in questo periodo mi sembra di vivere in anestesia parziale, o in apnea.
a volte mi sembra di non provare nulla, di attraversare le giornate come nella carrozza di un treno ad alta velocità, invece che camminandoci attraverso.
vorrei/dovrei scendere e sporcarmi le mani, ascoltare i suoni e i profumi che mi circondano, fermarmi a scambiare due chiacchiere con qualcuno. invece tutto scorre al di là del vetro.
sto dentro questo vagone mentre fuori succedono cose che non possono raggiungermi.
allo stesso tempo, quello che succede nel vagone è capace di toccarmi e ferirmi moltissimo, anche se la vita che scorre fuori non può accorgersene.
tra le cose che oggi avrei voluto entrassero nel vagone, c'è che uno dei miei racconti cui tengo di più è finalmente stato pubblicato sulla rivista letteraria Carie.
vorrei esserne felicissima, anche per l'illustrazione così delicata che lo accompagna (e che ho messo qui nel post), e invece mi sembra di non sentire niente, nemmeno di fronte ai complimenti ricevuti da chi ha letto e apprezzato il racconto.
per leggerlo basta cliccare qui
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