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venerdì 4 maggio 2012
le bugie hanno le gambe corte e mi fanno arrabbiare moltissimo. soprattutto se hanno a che fare con una cosa seria e che amo, cioè i libri.
mentre faccio dello small talk con un tizio appena conosciuto mi capita di dire che ho studiato lettere.
al che lui risponde: "allora voglio proprio farti un regalo, ti presto il mio romanzo".
gli chiedo che regalo sia se il libro me lo presta solo e lui risponde: "il regalo sarà leggerlo".
scettica, indago su quale sia l'editore e chiedo esplicitamente se abbia pubblicato a pagamento.
risponde "ma sei matta, no che non ho pubblicato a pagamento! l'editore si chiama pincopallino".
dico che ok lo leggerò.
ricevo la copia e per prima cosa googlo il nome della casa editrice affiancato dalle parole "editore a pagamento".
indovinate un po'?
indovinato.
l'editore pincopallino è a pagamento e il suo motto è qualcosa tipo che non sono loro a scegliere gli autori ma sono gli autori stessi ad aver scelto loro. il che presuppone nessuna scrematura, nessun interesse a fare dei soldi vendendo dei libri di qualità sui quali hanno deciso di scommettere e quindi di investire dei soldi, ma molto interesse a fare soldi spennando l'autore e coccolando la sua ambizione.
e infatti le testimonianze di chi ha avuto contatti con pincopallino editore parlano di acquisto di molte decine di copie al prezzo pieno di copertina.
decido comunque di dare una possibilità al libro. e mentre leggo mi monta una rabbia pazzesca. giuseppe, il protagonista, alla quarta riga diventa giusepe, con una p sola, e rimane tale per tutto il resto del libro. tranne nell'aletta.
e poi altri refusi, non molti a dir la verità, ma orrendi. tipo il verbo avere senza h dove ci andrebbe, la terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo essere declassata a congiunzione, e via così.
date le premesse, ovviamente non si salva nemmeno il contenuto: è il riassunto di un romanzo, una sorta di lunga sinossi. non c'è la costruzione di una sola scena in cui accada qualcosa, solo un elenco di fatti, intervallati da pochissimi dialoghi insignificanti.
restituisco la copia del libro all'autore conoscente e ovviamente mi chiede che ne pensi. per ore mi ero ripromessa di mentire, di lasciare l'autore a cullare il suo grande ego.
poi però è successo il patatrac. perché le bugie non le so dire, e perché l'autore ha iniziato a blaterare cose tipo "sai, un mucchio di gente mi scrive per dire che leggendo era come vedere un film. ha venduto settemila copie".
così non ho proprio resistito, e facendo una gran figura di merda, da persona impulsiva ed emotiva, gli ho fatto vedere i refusi, gli ho detto che non sono scema e che è evidente che ha pubblicato a pagamento, che mi sono sentita presa in giro, che in rete non c'è neanche una recensione e che al massimo avrà venduto 50 copie.
non gli ho lasciato un secondo di tempo per replicare e me ne sono andata.
Mi sarebbe piaciuto essere lì accanto al rizio, dopo che tu gliene avevi cantate 4, per vedere quali altre bugie si sarebbe inventato per giustificarsi ... Brava!
RispondiEliminaE mi è scappato rizio al posto di tizio .. Forse anche il suo romanzo è stato scritto con l'ipad e senza occhiali!
RispondiEliminaSai che ti dico?Brava azzurripillin, ben fatto. Devo imparare anche io a non mentire (mi riferisco alle situazioni...alimentari!) :)
RispondiEliminaHai fatto bene...in fondo se l'e` proprio cercata. Pero` sarei curiosa di sapere che faccia ha fatto!
RispondiEliminasei la vendicatrice di tutti i VERI libri, che non possono mandare a quel paese gli ultimi arrivati a pagamento. ti stimo. -S-
RispondiEliminaForse il nome del personaggio è Giusepe... e il refuso nasceva nelle poche volte in cui è stato scritto "Giuseppe" ^_^
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