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venerdì 10 febbraio 2012

di giappone e segni del destino

da quando il matematico è tornato dal giappone ogni sua frase ha, come soggetto o complemento di luogo, il giappone, una città del giappone, un posto in una città del giappone.
per placare, o forse per acuire, il mal di giappone da cui è afflitto, il matematico ha voluto rivedere il film "lost in translation" un film americano ambientato in giappone i cui protagonisti sono un uomo e una ragazza americani che vivono tutto lo spaesamento degli occidentali una volta atterrati là.
e mentre il matematico diceva "quello l'ho visto", "lì ci sono stato", "con quello ho giocato", "oddio ma è proprio così" io sono rimasta folgorata da questo scambio di battute:
 
Lei: I just don't know what I'm supposed to be. You know? I tried being a writer, but... I hate what I write. And... I tried taking pictures, but they're so mediocre, you know. Every girl goes through a photography phase. You know, like horses? You know? Take, uh, dumb pictures of  your feet.
Lui: You'll figure that out. I'm not worried about you. Keep writing.

Lei: Solo che io non so cosa voglio diventare. Capisci? Ho cercato di fare la scrittrice, ma detesto quello che scrivo. Poi mi sono messa a fare fotografie, ma sono mediocri. Sai, ogni ragazza attraversa una fase della fotografia:... cavalli... o stupide foto dei piedi.
Lui: Ce la farai di sicuro. Non sono preoccupato per te. Continua a scrivere.

2 commenti:

  1. ciao Silvia, sono MAQ da Torino :-)
    quest'anno sono andata a infastidire il mio libraio, finché mi ha concesso di filmare le sue presentazioni. ieri c'era Fabio Geda ed è stato un incontro molto interessante. mi è venuto in mente di renderlo disponibile in mp3 e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere ascoltarlo.
    lo sto macinando a "tranci" di dieci minuti circa e ti mando il link:
    http://anelluch.blogspot.com/2012/02/fabio-geda-alla-gang.html
    ciao ciao Maria Angela

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  2. grazie, ho ascoltato un paio di "tranci".
    geda un po' lo amo e un po' lo odio.
    la battuta sessista sulla scarsa familiarità delle donne con la tecnologia ha aumentato l'odio.
    forse dovrei smettere di interessarmi agli scrittori e leggerne i libri come se si fossero scritti da soli...

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