questo romanzo ha una storia che viene da lontano. l'avevo acquistato e letto in italia, prima di sapere che sarei venuta a vienna. e l'avevo adorato. l'originale è in tedesco, dato che l'autore è viennese.
quando ad aprile del 2010 sono venuta per la prima volta a vienna a trovare il matematico, avevo acquistato in una libreria il cartonato con l'accorpamento dei due volumi (vedi foto). non sono mai riuscita a leggerlo. ci ho provato un paio di volte. riaprendolo vedo ora le mie annotazioni a matita, parole sottolineate e le loro traduzioni. sono parole che ora conosco, di alcune faccio persino un uso attivo.
* "la settima onda": mi è piaciuto meno del primo ma ho avuto il mio lieto fine. per cui ne è valsa la pena.
* "chiedo scusa" l'ho letto d'un fiato. la storia di una malattia e di una guarigione. a suo modo terapeutico.
* "mia suocera beve" l'ho mollato a pagina 40. de silva l'ho amato dall'inizio con "certi bambini" e "voglio guardare". ho apprezzato anche "non avevo capito niente", seppure non mi ricordi assolutamente nulla della trama o dei personaggi. questo "mia suocera beve" non mi ha presa e non ci ho pensato due volte a mollarlo.
* "e se poi mi innamoro, pazienza" carino ma non imperdibile.
* "noi due come un romanzo" aveva tutte le premesse per diventare il mio libro preferito di sempre. la protagonista è una libraia che vende solo romanzi d'amore e intrattiene una fitta corrispondenza cartacea con il fidanzato di quando era al liceo. (ho un debole per i romanzi epistolari, ho provato un paio di volte a scriverne uno.)
ho trovato quelle lettere di una noia e una lentezza insopportabile e ho mollato il libro a pagina 74.
* "non dirmi che hai paura" l'ho appena terminato e mi è piaciuto molto. è la storia di un sogno, di una passione che porta lontano, che chiede di essere vissuta.
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