 36 anni e sono sulla buona strada per diventare un adulto maturo e responsabile. ma a 36 anni non si dovrebbe già essere adulti maturi e responsabili?!
e voi? quanti anni avete?
Accidenti! Ma chi (o cosa) sei? Un alieno proveniente da un altro mondo? Oppure un viaggiatore nel tempo giunto per caso nel terzo millennio dal passato? Diciamo che hai una mente un pochino superata! Non è una critica, solo una constatazione! Ovviamente si scherza... nelle avvertenze era ben specificato che questo NON è un test adatto ai permalosi.
P.S: Sei confuso, o poco sincero... Prima dici di seguire "qualche volta" i telegiornali, poi dichiari di non guardare mai la tv. Non lo trovi singolare? Alla domanda 11 potevi perlomeno scegliere l'opzione "TG e notizie"!
Davvero non guardi mai la tv? Questo potrebbe essere un grandissimo vantaggio per la salute della tua psiche!
Davvero non ami lo sport? Questo non è un modo di pensare salutare... riflettici su!
Davvero vorresti avere 3 anni!? Come mai? Hai forse paura delle responsabilità?
cambiando solo la risposta alla domanda 11, arrivo a 36 anni e sono sulla buona strada per diventare un adulto maturo e responsabile. ma a 36 anni non si dovrebbe già essere adulti maturi e responsabili?!
e voi? quanti anni avete?
lunedì 8 settembre 2008
letture in corso
è da giorni che mi sono arenata sovrapponendo la lettura di tre libri che non riesco a portare avanti.
il saggio sulla letteratura per ragazzi è quasi solo un elenco di titoli piuttosto noioso (maledette tutte quelle 4 stelline di anobii che mi avevano illusa).
la raccolta di romanzi di battaille (di cui mi ero impegnata a finire solo il primo dal titolo "l'azzurro del cielo", 90 pagine in tutto) è stabilmente ferma sul comodino, con il segnalibro tra pagina 64 e pagina 65 da chissà quanti giorni. è a faccia in giù perché fissare una vagina che mi guarda non è il massimo (mi riferisco alla copertina, piuttosto "audace").
i racconti di salinger sono carini e me li sto gustando uno alla volta, senza fretta.
quindi la domanda è: posso abbandonare i primi due libri e dedicarmi ad altro?
il saggio sulla letteratura per ragazzi è quasi solo un elenco di titoli piuttosto noioso (maledette tutte quelle 4 stelline di anobii che mi avevano illusa).
la raccolta di romanzi di battaille (di cui mi ero impegnata a finire solo il primo dal titolo "l'azzurro del cielo", 90 pagine in tutto) è stabilmente ferma sul comodino, con il segnalibro tra pagina 64 e pagina 65 da chissà quanti giorni. è a faccia in giù perché fissare una vagina che mi guarda non è il massimo (mi riferisco alla copertina, piuttosto "audace").
i racconti di salinger sono carini e me li sto gustando uno alla volta, senza fretta.
quindi la domanda è: posso abbandonare i primi due libri e dedicarmi ad altro?
domenica 7 settembre 2008
c'era una volta
da piccola ero tremenda (non che adesso non sia tremenda, solo lo sono in modo completamente diverso).
a un anno o due mi sono tirata addosso il mobile del bagno. fortunatamente ero più bassa della lavatrice così la corsa dell'armadietto si è fermata a qualche centimetro dalla mia testa, lasciandomi illesa.
a non so quanti anni sono caduta dalla sedia e ho battuto la testa contro il termosifone. corsa in ospedale, tre punti di sutura.
a tre anni ho creduto che i miei genitori mi avessero abbandonato alla sagra del pomodoro e sono tornata a casa da sola, di notte, attraversando una strada piuttosto trafficata e non illuminata.
a cinque anni mi sono procurata, non è ancora chiaro come, un taglio piuttosto lungo e profondo sulla gamba con il pedale della bici. corsa in ospedale, cinque punti di sutura.
