più di 2 anni fa, chiedevo che ci venisse insegnato a denunciare gli evasori invece degli immigrati clandestini.
oggi ho scoperto che si può, basta chiamare la guardia di finanza, al numero 117 per fare una denuncia, anche anonima. della pizzeria che non fa lo scontrino, del proprietario di casa che affitta in nero, dell'idraulico che non fa la ricevuta, della ginecologa mai vista che dopo la prima visita ti dice "100 euro con la ricevuta, 80 senza".
perché un commerciante che non vi fa lo scontrino sta rubando dalle vostre tasche, senza dirvelo, certo, senza quasi che voi ne accorgiate, in modo discreto e silenzioso. lui non ve lo dice, ma ogni scontrino in meno sono soldi in meno che finiscono nelle casse dello stato, soldi in meno per i servizi pubblici come scuole, ospedali, mezzi pubblici di cui voi fate quotidianamente uso.
direte, "cosa vuoi che sia uno scontrino". certo, uno scontrino non è nulla, ma centinaia di scontrini, di migliaia di esercizi commerciali, sono un sacco di soldi, molti più di quanti riusciate a contare.
direte, perché prendersela con i piccoli commercianti che non arrivano alla fine del mese! ed è proprio questo il fatto, è anche nel loro interesse che tutti paghino il dovuto, così lo stato prenderebbe dai commercianti più grandi i soldi per aiutare i commercianti più piccoli.
insomma, se ognuno fosse onesto nel suo piccolo, si starebbe tutti meglio. purtroppo la classe politica fa schifo e lo stato italiano sta venendo meno a uno dei suoi compiti principali, quello di redistribuire il reddito.
ma essere onesti forse non incentiva gli altri all'onestà, sicuramente li disincentiva dalla disonestà.
contatti
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lunedì 29 agosto 2011
giovedì 25 agosto 2011
10-11 settembre - roma, piazza san giovanni - facciamo piazza pulita
il popolo viola, quello del no b day, per intenderci, sta organizzando una grande manifestazione a roma per il 10 e 11 settembre.
questo è il loro APPELLO
Siamo stufi di vivere quotidianamente i soprusi della Casta che pensa soltanto a conservare potere e privilegi.
Siamo stufi di chi ci governa, che fa pagare la crisi finanziaria esclusivamente agli italiani dai redditi più bassi e medi, i lavoratori, le donne, i pensionati e gli studenti e le famiglie.
Siamo stufi di questi politici che fino a ieri negavano l’esistenza della crisi economica e che anzi affermavano che sarebbe stata necessaria solo una piccola manovra fiscale, in quanto l’Italia era sana dal punto di vista economico, addirittura il Paese messo meglio in Europa.
Siamo stufi di indagati e pregiudicati che siedono impunemente in Parlamento.Siamo stufi di una Casta bugiarda che adesso rastrella i 70 miliardi di euro necessari a impedire il fallimento dell’Italia senza toccare i redditti alti e gli speculatori finanziari.
Siamo stufi di questa Casta che non ha la minima intenzione di ridurre gli enormi costi della politica che frena la crescita e penalizza le imprese sane a vantaggio degli evasori fiscali e di chi vìola le regole.
Per questo pensiamo che sia arrivato il momento di ribellarsi, facciamo Piazza pulita, con una mobilitazione che cominci con presidi in tutte le cittá italiane e che culmini con una manifestazione per il giorno sabato 10 settembre a Roma e una assemblea permanente il giorno 11 settembre.
Facciamo Piazza Pulita.
1897 miliardi euro Debito pubblico
79 miliardi di euro Manovra finanziara
17 miliardi all’anno Costo Province
8.000.000 Italiani in poverta’ assoluta
79 miliardi di euro Manovra finanziara
17 miliardi all’anno Costo Province
8.000.000 Italiani in poverta’ assoluta
11.000 euro lo stipendio dei parlamentari
Chiediamo immediatamente:
- La diminuizione del numero dei parlamentari
- Il dimezzamento delle indennitá dei parlamentari
- La revisione dei rimborsi elettorali ai partiti
- Una seria e severa legge anticorruzione
- L’abolizione delle province
- L’eliminazione dei vitalizi dei politici a tutti i livelli
- La cancellazione dei privilegi della politica: abuso di scorte ed auto blu, viaggi gratis non giustificati da impegni istituzionali, eccetera.
mercoledì 24 agosto 2011
der sommer ist noch lang
caro bosse,
che canti che l'estate è ancora lunga. perché mi illudi così?! non lo vedi che il sole alle 8 tramonta già? mentre tre settimane fa c'era luce fino alle 9.
