ho un rapporto piuttosto incasinato con tutto e tutti, soldi inclusi.
da qualche mese seguo dei podcast che affrontano questo argomento (vi consiglio grano e rame) e ascoltando le storie degli altri mi sono fatta delle domande sulla mia storia con i soldi.
da quello che ho capito, il rapporto coi soldi dipende dalle credenze e dalle emozioni legate al denaro che abbiamo assorbito in famiglia fin da piccoli.
uno dei ritornelli della mia infanzia è stato il "ce ca costa?" (ndr: quanto costa?) di mia nonna.
mia madre, per fare la spesa, ancora oggi gira 3-4 supermercati diversi a caccia delle offerte, risparmiare 10 centesimi sui pavesini le dà da sempre grandissima soddisfazione.
l'impressione è sempre stata che i soldi fossero pochi e andassero risparmiati.
ogni volta che desideravo qualcosa l'ho quasi sempre avuta (pisolone e crystal ball esclusi) ma ogni regalo ricevuto si portava dietro una montagna di sensi di colpa, l'impressione di aver fatto sprecare del preziosissimo denaro familiare per qualcosa di futile, infantile, un capriccio.
in prima media ho lasciato il basket, anche se mi piaceva molto, per non far spendere ai miei ventimila lire al mese.
in quinta superiore non sono andata in gita a berlino perché costava troppo e dovendo scegliere tra berlino e le lezioni di chitarra, ho preferito le lezioni di chitarra
anche nei confronti degli oggetti comprati col denaro, nella mia famiglia c'è da sempre un atteggiamento di "risparmio". il servizio buono tenuto nella credenza, le lenzuola della dote mai usate, i vestiti per la messa indossati per un'ora, il rossetto solo per le occasioni speciali. i gioielli chiusi in un baule. e tutto viene conservato perché "non si sa mai". che si traduce in armadi e scatole e scaffali pieni di roba mai usata per decenni.
quello che è successo, è che tutto questo ha disinnescato in me la capacità delle cose di rendermi felice. quand'ero piccola, passavo mesi a chiedere l'orsetto del cuore, il poppel, un puzzle. quando finalmente questi oggetti arrivavano, ero felicissima: ci giocavo per un giorno o due e poi mi rendevo conto che puf, tutto quel desiderare era stato inutile, ero entrata in possesso di una roba che nel giro di un battito di ciglia aveva perso la sua attrattiva. ero delusa, mi sentivo stupida.
questo vissuto mi ha trasformato in una persona che vuole avere a che fare con meno soldi possibili, che non ha fiducia nella sua capacità di guadagnare, che non sente di meritare l'acquisto di nulla e che quindi risparmia. risparmia. risparmia.
le cose non mi interessano, meno roba acquisto, meno ho bisogno di guadagnare, vivo in un appartamento piccolo, perché costa meno di uno grande, perché dentro ci si possono mettere meno cose e non ci sono spazi vuoti da riempire con oggetti che avrebbero un costo. sono childfree perché non ho senso materno, ma anche perché un figlio costa e doverlo mantenere mi costringerebbe a lavorare di più per guadagnare di più. essendo arrivata a quarant'anni senza aver mai avuto un lavoro a tempo pieno e a tempo indeterminato, la mia fiducia nella capacità di guadagnare è pressoché rasente lo zero.
ora che sono freelance, non so darmi un prezzo. in questi mesi ho fatto per lo più lavori in cui il prezzo era già stabilito da altri - prendere o lasciare. i prezzi che ho indicato sul sito sono numeri a caso, più che raddoppiati rispetto a quelli che avevo inventato io perché un'altra freelance mi ha detto che erano sicuramente troppo bassi. (e ora quei servizi non ho coraggio di promuoverli perché mi sembra di derubare la gente)
ho anche l'impressione che quello che so fare non serva a nulla. i romanzi che scrivo, per l'editore che li pubblica, sono libri in perdita, e l'anticipo che mi è stato corrisposto mi sembra un furto.
oggi mi sono iscritta all'ennesimo corso di editing. fino a ieri pensavo: no, non ti serve, sai già fare il tuo lavoro. non farti fregare dalla tua sindrome dell'impostore, hai già speso tipo duemila euro quest'anno in corsi, smettila.
ho lasciato da parte la me che risparmia e non spende perché sente di non meritare niente e mi sono detta che questi soldi non sono sprecati ma investiti, che il corso mi permetterà di entrare in contatto con persone che hanno la mia stessa sensibilità e i miei stessi interessi, che c'è sempre da imparare, e tenere la mente aperta e curiosa, non sentirsi mai arrivati, è un pregio.
comunque, se mi fate un bonifico sono contenta.
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