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venerdì 27 febbraio 2015

la nausea

da sempre le ore migliori della mia giornata sono quelle in cui dormo. appoggio la testa sul cuscino e mi addormento per risvegliarmi 8, 9 o persino 10 ore dopo. questo talento per il sonno-cascasse-il-mondo è un dono magnifico che purtroppo di recente è stato spesso funestato.
ieri notte dalla nausea. e non mi riferisco al libro di sartre, ma al matematico che tra le due e le quattro del mattino si è messo a girellare per casa, accendere luci, bere acqua gassata e mangiare liquirizia perché aveva la nausea. e poi perché doveva fare pipì, dato che aveva bevuto molta acqua gassata.
- ma non sono incinta - ha affermato guardandosi il rotolo di pancia che gli ha lasciato in eredità il viaggio negli stati uniti.

mercoledì 25 febbraio 2015

del perché questo blog sta morendo

quando ho iniziato a scrivere questo blog ero orgogliosa di me stessa, della mia vita, di quello che facevo. mi sentivo quasi eroica.
poi ci siamo trasferiti a vienna e a poco a poco mi sono lasciata sommergere dalle difficoltà oggettive, dall'isolamento, dall'impossibilità (reale o presunta) di realizzazione professionale e personale.
e ora sono tutt'altro che orgogliosa di me stessa, della mia vita, di quello che faccio. mi sento un'idiota.
quando si scrive un blog personale in cui si mette in mostra la propria vita bisogna essere solidi e forti per sopportare il giudizio degli altri, che prima o poi arriverà di sicuro. e io da parecchio tempo non sono abbastanza solida nemmeno per sopportare il mio impietoso giudizio su me stessa.

martedì 24 febbraio 2015

vuoto legislativo

io e il matematico abbiamo i turni per lavare i piatti. io li lavo da lunedì a venerdì e lui li lava nei weekend. nei giorni festivi infrasettimanali, a pranzo li lava lui.
oggi non è un giorno festivo, ma lui è rimasto a casa perché millanta di non stare tanto bene.
a chi tocca lavare i piatti del pranzo?

martedì 17 febbraio 2015

carnevale

non ho mai amato il carnevale, soprattutto negli anni in cui mi vestivano da fatina obesa.
i carnevali più felici sono stati sicuramente quelli in cui sono stata travestita da pierrot, decisamente più vicino alla mia personalità. (credo di aver fatto modificare quel vestito a mia zia per almeno tre anni consecutivi, fino a quando, impietosita, mi ha cucito un nuovo costume, sempre da pierrot.)
da quando sono a vienna mi accorgo che è carnevale perché la vicina addobba la finestra che dà sul corridoio in base ai periodi dell'anno. ora un orribile topolino-arlecchino di cartoncino, sbiadito da millenni di esposizione, fa bella mostra di sé - circondato da stelle filanti - qui sul pianerottolo, e quindi ne deduco che sì, è carnevale.
quest'anno ho capito che era carnevale quando mi hanno mostrato via skype la mia nipotina duenne vestita da orso bruno.
oggi è stata una giornata no.
poi il matematico è tornato con un krapfen (il mio preferito, quello alla crema di un determinato panificio) e ho capito che era carnevale, ma anche qualcosa di più importante, immagino.

domenica 1 febbraio 2015

ma se chiama un avvocato...

su real time facevano un programma dal titolo "sepolti in casa" in cui mostravano gli appartamenti degli accumulatori compulsivi, gente che compra compra compra e non butta via niente, nemmeno la spazzatura, con l'ovvia conseguenza che in pochi anni queste persone si ritrovano a vivere in una sorta di discarica. camminano tra oggetti e rifiuti, molte stanze non sono più agibili, e a volte il bagno nemmeno funziona.
in una puntata di questo programma mostravano il caso particolarmente grave di una donna, laureata in giurisprudenza, che viveva in una situazione drammatica: i topi avevano letteralmente colonizzato la casa e tutto era intriso di urina e ricoperto degli escrementi di questi animali.
quando una delle persone che la stavano aiutando a sgombrare casa ha buttato in un sacco dei libri di giurisprudenza completamente inservibili, la donna l'ha fermata e le ha detto: "no, questi non li buttare. se chiama un avvocato per chiedermi consiglio mi servono".

ecco, il matematico non butta mai via nulla, ha le tasche piene di scontrini, biglietti dei mezzi, del cinema, volantini di mostre. ricopre il davanzale del corridoio con cataloghi e offerte del supermercato che non guarda nemmeno.
per favore, butta via quei calzini bucati, chiedo io speranzosa. e quella camicia? non vedi che ha tutto il colletto e i polsini lisi?
e lui risponde: no, se chiama un avvocato possono servire.