con questo giochino della domenica mi sto davvero rovinando. mi imbarazzano molto i miei goffi tentativi di scrittura, nemmeno tanto antichi. diciamo che è incoraggiante vedere che sono molto migliorata!
PIER PAOLO A CENA
La tavola è apparecchiata. La tovaglia bianca e il servizio di piatti della domenica.
Il minestrone, è pronto; è denso.
Sedano, patate, carote, porro, piselli, fagioli.
Sulla stufa, nel paiolo di rame, la farina di mais sta diventando polenta. Più tardi cucinerò delle salsicce, del salame all’aceto.
Taglierò a cubetti il formaggio.
Quando la polenta sarà cotta la rovescerò sul tagliere rotondo, di legno. La modellerò con un piatto bagnato. La taglierò col filo di nailon. Una margherita senza petali.
Vorrei che Pier Paolo qui si sentisse a casa, anche se questa terra non è stata generosa con lui, l’ha rifiutato, costretto ad andarsene.
Vorrei che questa cena lo arricchisse di tutto quello che la terra friulana può dare. Acque cristalline, vini rossi come rubini, pannocchie d’oro, formaggio d’avorio. Penso ai suoi lineamenti da contadino, così netti che sembrano scolpiti nel legno.
Taglio il salame a fette spesse. Ne assaggio una, ha un sapore intenso di aglio e di pepe.
Con una forchetta, faccio dei buchi alla salsiccia da cui ne uscirà il grasso.
Sento il profumo della polenta abbracciare la tavola apparecchiata, Pier Paolo ha scritto il “dóls odôr di polènte”, in una delle sue “Poesie a Casarsa”. Spero che anche questa sera, tra queste mura, senta la stessa dolcezza.
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