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martedì 16 giugno 2020

silvia pillin - premio calvino

[avevo preparato questo post in anticipo, come fanno i giornalisti, che scrivono i necrologi di persone ancora vive per non farsi trovare impreparati, come fanno i candidati alla presidenza, che prima di sapere il risultato delle elezioni, hanno un discorso sia per la vittoria sia per la sconfitta. non sono tra i finalisti del premio calvino, ma se lo fossi avrei scritto questo]



ciao a tutti,
sono silvia pillin e in questo post vi racconterò il segreto che mi ha permesso di essere tra i finalisti della trentatreesima edizione del premio calvino.

sono sicura che se non mi conoscete e siete arrivati qui per la prima volta, quella che vi aspettate è una storia magica, piena di talento. cose come: una notte ho sognato la trama del mio romanzo e la mattina, appena mi sono alzata, la mia musa mi ha dettato tutto il libro, parola per parola. [questa cosa che i libri non me li detta nessuno e me li devo scrivere da sola deve finire, è davvero inaccettabile :)]
o una storia piena di casualità: un giorno sono inciampata sulla tastiera del mio computer (sì, sono abbastanza disordinata da farlo capitare) e dalla pressione casuale dei tasti è uscito il romanzo che ho presentato al premio.

ma la verità è molto lontana da lì, è nel libro "grit" di angela auckworth pubblicato in italia da giunti con il titolo "grinta". riassunto in poche parole: si tratta di farsi il culo, per anni, perché il talento non conta.

ecco il mio segreto:
ho acquistato il mio primo corso di scrittura nel 1996, a 14 anni. erano dei fascicoli venduti in allegato al corriere della sera. da allora ho letto decine e decine di manuali, frequentato corsi e laboratori di scrittura tenuti da qualsiasi scrittore italiano abbia tenuto corsi di scrittura negli ultimi vent'anni (dall'onnipresente giulio mozzi a mauro covacich, sandrone dazieri, fabio geda, roberto ferrucci, giorgio vasta, davide longo, marco lazzarotto, elena varvello, eric minetto, piersandro pallavicini...), ho partecipato a decine di concorsi, con racconti e romanzi. ho perso, e pianto per aver perso decine di concorsi.
la prima volta che ho partecipato al calvino avevo 23 anni, e non mi hanno filata di striscio, per fortuna, perché era un libro orrendo.
ho vinto "subway letteratura" nel 2012, al mio quarto anno consecutivo di partecipazione. non ho mai vinto il concorso 8x8, anche se ho partecipato per sei anni di fila, inclusa l'edizione di quest'anno.
"sono uno scrittore ma nessuno mi crede" è un manuale di scrittura che ho pubblicato con zandegù editore nel 2013. ho impiegato altri sette anni per fare in modo che qualcuno mi credesse.

il 28 luglio uscirà per EL (einaudi ragazzi, l'editore che pubblica anche Gianni Rodari) un romanzo dal titolo "maschiaccio e femminuccia" (preordinalo subito!). sono una scrittrice einaudi, eppure negli ultimi due mesi ho letto "scrivere per ragazzi" di alessandra berello, "get started in writing for children" e ancora "story structure", "perfecting plot", "the plot thickens", "help! for writers".
perché, in 24 anni a lottare per scrivere storie che valessero la pena di essere lette, non ho acquisito fiducia, ma l'ho persa. ho perso l'arroganza con cui a 23 anni ho mandato un libro dimmmerda al calvino e ho imparato che scrivere un romanzo richiede tecnica, studio, conoscenza delle regole che muovono le storie.

su wattpad trovate tre romanzi che nessun editore ha voluto pubblicare e nessun concorso ha voluto premiare, su amazon trovate altri tre romanzi autopubblicati.
ho impiegato 24 anni per esordire, se avessi avuto il benché minimo talento ci avrei messo probabilmente la metà del tempo, ma sperabilmente anche meno.
quello che spero emerga da questo post è che anche tu, che mi stai leggendo, avresti potuto scrivere questo post celebrativo, se avessi studiato e scritto quanto ho studiato e scritto io, negli ultimi 24 anni.
è quello che ho provato a dire nel mio romanzo "chissà dove saremo tra sei mesi" che oggi è tra i finalisti del premio calvino: il successo non capita per caso, non succede da un giorno all'altro, il successo si costruisce con costanza, lavorando anche quando non si ha voglia, e si raggiunge in molto più tempo di quanto uno sia disposto ad accettare.

ho scritto "chissà dove saremo tra sei mesi" in poche settimane, dopo essermi arrovellata per mesi su quale punto di vista usare, quale tempo verbale scegliere, quali scene selezionare. non è stato facile lottare ogni giorno contro quella vocina che diceva "non vincerai mai un tubo, è un libro stupido, è una storia che non frega a nessuno". ma ho scritto tutti i giorni, 600 parole al giorno, anche durante la breve vacanza in croazia, anche quando non avevo voglia, anche quando pulire il bagno sembrava un'alternativa più allettante (e chi mi conosce sa quanto detesti pulire il bagno).


sono silvia pillin, e grazie a 24 anni di studio e di scrittura, sono tra i finalisti della trentatreesima edizione del premio calvino con il romanzo "chissà dove saremo tra sei mesi".

se volete scoprire quello che ho già scritto e pubblicato, cliccate qui


[sono silvia pillin, e nonostante 24 anni di studio e di scrittura, non sono tra i finalisti della trentatreesima edizione del premio calvino.
il romanzo "chissà dove saremo tra sei mesi" non ho idea di che fine farà, ma so per certo che tra sei mesi non sarà da nessuna parte perché, per raggiungere i propri obiettivi ci vuole sempre molto più tempo e più lavoro di quanto uno sarebbe disposto ad accettare. il segreto sta nel libro "grit", e consiste nel continuare a provare e a crederci anche a costo di rendersi ridicoli, come probabilmente ho fatto io con questo post]