C'è un libro, è
rivestito di carta pastificata liscia, di colore verde scuro. È un
libro sugli uccelli. Ingiallito. Un po' squadernato. Di quelli pagati
poche lire, nella seconda metà del ventesimo secolo. Se lo tieni tra
due mani si apre da solo dove è stata lasciata una piuma, a tratti
azzurra. È la piuma di una ghiandaia nella pagina del libro dedicata
alla ghiandaia, un uccello solitario, più grande di un passero, più
piccolo di una gazza.
A sinistra c'è il testo, a destra la foto. Non so chi abbia lasciato la piuma, non so di chi sia il libro, se di mio padre o di mio nonno. Non so dove sia il libro, ora. Una volta ho provato a cercarlo: in cantina, a casa dei miei genitori, nel solaio della casa dei miei nonni. Non so a cosa mi sarebbe servito. Non mi importano gli uccelli, non li distinguo. Forse cercavo quella piuma, forse volevo assicurarmi che il testo fosse davvero a sinistra e la foto a destra. Forse volevo sapere quanto le abitudini di quell'uccello solitario assomiglino alle mie, a quelle di mio padre.
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