è vero che tre settimane fa la temperatura massima era 19 gradi, mentre ora stiamo friggendo sui 35 ma cosa c'entra? è la luce che conta, mica la temperatura!
Der Sommer ist noch lang
Und keiner, der was will
Niemand, der was kaputt macht
In jedem Moment
Der Sommer ist noch lang
In dein Gesicht
Scheint die Sonne ein Leben lang
Wenn wir fahren kommt sie mit
Und everyday's like a new beginning
Der Sommer ist noch lang
Der Sommer ist noch lang
Der Sommer ist noch lang
Everyday's like a new beginning
Der Sommer ist noch lang
Wir warten nur noch auf den Tag
An dem wir endlich stehen bleiben
Und nicht mehr davonlaufen
Der Sommer ist noch lang
Und wenn ich was will
Dann ist das mehr von dem, was du sagst
Und dass kein Tag wie der andre ist
Und everyday's like a new beginning
Der Sommer ist noch lang
Der Sommer ist noch lang
Der Sommer ist noch lang
Everyday's like a new beginning
Kein Tag soll wie der andre sein
In unserem Fluchtfahrzeug
In dem wir unser Leben leben
Und irgendwann mal stehen bleiben
Der Sommer ist noch lang
che canti che l'estate è ancora lunga. perché mi illudi così?! non lo vedi che il sole alle 8 tramonta già? mentre tre settimane fa c'era luce fino alle 9.
è vero che tre settimane fa la temperatura massima era 19 gradi, mentre ora stiamo friggendo sui 35 ma cosa c'entra? è la luce che conta, mica la temperatura!
Der Sommer ist noch lang
Und keiner, der was will
Niemand, der was kaputt macht
In jedem Moment
Der Sommer ist noch lang
In dein Gesicht
Scheint die Sonne ein Leben lang
Wenn wir fahren kommt sie mit
Und everyday's like a new beginning
Der Sommer ist noch lang
Der Sommer ist noch lang
Der Sommer ist noch lang
Everyday's like a new beginning
Der Sommer ist noch lang
Wir warten nur noch auf den Tag
An dem wir endlich stehen bleiben
Und nicht mehr davonlaufen
Der Sommer ist noch lang
Und wenn ich was will
Dann ist das mehr von dem, was du sagst
Und dass kein Tag wie der andre ist
Und everyday's like a new beginning
Der Sommer ist noch lang
Der Sommer ist noch lang
Der Sommer ist noch lang
Everyday's like a new beginning
Kein Tag soll wie der andre sein
In unserem Fluchtfahrzeug
In dem wir unser Leben leben
Und irgendwann mal stehen bleiben
Der Sommer ist noch lang
lunedì 22 agosto 2011
sparsamente
non sono una donna di casa. odio fare le pulizie e ho una soglia di tolleranza allo sporco che farebbe inorridire mia madre (non per niente ho messo 500 chilometri di distanza tra casa sua e casa mia).
i pavimenti di casa di mia madre sono più puliti del tavolo su cui mangio.
però arriva un momento in cui sento impellente il bisogno di pulire e mettere ordine. così ieri ho tirato a lucido la casa e l'effetto è stato catartico all'ennesima potenza.
in questi giorni a vienna ci sono 35 gradi. dopo essermi lamentata per tutto l'inverno e fino alla scorsa settimana del gran freddo, non ho nessuna intenzione di lamentarmi di questo gran caldo.
oggi ho ricevuto la risposta a una mail che avevo scritto a maggio. inutile dire che ero certa che quella risposta non sarebbe arrivata mai più. invece è arrivata, bella e inaspettata. incoraggiante.
il matematico, preso dall'entusiasmo del bikesharing, ha richiesto via internet la cartina della città con indicate tutte le piste ciclabili. dopo due giorni ci è arrivata gratuitamente a casa la cartina. (questa efficienza è fantastica.)
il matematico, tempo fa, ha fatto una sorta di dichiarazione dei redditi per il rimborso delle tasse. dopo una settimana avevano accreditato sul suo conto corrente quanto gli spettava. (questa efficienza a me, ogni tanto, mette paura.)
finalmente, forse, in quanto coabitante del matematico, avrò diritto a una copertura sanitaria. oggi abbiamo compilato le scartoffie necessarie.
