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domenica 26 aprile 2020

il cane a testa in giù



premetto che questa quarantena non mi ha insegnato un tubo. quando uscirò di casa non sarò migliore, né più consapevole di alcunché. sarò solo più grassa e arrabbiata perché vi siete fregati tutto il lievito di birra e non ho più potuto fare le brioche (sarete perdonati solo se domani troverò un posto aperto dove comprarle - si vocifera che in fvg i bar potranno fare take away. bisogna capire se potranno farlo in condizioni economicamente sostenibili o se per tenere aperto gli verrà richiesto di sanificare i soffitti ogni due ore, con polvere di diamanti e maneggiare le cose con guanti louis vuitton, indossare mascherine Versace e disinfettare le superfici con amuchina chanel con contenuto di alcol al 75%).

l'unica cosa che è cambiata nella mia vita (a parte il fatto che non esco dal 7 marzo) è che invece di andare a pilates ho iniziato a fare (maldestramente) yoga. ci ho messo diverse settimane prima di arrivare a questa pratica. prima ho provato diverse app (cyberobics, la app di nike, puma, adidas, freetletics, fitOn), con diversi workout, ma non mi sono trovata bene con nessuna perché avevo bisogno di un'attività che avesse queste tre caratteristiche:

* richiedesse poco spazio
* potesse essere svolta senza scarpe
* non necessitasse di attrezzature (pesi, elastici, palle, manubri, kettlebell, vogatore, cyclette ellittica, corda, sandbag, stepper, foam roller, cavigliere...)

lo yoga è questa attività. molti pregi e un unico difetto. qualsiasi video, anche quelli per super principianti che giurano di essere per neofiti, total beginners, novizi, ti sparano dopo un minuto, due se il video dura mezz'ora, il downward facing dog, la posizione del cane a testa in giù (vedi foto).
una roba che neanche tra un milione di anni, tenendo le ginocchia piegate, le mani bene aperte, lo sguardo tra i piedi riuscirò a fare senza sembrare un trapezio anziché un triangolo.
per non parlare della frustrazione di vedere l'insegnante piegarsi come un origami, mentre io se provo a toccarmi le punte dei piedi con le punte delle dita delle mani arrivo al massimo a metà degli stichi senza piegare le ginocchia.
ma tutto a posto (se domani posso avere le brioche).

[da due settimane sto facendo "yoga with adriene", se volete provare l'ebbrezza potete iniziare da qui]

domenica 19 aprile 2020

30 anni in quarantena



oggi mia sorella più piccola compie 30 anni.
in tempi normali avrebbe fatto una super festa, invitato un sacco di gente, mangiato, bevuto, brindato, sorriso, espresso un desiderio, gridato hip hip urrà, soffiato sulle candeline decine di volte: una volta con noi, una volta coi suoceri, una volta con gli amici di qua, una volta con gli amici di là.

invece niente.

contrariamente alla sottoscritta (che ha festeggiato i suoi 30 anni a vienna, senza alcuno sforzo per renderli memorabili, anche se il matematico ha regalato il kindle - best present ever - e quindi ne è valsa la pena) lei - mia sorella minore - è una persona solare, estroversa, altruista, con un milione di amici e di persone che le vogliono bene, per cui oggi ha ricevuto un regalo coi fiocchi.
ognuno, da casa sua, ha registrato un videomessaggio di auguri che poi è stato montato ad arte insieme agli altri per un grandissimo mega augurio collettivo di compleanno lungo come "via col vento" non perché gli amici e i parenti siano particolarmente prolissi ma perché nel video compaiono milioni di persone.

quello che vedete è il mio contributo (notare il taglio "eh giovanni" modello quarantena 2020). è un omaggio alla bravissima "dolcissima me" che in questo periodo (in cui ha dovuto chiudere il suo laboratorio di pasticceria) sta facendo su instagram dei tutorial adorabili che io e mia sorella guardiamo avidamente e commentiamo come fossero una serie tv.


mercoledì 15 aprile 2020

cose che mi mancano



la prima cosa di cui ho sentito la mancanza, è stato il rito della domenica: la colazione al bar con cappuccino e brioche.

per ovviare alla cosa, mi sono messa subito all'opera. adoro sfornare dolci, quale migliore occasione per imparare una nuova preparazione? armata di ricetta, farina manitoba e lievito di birra secco, al primo tentativo ho prodotto questi:


dei graziosi sassi, decorati con zuccherini, dal peso specifico pari a quello dell'uranio impoverito.
ma non mi sono data per vinta: fake it util you make it, practice makes perfect.
al secondo tentativo ho sfornato questi:

dei panini secchi e già vecchi ancora prima di essere assaggiati, che inzuppati nel latte caldo rinvenivano un po', ma senza suscitare grande entusiasmo.



infine, il mio terzo e ultimo tentativo (per ora), ha prodotto queste cose bicolore, dalla forma dubbia

ottime se gustate ancora calde, secche come segatura e dure come il legno appena raffreddate.