tre anni fa sono caduta dalla bici, ho perso i sensi, mi sono risvegliata in ospedale quando un medico con le sembianze di mondomarcio mi stava per piantare una siringa di anestetico in testa prima di cucirmi la testa. evidentemente l'operazione non è stata abbastanza tempestiva, a questo punto è chiaro che molta parte della materia grigia è rimasta sull'asfalto, quel giorno.
a un anno o due mi sono tirata addosso il mobile del bagno. fortunatamente ero più bassa della lavatrice così la corsa dell'armadietto si è fermata a qualche centimetro dalla mia testa, lasciandomi illesa.
a non so quanti anni sono caduta dalla sedia e ho battuto la testa contro il termosifone. corsa in ospedale, tre punti di sutura.
a tre anni ho creduto che i miei genitori mi avessero abbandonato alla sagra del pomodoro e sono tornata a casa da sola, di notte, attraversando una strada piuttosto trafficata e non illuminata.
a cinque anni mi sono procurata, non è ancora chiaro come, un taglio piuttosto lungo e profondo sulla gamba con il pedale della bici. corsa in ospedale, cinque punti di sutura.
tre anni fa sono caduta dalla bici, ho perso i sensi, mi sono risvegliata in ospedale quando un medico con le sembianze di mondomarcio mi stava per piantare una siringa di anestetico in testa prima di cucirmi la testa. evidentemente l'operazione non è stata abbastanza tempestiva, a questo punto è chiaro che molta parte della materia grigia è rimasta sull'asfalto, quel giorno.
sabato 6 settembre 2008
viaggi
a metà novembre andrò a parigi.
non ci andrò con il matematico.
sarà solo un week end.
sarà la prima capitale che vedo (escludendo roma e città del vaticano, ma non conta).
non so una parola di francese, a parte merci (che probabilmente riesco a pronunciare male, perché non sono capace di articolare suoni diversi da quelli previsti dalla lingua italiana).
questo viaggio fa parte di un progetto.
sono molto contenta e curiosa, sia per il viaggio che per il progetto.
non ci andrò con il matematico.
sarà solo un week end.
sarà la prima capitale che vedo (escludendo roma e città del vaticano, ma non conta).
non so una parola di francese, a parte merci (che probabilmente riesco a pronunciare male, perché non sono capace di articolare suoni diversi da quelli previsti dalla lingua italiana).
questo viaggio fa parte di un progetto.
sono molto contenta e curiosa, sia per il viaggio che per il progetto.
venerdì 5 settembre 2008
il bello del lavoro che faccio non è il lavoro in sé, che tutto sommato ha degli aspetti piuttosto noiosi e ripetitivi.
il bello del lavoro che faccio sta nel privilegio di avere a che fare con delle persone straordinarie: colte, brillanti, capaci.
persone che mi fanno pentire di voler diventare solo un colore.
è loro che vorrei diventare, da grande.
il bello del lavoro che faccio sta nel privilegio di avere a che fare con delle persone straordinarie: colte, brillanti, capaci.
persone che mi fanno pentire di voler diventare solo un colore.
è loro che vorrei diventare, da grande.
giovedì 4 settembre 2008
come volevasi dimostrare
sul corriere della sera magazine di oggi, giovedì 4 settembre, ci sono alcune pagine sul tema “l'italiano ai tempi degli sms”.
all'interno di questo speciale dedicato alla magnifica lingua (l'unica che so) che adoro scrivere e parlare e ascoltare, c'è un articolo che presenta il “dizionario affettivo della lingua italiana” edito da fandango, un libro che raccoglie le parole preferite dagli scrittori italiani.
poteva mancare nel libro -e nell'articolo- la parola più importante per paolo giordano?
certo che no!
immagino che anche voi non possiate vivere senza sapere che la parola irrinunciabile di paolo giordano è:
ma per quale motivo l'alito di paolo giordano dovrebbe essere più interessante della mia polenta?!
