In attesa del 28 luglio, giornata in cui troverete in libreria il mio "Maschiaccio e femminuccia" (un romanzo per bambini dai 9 anni, per sorridere e riflettere sugli stereotipi di genere), ho deciso di raccontarvi come nasce un libro.
Ogni libro nasce in modo diverso, ovviamente, ma tutti, per raggiungere la loro forma finita di oggetto, devono passare attraverso alcune fasi comuni.
Oggi parleremo della prima fase: l'idea
L'idea per un libro non viene tutta insieme, mai. Non arriva neanche in una comoda scatola con i pezzi da assemblare, seguendo un libretto di istruzioni. A dir la verità, se non la cerchi, l'idea per un libro non arriva mai. E possono volerci mesi, o anni, per mettere insieme abbastanza pezzi per comporre un'idea compiuta.
Lo so che quando si legge un libro ben riuscito, l'impressione è che non sarebbe potuto essere diverso, come se l'autore l'avesse tirato fuori tutto intero. Niente di più lontano dalla realtà.
Quindi eccomi alla fine del 2016, intenzionata a trovare l'idea per un libro, un libro per ragazzi. Da appassionata lettrice di libri per ragazzi, dopo aver scritto una manciata di manuali e romanzi per adulti, ho voglia di cimentarmi con una storia per più piccoli.
Di solito, nei corsi di scrittura, ti dicono di scrivere di quello che conosci e che ti sta a cuore, così ho ripensato alla mia infanzia.
Una cosa che detestavo da piccola, era che tutte in classe mia sapevano fare la ruota. Tutte tranne me. Mia sorella maggiore, oltre alla ruota, faceva la rondata, il ponte, la capriola indietro, la spaccata (sia di profilo sia frontale). Io guardavo ammirata la grazia e la flessibilità di quelle acrobazie e di nascosto, piena di invidia, provavo a fare la ruota, senza successo.
Avevo trovato un tema che mi stava a cuore: il desiderio di essere come gli altri e di soddisfare le aspettative altrui, soprattutto quelle legate all'essere maschio o femmina.
Insieme al tema era venuta l'immagine della mia protagonista: un maschiaccio che non sa fare la ruota e gioca a calcio. Che nome darle? Caterina, il nome della mia nipotina bionda e boccolosa, una principessa eterea, che niente ha in comune con la mia protagonista.
Visto che un libro si nutre di conflitti e contrasti ho pensato a come potesse essere la sua nemesi, ed ecco allora Riccardo, il bulletto, grande e grosso, che però nasconde un segreto: ama intrecciare braccialetti coi fili di cotone.
Per far brillare questi protagonisti e questo tema avevo bisogno di personaggi secondari e di un evento.
Sono nati così la mamma ingegnera, il papà casalingo, la sorella tutta tatuata campionessa di boxe (si chiama Serena in omaggio all'amica che mi ha suggerito che doveva essere una sorella, e non un fratello. Grazie, Sere!)
Poi si è presentata l'idea di un mercatino organizzato dalla scuola, in cui ognuno dovesse portare qualcosa di fatto da sé.
E se Riccardo si vergogna dei suoi braccialetti, e Caterina dei supereroi che stampa in 3D, perché non far stringere loro un patto?
Ecco, ora sapete tutto quello che sapevo io a giugno del 2017 quando, dopo oltre sei mesi di riflessioni, mi sono messa a scrivere. C'è da dire che quello che sapevo non era così chiaro e organico e ordinato come l'ho scritto qui, era tutto molto più nebuloso, indefinito e... spaventoso.
Torna sul blog per le prossime puntate:
7 luglio: la scrittura
9 luglio: la revisione
12 luglio: la ricerca dell'editore
14 luglio: la firma del contratto
16 luglio: la copertina
19 luglio: l'editing
21 luglio: la sinossi
23 luglio: l'attesa
26 luglio: l'arrivo delle copie (spero!)
27 luglio: l'uscita
28 luglio: come nasce una scrittrice
Non vedo l'ora di leggerlo!!
RispondiEliminaSere
grazie tesoro!
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