(considerando l'efficienza entro la fine della settimana dovrei essere assicurata.)
i pavimenti di casa di mia madre sono più puliti del tavolo su cui mangio.
però arriva un momento in cui sento impellente il bisogno di pulire e mettere ordine. così ieri ho tirato a lucido la casa e l'effetto è stato catartico all'ennesima potenza.
in questi giorni a vienna ci sono 35 gradi. dopo essermi lamentata per tutto l'inverno e fino alla scorsa settimana del gran freddo, non ho nessuna intenzione di lamentarmi di questo gran caldo.
oggi ho ricevuto la risposta a una mail che avevo scritto a maggio. inutile dire che ero certa che quella risposta non sarebbe arrivata mai più. invece è arrivata, bella e inaspettata. incoraggiante.
il matematico, preso dall'entusiasmo del bikesharing, ha richiesto via internet la cartina della città con indicate tutte le piste ciclabili. dopo due giorni ci è arrivata gratuitamente a casa la cartina. (questa efficienza è fantastica.)
il matematico, tempo fa, ha fatto una sorta di dichiarazione dei redditi per il rimborso delle tasse. dopo una settimana avevano accreditato sul suo conto corrente quanto gli spettava. (questa efficienza a me, ogni tanto, mette paura.)
finalmente, forse, in quanto coabitante del matematico, avrò diritto a una copertura sanitaria. oggi abbiamo compilato le scartoffie necessarie.
(considerando l'efficienza entro la fine della settimana dovrei essere assicurata.)
venerdì 19 agosto 2011
ingiustizie
fin da piccola ho sempre avuto un fortissimo senso della giustizia, o meglio, dell'ingiustizia: tutto ciò che percepivo come ingiusto mi faceva arrabbiare moltissimo, sia che fossi io il destinatario dell'ingiustizia, sia che fossero gli altri.
per esempio ricordo benissimo che un giorno, guardando un cartone animato in camera dei miei, ho pianto disperatamente mordendo l'angolo di un fazzoletto di stoffa, per il senso di impotenza che ho provato di fronte a non so quale punizione inferta ingiustamente a un protagonista.
(bianca pitzorno con "ascolta il mio cuore" è riuscita a intrappolare nelle pagine proprio quello.)
e insomma, adesso sento che le condizioni lavorative cui sono costretta sono ingiuste, e vorrei rivendicare un aumento di stipendio, un contratto, un'assicurazione sanitaria.
allo stesso tempo so che il rischio è quello di sentirmi dire "arrivederci e grazie" e allora forse le rivendicazioni le rimando a quando mi sarà offerta un'aternativa.
qualcuno ha un'alternativa per me?
per esempio ricordo benissimo che un giorno, guardando un cartone animato in camera dei miei, ho pianto disperatamente mordendo l'angolo di un fazzoletto di stoffa, per il senso di impotenza che ho provato di fronte a non so quale punizione inferta ingiustamente a un protagonista.
(bianca pitzorno con "ascolta il mio cuore" è riuscita a intrappolare nelle pagine proprio quello.)
e insomma, adesso sento che le condizioni lavorative cui sono costretta sono ingiuste, e vorrei rivendicare un aumento di stipendio, un contratto, un'assicurazione sanitaria.
allo stesso tempo so che il rischio è quello di sentirmi dire "arrivederci e grazie" e allora forse le rivendicazioni le rimando a quando mi sarà offerta un'aternativa.
qualcuno ha un'alternativa per me?
mercoledì 17 agosto 2011
il mio primo reato
oggi ho preso il mio primo "stipendio" austriaco.
la mia capa in corridoio mi ha dato in mano alcune banconote con fare circospetto. poi è scappata via, a rispondere al telefono, e io sono tornata nella stanza in cui stavo facendo lezione di italiano a un ragazzetto che a settembre deve fare l'esame di recupero.
ho infilato in fretta le banconote in borsa, mentre il ragazzetto cercava di coniugare il verbo essere.
sono i primi soldi del mio primo "lavoro" in austria, e mi sento come se li avessi rubati.
la mia capa in corridoio mi ha dato in mano alcune banconote con fare circospetto. poi è scappata via, a rispondere al telefono, e io sono tornata nella stanza in cui stavo facendo lezione di italiano a un ragazzetto che a settembre deve fare l'esame di recupero.
ho infilato in fretta le banconote in borsa, mentre il ragazzetto cercava di coniugare il verbo essere.
sono i primi soldi del mio primo "lavoro" in austria, e mi sento come se li avessi rubati.