polenta è il giallo della farina, è il calore del fuoco, è il paiolo sulla stufa, sono le domeniche in famiglia, è nonna che divide le porzioni sul tagliere di legno con il filo di nylon, è raschiare il paiolo per mangiare le croste gialle e croccanti (la versione genuina delle patatine rodeo).
polenta è il tempo il cui saltavo i covoni di fieno, è il tempo in cui la coniglia si strappava il pelo per imbottire la cova in cui avrebbe partorito, è il tempo in cui litigavo con mia sorella per l'altalena, è infanzia.
addendum: sottoscrivo questa frase di lidia ravera: delle maiuscole invece me ne frego: anzi questa lingua tutta minuscola mi piace, è casual, confidenziale, rapida. è come stare in jeans e maglietta. (pag 51 di corriere magazine del 4 settembre 2008 "io e gli sms - sei scrittori si confessano" di lorenzo viganò)
all'interno di questo speciale dedicato alla magnifica lingua (l'unica che so) che adoro scrivere e parlare e ascoltare, c'è un articolo che presenta il “dizionario affettivo della lingua italiana” edito da fandango, un libro che raccoglie le parole preferite dagli scrittori italiani.
poteva mancare nel libro -e nell'articolo- la parola più importante per paolo giordano?
certo che no!
immagino che anche voi non possiate vivere senza sapere che la parola irrinunciabile di paolo giordano è:
ma per quale motivo l'alito di paolo giordano dovrebbe essere più interessante della mia polenta?!
polenta è il giallo della farina, è il calore del fuoco, è il paiolo sulla stufa, sono le domeniche in famiglia, è nonna che divide le porzioni sul tagliere di legno con il filo di nylon, è raschiare il paiolo per mangiare le croste gialle e croccanti (la versione genuina delle patatine rodeo).
polenta è il tempo il cui saltavo i covoni di fieno, è il tempo in cui la coniglia si strappava il pelo per imbottire la cova in cui avrebbe partorito, è il tempo in cui litigavo con mia sorella per l'altalena, è infanzia.
addendum: sottoscrivo questa frase di lidia ravera: delle maiuscole invece me ne frego: anzi questa lingua tutta minuscola mi piace, è casual, confidenziale, rapida. è come stare in jeans e maglietta. (pag 51 di corriere magazine del 4 settembre 2008 "io e gli sms - sei scrittori si confessano" di lorenzo viganò)
mercoledì 3 settembre 2008
settembre, è tempo di festival letterari.
oggi è iniziato il festivaletteratura di mantova e il 19 inizierà pordenonelegge.
al festivaletteratura ci sono andata come volontaria per due anni consecutivi. a pordenonelegge ci sono andata anche lo scorso anno e quello precedente.
il bello di questi eventi è che rendono le città che li ospitano molto più belle di come sono in realtà.
il brutto è che gli incontri con gli autori sono deludenti. perché gli autori ripetono le stesse cose che hanno detto mille volte in tutte le interviste che hanno rilasciato, in tv e ai giornali. perché il pubblico spesso non fa domande pertinenti o non fa domande o prende la parola per esprimere opinioni non richieste e imbarazzanti.
prendiamo paolo giordano, premio strega 2008 con il romanzo edito da mondadori “la solitudine dei numeri primi”. è stato intervistato per qualunque giornale e rivista e da qualunque emittente televisiva. è stato a "parla con me" da serena dandini, e il tg3 di recente gli ha chiesto qual è il suo libro preferito.
