giovedì 3 marzo 2011

il razzismo all'incontrario

per anni hai visto la gente schifare i rom, gli zingari, i rumeni, gli albanesi. l'hai vista cambiare posto quando un negro gli si sedeva accanto, girare la testa dall'altra parte e rifiutare l'elemosina a un immigrato con gli arti amputati o deformi.
per anni hai visto signore per bene lamentarsi della puzza che emana una nigeriana, delle troie dell'est che affollano i marciapiedi dopo il tramonto, dei vucumprà che suonano alla porta e pretendono che compri calzettoni tarocchi a pacchi di tre e accendini anche se non fumi.
per anni l'hai visto fare apertamente, e un po' meno apertamente l'hai fatto anche tu.
poi capita che te ne vai dal tuo paese, dove la disoccupazione giovanile è al 30%, i salari di ingresso sono fermi a 30 anni fa, dove un ricercatore è pagato meno della metà che all'estero, dove la parità tra uomo è donna è solo un principio fondamentale sancito dalla costituzione (e visto quanto è considerata la costituzione...), dove il 50% della ricchezza è in mano al 10% delle famiglie, dove il presidente del consiglio è il più gretto, superficiale, imbrarazzante, farabutto tra i cittadini.
a quel punto sei tu quello che viene schifato, deriso, compatito e insultato. non per tuoi demeriti o per le tue meschinità, non per la tua maleducazione o le tue mancanze ma soltanto perché la classe politica che governa il paese da cui provieni è tutto ciò che tu non sei, non vorresti essere e da cui sei fuggito.

Nessun commento: