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mercoledì 6 settembre 2017

cose da vacanza #3

lungo il viaggio in macchina che dalla città di U ci portava in vacanza, ci siamo fermati a mangiare a pinguente, una ridente cittadina croata.
al termine del lauto e soddisfacente pasto abbiamo pagato con carta di credito. così, con la pancia piena, siamo ripartiti verso il mare.

la domenica successiva, al termine della vacanza, ci siamo resi conto che quel lauto pranzo consumato a pinguente non ci era mai stato addebitato.
il pagamento non era andato a buon fine.
è così che, sulla via del ritorno, ci siamo fermati a mangiare nello stesso posto, per poter pagare il conto del lunedì precedente.

quando al termine del pasto abbiamo presentato il vecchio scontrino accanto al nuovo, e dichiarato di volerli pagare entrambi, il cameriere (lo stesso della volta precedente) sembrava non capire.
abbiamo estinto i nostri debiti e ce ne siamo tornati a casa satolli.

non so che effetto faccia questa storia.
a me piace credere che chiunque avrebbe fatto come noi. che è normale essere onesti, che non c'è niente di straordinario.
ma ho come l'impressione che questo episodio ci faccia fare la figura dei fessi.
in un paese in cui si pratica l'arte dell'arrangiarsi, si predica il farsi furbi, e "senza fattura fa 50 altrimenti 80"... non dev'essere tenuta in gran conto la gran cosa che è l'onestà.

2 commenti:

  1. Sensazione corretta. L’altro ieri sono tornata indietro al supermercato per dire alla cassiera che nello scontrino non era stata addebitata la confezione d’acqua. Mi ha guardato malissimo. E si è anche innervosita perché “signora, la prossima volta me la metta sul nastro. Se lei me lo dice a voce ma la lascia nel carrello è colpa sua”. Ergo, se dopo aver ricontrollato lo scontrino, fossi partita beatamente, saremmo stati tutti più felici.

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  2. Io non controllo mai lo scontrino. Mi sono convinta che gli errori si compensino.

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