che cosa avrà da dire a mantova e a pordenonelegge che non abbia già detto? anche perché a un certo punto le domande sono limitate. gli chiedi quando ha cominciato a scrivere, come ha fatto a pubblicare per mondadori, cosa o quanto c'è di autobiografico, come mai i suoi personaggi sono così soli e soffrono così tanto, se si aspettava il successo che ha avuto, che effetto gli ha fatto, se sta pensando a un secondo romanzo. poi si entra nel privato/gossip, allora gli chiedi se ha la fidanzata, a chi ha fatto e fa leggere le sue pagine, cosa ne pensano i suoi genitori. poi dato che è laureato in una materia scientifica lo sfotti perché il protagonista del suo romanzo è un matematico e perché la metafora che tiene in piedi il libro c'entra con la matematica ma non è che si capisca molto (e ovviamente l'intervistatore non ci ha mai capito una mazza di matematica e non perderà l'occasione per dirlo/vantarsene).
tutto questo per dire che il rapporto tra lettore e autore dovrebbe rimanere nascosto. non si dovrebbe mai conoscere l'autore di un libro che si ha amato, perché non soddisferà mai le aspettative che ci si è fatti su di lui. perché è una persona come un'altra, e il fatto che le sue pagine abbiano toccato delle corde sensibili in noi non lo rende automaticamente una persona migliore.
al festivaletteratura ci sono andata come volontaria per due anni consecutivi. a pordenonelegge ci sono andata anche lo scorso anno e quello precedente.
il bello di questi eventi è che rendono le città che li ospitano molto più belle di come sono in realtà.
il brutto è che gli incontri con gli autori sono deludenti. perché gli autori ripetono le stesse cose che hanno detto mille volte in tutte le interviste che hanno rilasciato, in tv e ai giornali. perché il pubblico spesso non fa domande pertinenti o non fa domande o prende la parola per esprimere opinioni non richieste e imbarazzanti.
prendiamo paolo giordano, premio strega 2008 con il romanzo edito da mondadori “la solitudine dei numeri primi”. è stato intervistato per qualunque giornale e rivista e da qualunque emittente televisiva. è stato a "parla con me" da serena dandini, e il tg3 di recente gli ha chiesto qual è il suo libro preferito.
che cosa avrà da dire a mantova e a pordenonelegge che non abbia già detto? anche perché a un certo punto le domande sono limitate. gli chiedi quando ha cominciato a scrivere, come ha fatto a pubblicare per mondadori, cosa o quanto c'è di autobiografico, come mai i suoi personaggi sono così soli e soffrono così tanto, se si aspettava il successo che ha avuto, che effetto gli ha fatto, se sta pensando a un secondo romanzo. poi si entra nel privato/gossip, allora gli chiedi se ha la fidanzata, a chi ha fatto e fa leggere le sue pagine, cosa ne pensano i suoi genitori. poi dato che è laureato in una materia scientifica lo sfotti perché il protagonista del suo romanzo è un matematico e perché la metafora che tiene in piedi il libro c'entra con la matematica ma non è che si capisca molto (e ovviamente l'intervistatore non ci ha mai capito una mazza di matematica e non perderà l'occasione per dirlo/vantarsene).
tutto questo per dire che il rapporto tra lettore e autore dovrebbe rimanere nascosto. non si dovrebbe mai conoscere l'autore di un libro che si ha amato, perché non soddisferà mai le aspettative che ci si è fatti su di lui. perché è una persona come un'altra, e il fatto che le sue pagine abbiano toccato delle corde sensibili in noi non lo rende automaticamente una persona migliore.
martedì 2 settembre 2008
voglio un quaderno azzurropillin (forse)
il quaderno che vorrei è azzurropillin tinta unita. è a quadretti. ha la copertina morbida. è più piccolo di un a4 dimezzato. credo che il formato si chiami b5.
il quaderno che vorrei esiste, perché due anni fa ne avevo trovato uno che rispondeva in modo perfetto a tutte queste caratteristiche.
il rischio di trovare esattamente il quaderno che vorrei è che poi non ci scrivo dentro niente, perché il quaderno perfetto deve essere riempito di frasi pregnanti, di pensieri degni di nota, di parole che meritano di essere rilette anche a distanza di tempo. insomma, potrei finire per lasciare le sue pagine intonse, perché le cose che ho da dire sono piccole, e stupide, e prive di importanza. perché le mie parole sarebbero imprecise e sbagliate. dettate dalla fretta e dall'urgenza. e sul quaderno perfetto delle parole così non ci dovrebbero stare.