comunque sono fiduciosa, entro la fine dell'isolamento sociale sfornerò croissant sfogliati così fragranti che non avremo più voglia di andare a fare colazione fuori. (ma non perché confidi in rapidi progressi delle mie doti di mastro fornaio)

ho riassunto questo sentimento su instagram in una frase che doveva essere qualcosa come "mi manca la colazione al bar, ho fatto le brioche e sono venute uno schifo. così ora la mancanza si sente ancora peggio"

ebbene, inaspettatamente questo mio nobile sentimento è stato incluso nell'ebook: "come l'aria. cose che ci mancano e che ci riprenderemo presto" pubblicato da les flaneurs edizioni. ci trovate anche gli interventi più corposi di scrittori come giulia ciarapica, lorenzo marone, michela marzano e molti altri.
il ricavato del libro andrà a sostegno delle attività del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale per l’emergenza sanitaria da Covid-19.

mercoledì 8 aprile 2020

33/40


oggi è il mio trentatreesimo giorno di isolamento sociale. il 7 marzo mi è venuta la febbre, 37e5, niente di grave, da quel giorno sono uscita di casa 4 volte: una per fare la spesa, tre per buttare la pattumiera.

queste sono le cose che (almeno fino a ora) mi hanno impedito di cedere alla disperazione

* mantenere una routine. anche se ora lavoro da casa mi alzo entro le 7 e 30, mi metto a lavorare entro le 8.30. pranzo. leggo, scrivo, cazzeggio, ascolto audiolibri o podcast, seguo qualche video per fare un po' di yoga o pilates. alle 18 bollettino della protezione civile, alle 19 cena. serata: cinema o serie tv col matematico. ore 22 e 30 nanna.

* scrivere un diario. da più di un anno lo facevo abbastanza regolarmente. ora scrivo tutti i giorni. lascio sulla carta le mie paure, il mio sconforto, i miei timori per il futuro che ci aspetta. niente che valga la pena di essere letto da altri o anche solo riletto da me. solo uno sfogatoio, un vomitatoio per non lasciarmi sopraffare dai timori.

 * fare un po' di attività fisica. nella mia vita precedente facevo pilates una volta a settimana, ogni tanto correvo. ora non cammino nemmeno più. il mio cardiofrequenzimetro, acquistato quando ancora arrivavo a correre una mezza maratona (21km), è ridotto a segnare una media di 500 passi al giorno, fatti tra divano, letto, vater (al punto che ieri sera è sbroccato e alle 22.22 segnava le 16.40 di una fantomatica domenica 8 - non è dato sapere di che mese o di che anno). adesso cerco di seguire dei videotutorial di pilates o di yoga. ci ho messo diversi giorni a decidermi ma ultimamente mi ritaglio per l'attività fisica almeno 10 minuti al giorno, quando mi sento molto motivata 20. quando sono al top 50.

* informarmi con moderazione. ho selezionato alcune fonti autorevoli (no complottismi, no sensazionalismi) e ho assorbito tutte le informazioni possibili, su cos'è un virus in generale, su che caratteristiche ha questo virus in particolare, su come si trasmette, su come ci si protegge, sui tipi di mascherine, su come si usano le mascherine (mai visto persone usarle in modo corretto, nemmeno in tv, dove i giornalisti se le mettono sul mento e i politici solo sul naso. alcuni sembrano averle sugli occhi. l'unica volta che sono stata in fila per entrare al supermercato, il tizio che gestiva gli ingressi l'ha abbassata per fumare, e il tizio davanti a me l'ha abbassata per parlare al telefono)... devo dire che in alcuni momenti informarmi in questo modo (per più di una o due ore al giorno) mi ha riempita di ansia, soprattutto perché più sai, più ti rendi conto che questa cosa non finirà a tarallucci e vino tra due settimane ma avrà ripercussioni pesantissime per mesi/anni.
il senso di sicurezza che mi viene dalla consapevolezza e dalla conoscenza mi fa stare tranquilla.

* concentrarmi su quello che posso controllare. non posso far stare a casa gli altri, ma posso stare a casa io. non posso spiegare a tutti come si usano le mascherine, ma posso usarle io in modo corretto. non posso impedire agli altri di urlare dai balconi alla gente che magari sta andando dal dentista per un mal di denti insopportabile, o sta andando a lavorare alla cassa del tuo supermercato, ma posso non urlare agli altri dal balcone (anche perché non ho un balcone, né un terrazzino, né un microgiardinetto). non posso impedire agli altri di comprarsi decine di pacchi di farina e di lievito, ma posso comprare solo la farina e il lievito che mi è strettamente indispensabile.

ci sono giorni in cui, anche se faccio tutto questo, per quanto mi sforzi mi sento scoraggiata e mi viene da piangere e non riesco a vedere una via d'uscita e penso che se mai ritorneremo a una specie di normalità saremo tutti più tristi, più cattivi, più arrabbiati e il mondo sarà un posto ancora peggiore, ancora più pieno di disuguaglianze.

come ve la passate voi in quarantena?