lunedì 15 agosto 2011
citybikesharing
intro:
nel centro di vienna c'è un servizio di citybikesharing.
previa registrazione, ognuno può prendere in una delle postazioni una bicicletta e girarci quanto vuole, a patto di parcheggiarla nuovamente in una postazione di bikesharing.
non so perché in italia non funzioni.
qui funziona benissimo ed è un servizio civilissimo: la registrazione costa solo un euro e può essere fatta, sia on-line che in ognuna delle postazioni, in 5 minuti. per i primi sessanta minuti l'uso della bici è gratuito, poi costa qualcosa come un euro per ogni ora successiva.
chi non rimette giù la bici paga 600 euro, e dato che la registrazione è fatta con bancomat o con carta di credito, li paga davvero.
svolgimento:
strappandomi dalla mia astenia-letargia-pigrizia, il matematico mi ha trascinato davanti a una delle suddette postazioni, mi ha messo in mano una bici e mi ha detto seguimi. abbiamo pedalato fino a raggiungere la donauinsel, un'isola lunga e stretta che si estende per qualche chilometro nel bel mezzo del danubio all'altezza di vienna. ovviamente abbiamo pedalato su delle civilissime e pulitissime piste ciclabili, senza buche né barriere architettoniche che corrono in mezzo alla città ricca di parchi, prati, aree attrezzate per bambini...
conclusione:
dopo due ore sotto il sole a picco, siamo arrivati a casa stanchi morti. abbiamo bevuto un gran bicchiere di limonata e ci siamo fatti una bella doccia. adesso piove. e ci sentiamo come se avessimo scalato il cervino invece di aver fatto una dozzina di chilometri in pianura.
ps: da martedì pare tornerà l'estate, sole e temperature oltre i 25 gradi. se così dovesse effettivamente essere, della croazia non abbiamo bisogno, per fortuna.
nel centro di vienna c'è un servizio di citybikesharing.
previa registrazione, ognuno può prendere in una delle postazioni una bicicletta e girarci quanto vuole, a patto di parcheggiarla nuovamente in una postazione di bikesharing.
non so perché in italia non funzioni.
qui funziona benissimo ed è un servizio civilissimo: la registrazione costa solo un euro e può essere fatta, sia on-line che in ognuna delle postazioni, in 5 minuti. per i primi sessanta minuti l'uso della bici è gratuito, poi costa qualcosa come un euro per ogni ora successiva.
chi non rimette giù la bici paga 600 euro, e dato che la registrazione è fatta con bancomat o con carta di credito, li paga davvero.
svolgimento:
strappandomi dalla mia astenia-letargia-pigrizia, il matematico mi ha trascinato davanti a una delle suddette postazioni, mi ha messo in mano una bici e mi ha detto seguimi. abbiamo pedalato fino a raggiungere la donauinsel, un'isola lunga e stretta che si estende per qualche chilometro nel bel mezzo del danubio all'altezza di vienna. ovviamente abbiamo pedalato su delle civilissime e pulitissime piste ciclabili, senza buche né barriere architettoniche che corrono in mezzo alla città ricca di parchi, prati, aree attrezzate per bambini...
conclusione:
dopo due ore sotto il sole a picco, siamo arrivati a casa stanchi morti. abbiamo bevuto un gran bicchiere di limonata e ci siamo fatti una bella doccia. adesso piove. e ci sentiamo come se avessimo scalato il cervino invece di aver fatto una dozzina di chilometri in pianura.
ps: da martedì pare tornerà l'estate, sole e temperature oltre i 25 gradi. se così dovesse effettivamente essere, della croazia non abbiamo bisogno, per fortuna.
domenica 14 agosto 2011
come un pannello solare
ho bisogno di sole.
sento il gelo nelle ossa.
mi vedo pallida come un morto.
io, che negli ultimi anni sono diventata allergica all'idea di andare al mare;
io, che mi annoio all'idea di prendere il sole;
io, che non mi metto in costume da bagno dal 2003;
io, che mi glorio di essere sempre la meno abbronzata di tutti,
sì, proprio io, sto cercando di convincere il matematico ad andare un paio di giorni in croazia a scaldarci.
solo adesso capisco perché gli austriaci, a maggio, con 20 gradi, erano già in costume da bagno sdraiati sul loro telo da parco, belli unti di crema abbronzante: sapevano che c'era il rischio fondato che non ci sarebbe stato più sole di così :(
sento il gelo nelle ossa.
mi vedo pallida come un morto.
