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giovedì 22 febbraio 2018

breve storia triste raccontata in modo lungo


verso metà gennaio einaudi ragazzi mi ha scritto per dirmi che il "romanzo che non ha vinto il premio battello a vapore" aveva superato una prima selezione. per questo mi chiedevano 15 giorni d'opzione: il tempo necessario all'editore per valutare se pubblicare il mio libro o no.

ovviamente einaudi non sapeva che stavo riciclando dando una seconda possibilità a quel romanzo. anyway. appena ricevuta quella mail, erano circa le quattro del pomeriggio, ho mollato tutto e sono andata nella mia pasticceria preferita (da sola) a gratificarmi per l'entusiasmante traguardo.
un editore figo che risponde a una proposta editoriale spontanea capita con la stessa frequenza con cui nella vita può capitare di vedere la cometa di halley. valeva la pena di festeggiare.

dopo quindici giorni non è successo niente. dopo altri quindici einaudi ragazzi ha riscritto per dire: "ehi, ci siamo sbagliati, non ti vogliamo pubblicare. ma confidiamo nel tuo buonsenso e speriamo che non verrai di notte col passamontagna e una tanica di benzina a bruciare la nostra sede per vendicarti".

da questa esperienza si possono trarre due considerazioni o tre:
* non è vero che gli editori non leggono le proposte editoriali
* non è vero che vengono presi in considerazione solo i raccomandati
* per diventare scrittori ci vogliono pazienza, resilienza e senso dell'umorismo

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