venerdì 19 dicembre 2008

alzarsi alle 5.20 è quasi come alzarsi alle 6.20. prendere il treno alle 5.59 è quasi come prendere il treno alle 6.59. arrivare a milano alle 7.47 è quasi come arrivare a milano alle 8.47.
arrivare in ufficio alle 8.10 è molto diverso che arrivare che arrivare alle 9.10, alle 8.10 l'ufficio è deserto e silenzioso. per 40 minuti si lavora immersi in un silenzio irreale, senza le chiamate dei manoscrittari, senza il ticchettio delle tastiere.
è sicuramente affascinante arrivare in ufficio alle 8.10, ma credo non lo farò mai più. la sveglia alle 5.20 è stata una pessima idea. tanto più che adesso dovrei avere le energie per saltare e cantare a squaciagola "stringimi ancora tra nuvole e lenzuola" o "e non mi resta, che allacciare un paio d'ali alla mia testa", invece la mia massima aspirazione sarebbe quella di morire sotto le coperte.
(domani mi aspettano 500 chilometri in treno)

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