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venerdì 30 ottobre 2015

l'arte di ridimensionare i successi

il romanzo di un autore self esordiente che ho revisionato personalmente da cima a fondo, è da una settimana nella classifica degli ebook a pagamento più venduti su amazon.
la mia prima reazione è stata: wow, come sono brava. potrei effettivamente fare l'editor freelance, aprire partita iva, crearmi un sito internet personale su wordpress, fare della mia passione il mio lavoro, aiutare gli autori self anche nella promozione, diventare il guru dell'editoria self, far capire come si possa fare editoria self di qualità.
poi mi sono detta che è stata solo una botta di culo, che in fondo il libro non l'ho scritto io, che tanto amazon.it non se lo caga nessuno, che sta vendendo solo perché il prezzo è basso, che è solo un ebook, che nei rapporti con l'autore sono stata pessima (come pessima sono nei rapporti con chiunque, inclusa me stessa), che arrivo a detestare anche le cose che mi piacciono, che faccio schifo, la vita fa schifo e sarebbe meglio morire.

lunedì 26 ottobre 2015

come il dottor house











sono pessima nelle interazioni sociali.
mi mettono a disagio le persone troppo espansive, quelle che quando mi parlano invadono il mio spazio personale costringendomi a fare un passo indietro, quelle che baciano e abbracciano con slancio a prescindere, quelle che mi chiedono l'amicizia su facebook anche se io non so chi siano, quelle che concludono le email con "un abbraccio" anche se non mi hanno mai scritto prima.
trovo tutti questi comportamenti invadenti, e reagisco chiudendomi a riccio, risultando secca e antipatica.
anche i complimenti mi mettono terribilmente a disagio tanto quanto mi lusingano. invece di dire grazie, tendo a sminuire il motivo per cui si complimentano. (di solito capita con la gente che legge quello che scrivo e mi contatta per dirmi che l'ha apprezzato. mi viene sempre da replicare, ma va, cosa vuoi che sia...)
mi sento molto dottor house.

venerdì 16 ottobre 2015

buon viaggio

vado in banca e ordino 1200 shekel.
prima di ordinarli non sapevo che shekel fosse la valuta di israele.
torno in banca e ritiro i 1200 shekel che ho ordinato, chiedo di prelevare il corrispettivo dell'importo direttamente dal mio conto corrente.
la cassiera mi fa firmare la ricevuta, mi consegna i soldi e mi dice "buon viaggio".
e io penso che è sempre così, giudichiamo le cose, le persone, le situazioni in base agli elementi che abbiamo a disposizione, e ci sembrano sempre più che sufficienti per emettere un giudizio e farci un'idea coerente e completa della situazione.
la verità invece è che vediamo solo un quadrato dove c'è un cubo. vediamo una facciata bidimensionale e non ci accorgiamo che è solo il lato di una figura tridimensionale complessa che non dovrebbe essere liquidata frettolosamente a una prima occhiata.
io non viaggio da nessuna parte, questi shekel sono per il matematico che la settimana prossima va a gerusalemme.

giovedì 15 ottobre 2015

il record negativo di passi

in questo schema ci sono i miei passi quotidiani degli ultimi sette giorni. le barre verdi indicano che ho fatto abbastanza passi da raggiungere l'obiettivo giornaliero, le barre azzurre indicano i passi che ho fatto ma senza raggiungere l'obiettivo, la parte grigia della barra indica i passi mancanti per il raggiungimento dell'obiettivo.
ecco, ieri nell'arco di tutta la giornata ho fatto complessivamente 481 passi. non mi sono nemmeno tolta il pigiama. sono rimasta sdraiata sul divano per tutto il giorno, il massimo dello sforzo è stato andare fino al bagno per fare pipì.
ho solo letto, ascoltato musica, cazzeggiato davanti al computer, scribacchiato ed è stato bellissimo.
così come bellissimo è stato, oggi, fare dieci minuti di addominali, correre per 9km nonostante la giornata uggiosa, rilassarmi sotto una doccia stupendamente calda, pranzare, andare in biblioteca e scrivere. scri-ve-re.

lunedì 12 ottobre 2015

l'ultimo giorno in gelateria

l'ultimo giorno in gelateria è un sollievo e una tristezza.
guardi i tavoli all'aperto ricoperti delle foglie secche dei tigli e pensi.
pensi a quante volte hai passato la spugna su quei tavoli e al ciclo vitale di quegli alberi, che prima hanno rilasciato per settimane una sostanza appiccicosa, poi hanno fatto cadere i loro semi e ora stanno liberandosi delle foglie secche.
pensi a quanti clienti hai servito con il sorriso anche se si sarebbero meritati il caffè bollente in faccia, e a quanti clienti ti hanno sorriso quando tu non ne avevi alcuna voglia.
pensi al panificio dove tutte le mattine compravi il dolce alle mele, al giornalaio che ti riconosceva e ti dava il kronen zeitung e il kurrier senza che glieli dovessi chiedere, ai colleghi della pizzeria vicino che ti salutavano e alla proprietaria del negozio di vestiti che ti sorrideva. al tizio che prendeva la birra grande e ti diceva che eri troppo seria e che quando sorridevi era molto meglio. al signore tedesco che ti parlava in italiano per averci abitato per anni, e ti diceva di quanto sia bella l'italia.
pensi a tutti i colleghi con cui hai lavorato e se ne sono andati o sono stati cacciati e ti senti una sopravvissuta e hai la sensazione di essere sopravvissuta non tanto perché sei più brava ma più scema, più incline a farti usare e sfruttare e umiliare. pensi a quanto lavoro non tuo hai fatto perché le cose funzionassero bene. pensi che hai buttato altri sei mesi della tua vita nel cesso e oggi si tira un'altra volta lo sciacquone. e la merda va giù, insieme alle lacrime, alla rabbia, alla stanchezza, al noncelapossofare.

lunedì 5 ottobre 2015

la notte dei musei, il concertone e il record di passi

sabato c'è stata la lange nacht der museen.
io e il matematico abbiamo visto:
il museo delle croste e degli animali impagliati (un misto di quadri del seicento e di animali).
il museo d'arte ceca (non dei ciechi. quattro foto in bianco e nero di sedie).
l'archivio di stato (tipico odore di carta polverosa con documenti antichi. notevole la pagina di un giornale di satira italiano che raffigurava cecco beppo.)
il museo dell'arte del niederosterreich (vedi foto).
la casa delle farfalle (avvistate una ventina di farfalle in tutto - conteggio mio, di 7 specie diverse - conteggio del matematico).
una stanza con gli affreschi.
poi siamo andati a vedere zucchero che cantava al concertone a favore dei rifugiati. ha cantato indaco dagli occhi del cielo in inglese, una canzone che non conoscevo e va' pensiero.
dopo di che io mi sono trascinata stancamente verso casa tagliando il traguardo dei 30.000 passi (cioè 20 km percorsi a piedi nella sola giornata di sabato), mentre il matematico è andato al museo dei soldi, a quello dei denti e a quello della farmacia.