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venerdì 21 gennaio 2022

quello di cui parliamo tutti, sempre, in questo periodo


quarantena (vuol dire che devi stare a casa perché potresti avere il covid)*
isolamento (vuol dire che hai il covid)*
tampone positivo
green pass
vaccino
terapia intensiva
tosse
febbre
covid
raffreddore
zona arancione
tampone molecolare
contagiato
booster
novax

vorremmo pensare ad altro, usare altre parole, ma siamo tutti bloccati lì, nell'incubo, nell'incertezza. anche quando facciamo altro, diciamo altro, ci occupiamo di altro, a monopolizzare la nostra vita c'è il covid. navighiamo a vista, rincorrendo regole che cambiano ogni settimana. essere stati a contatto con un positivo è la norma. a essere malati non sono più conoscenti ma amici, parenti stretti, colleghi di lavoro, noi stessi - che siamo vaccinati, siamo stati così attenti, ci siamo usurati le mani a forza di igienizzarle, abbiamo messo due mascherine sovrapposte.

i numeri del contagio hanno cambiato ordine di grandezza. improvvisamente i positivi non sono più ventimila al giorno ma duecentomila.
mia sorella manda i figli a scuola facendo il segno della croce. i miei genitori sono stati in contatto con un positivo. si ammaleranno? 
sette matematici mercoledì sono stati per quattro ore in stanza con un matematico che è risultato positivo venerdì. si saranno contagiati? basteranno il distanziamento, le mascherine ffp2, l'areazione della stanza a proteggere? 

ma se anche oggi l'abbiamo scampata, il prossimo pericolo potrebbe arrivare tra un'ora, o domani.
siamo tutti confusi, spaventati, preoccupati per la nostra salute, per quella dei nostri cari, per le ripercussioni economiche, psicologiche, lavorative.
siamo incazzati, coi novax - che se non fosse per loro gli ospedali non sarebbero in sofferenza; col governo - che prende provvedimenti approssimativi, contradditori, in ritardo sulla velocità del virus; con questa cazzo di pandemia - che non finisce mai, appena sembra di intravederne la fine, eccoci precipitati in un incubo peggiore.

a febbraio 2020 non sapevo cosa fosse una pandemia. adesso rimpiango l'ingenuità della me di allora, che credeva che in due settimane sarebbe tutto finito.


*lo specifico perché molte persone usano quarantena e isolamento in modo intercambiabile o errato