forse dovrei procurarmi un quaderno con un'odiosa copertina rossa, sfacciata e volgare, per sentirmi libera di imbrattarlo con le parole peggiori di tutte.
o forse dovrei procurarmi un quaderno con uno stupido personaggio della disney, perché sarebbe impossibile prendermi sul serio con un winnie the pooh che mi guarda con l'espressione timida e idiota che lo contraddistingue.
il quaderno che vorrei esiste, perché due anni fa ne avevo trovato uno che rispondeva in modo perfetto a tutte queste caratteristiche.
il rischio di trovare esattamente il quaderno che vorrei è che poi non ci scrivo dentro niente, perché il quaderno perfetto deve essere riempito di frasi pregnanti, di pensieri degni di nota, di parole che meritano di essere rilette anche a distanza di tempo. insomma, potrei finire per lasciare le sue pagine intonse, perché le cose che ho da dire sono piccole, e stupide, e prive di importanza. perché le mie parole sarebbero imprecise e sbagliate. dettate dalla fretta e dall'urgenza. e sul quaderno perfetto delle parole così non ci dovrebbero stare.
forse dovrei procurarmi un quaderno con un'odiosa copertina rossa, sfacciata e volgare, per sentirmi libera di imbrattarlo con le parole peggiori di tutte.
o forse dovrei procurarmi un quaderno con uno stupido personaggio della disney, perché sarebbe impossibile prendermi sul serio con un winnie the pooh che mi guarda con l'espressione timida e idiota che lo contraddistingue.
lunedì 1 settembre 2008
mi fido di te
dal momento in cui un libro approda in casa editrice, a quello in cui arriva sullo scaffale di una libreria, passano mesi, ma più spesso anni. il testo dev'essere letto, e tra le pile e pile di testi da valutare è l'editor che decide di acquistare quello tra centinaia di altri libri simili o diversi. a quel punto viene fatta un'offerta all'editore straniero o all'agente che ne detiene i diritti. una volta acquistato, il testo deve essere tradotto, la traduzione deve essere editata, la traduzione editata dev'essere impaginata, l'impaginato dev'essere letto da uno o più correttori di bozze. e mentre avviene tutto questo, il libro (che ancora non esiste) dev'essere presentato ai venditori, i venditori a loro volta lo presenteranno ai librai, e i librai, una volta che avranno deciso di metterlo sui loro scaffali, lo consiglieranno ai clienti. ma prima dev'essere pensata una copertina, dev'essere scelta la font, un'immagine (che catturi lo spirito del libro ma anche lo sguardo del possibile lettore), e una quarta di copertina (accattivante, che incuriosisca senza svelare).
questo a grandi linee, perché prima deve essere studiato un piano marketing, ovviamente dev'essere decisa la collana di destinazione, e il tipo di libro (brossurato con alette, hardcover con sovraccoperta...), e il tipo di carta, la foliazione, l'inchiostro, il prezzo.
insomma, dietro a un libro non c'è solo l'autore, ma una miriade di persone.
eppure quello che mette in moto questo grande meccanismo è un atto di fiducia da parte dell'editor nei confronti di un testo, è la convinzione che quella storia, raccontata con quelle parole, piacerà.
questo a grandi linee, perché prima deve essere studiato un piano marketing, ovviamente dev'essere decisa la collana di destinazione, e il tipo di libro (brossurato con alette, hardcover con sovraccoperta...), e il tipo di carta, la foliazione, l'inchiostro, il prezzo.
insomma, dietro a un libro non c'è solo l'autore, ma una miriade di persone.
eppure quello che mette in moto questo grande meccanismo è un atto di fiducia da parte dell'editor nei confronti di un testo, è la convinzione che quella storia, raccontata con quelle parole, piacerà.