io, che negli ultimi anni sono diventata allergica all'idea di andare al mare;
io, che mi annoio all'idea di prendere il sole;
io, che non mi metto in costume da bagno dal 2003;
io, che mi glorio di essere sempre la meno abbronzata di tutti,
sì, proprio io, sto cercando di convincere il matematico ad andare un paio di giorni in croazia a scaldarci.
solo adesso capisco perché gli austriaci, a maggio, con 20 gradi, erano già in costume da bagno sdraiati sul loro telo da parco, belli unti di crema abbronzante: sapevano che c'era il rischio fondato che non ci sarebbe stato più sole di così :(
giovedì 11 agosto 2011
alzati e cammina
ieri sera avevo quasi 38 di febbre.
ero piegata dai dolori mestruali*.
ero certa che sarei morta di lì a poche ore.
in pochi secondi ho rivisto la mia vita scorrere come in un film.
poi ho preso una tachipirina e sono andata a dormire, convinta che non avrei mai più rivisto la luce del sole.
invece, stamattina, dopo nove ore di sonno, mi sento risorta.
i miracoli del paracetamolo.
* la pillola al momento non sembra aver ottenuto l'effetto voluto: il ciclo non sembra affatto meno abbondante e per di più si è rivelato dolorosissimo.
ero piegata dai dolori mestruali*.
ero certa che sarei morta di lì a poche ore.
in pochi secondi ho rivisto la mia vita scorrere come in un film.
poi ho preso una tachipirina e sono andata a dormire, convinta che non avrei mai più rivisto la luce del sole.
invece, stamattina, dopo nove ore di sonno, mi sento risorta.
i miracoli del paracetamolo.
* la pillola al momento non sembra aver ottenuto l'effetto voluto: il ciclo non sembra affatto meno abbondante e per di più si è rivelato dolorosissimo.
lunedì 8 agosto 2011
joe the plumber
ci abbiamo provato, a riparare il miscelatore. ma proprio non ne siamo stati capaci. abbiamo trovato e chiuso il rubinetto centrale dell'acqua. abbiamo rimosso il tappino che copriva la vite, abbiamo svitato la vite... e poi niente. la vite si è persa e la leva non si staccava.
mio padre per email aveva diagnosticato "basta stringere la ghiera con una chiave a pappagallo grande almeno 5 cm". ma alla ghiera non siamo mai arrivati. abbiamo rimesso il tappino, riaperto l'acqua, ci siamo guardati con sconforto e ci siamo rivolti a un idraulico vero.
è arrivato alle tre, con il suo corredo di braccia tatuate, cassetta degli attrezzi, treccia lunga fino a metà schiena e ragazzetto al seguito.
ha guardato il miscelatore e il rivolo d'acqua che impietoso scendeva tra la leva e il resto del rubinetto e ha decretato, senza nemmeno togliere il tappino: "sie bekommen ein neu" o qualcosa del genere. ovvero "te ne arriva uno nuovo" che con sto rubinetto qua non vai più da nessuna parte.
ha chiuso i rubinettini sotto il lavandino, smontato, tolto, sporcato, rimontato, mentre a me saliva dentro una gran rabbia. pensavo: "maledetto stronzo, te ne approfitti solo perché sono femmina (e quindi stereotipo vuole che non ne capisca niente di idraulica - e ok, non è che abbia dato prova di capirne molto stamattina) e straniera (e quindi non ho le parole per dire miscelatore, rubinetto, lavandino, perde, ma non significa che tutti questi concetti non mi siano chiarissimi in mente) e invece di stringere la ghiera in 30 secondi te ne stai sdraiato sotto il mio lavandino per mezz'ora, montando un nuovo miscelatore della marca che ti paga per farlo. vaffanculo".
mio padre per email aveva diagnosticato "basta stringere la ghiera con una chiave a pappagallo grande almeno 5 cm". ma alla ghiera non siamo mai arrivati. abbiamo rimesso il tappino, riaperto l'acqua, ci siamo guardati con sconforto e ci siamo rivolti a un idraulico vero.
è arrivato alle tre, con il suo corredo di braccia tatuate, cassetta degli attrezzi, treccia lunga fino a metà schiena e ragazzetto al seguito.
ha guardato il miscelatore e il rivolo d'acqua che impietoso scendeva tra la leva e il resto del rubinetto e ha decretato, senza nemmeno togliere il tappino: "sie bekommen ein neu" o qualcosa del genere. ovvero "te ne arriva uno nuovo" che con sto rubinetto qua non vai più da nessuna parte.
ha chiuso i rubinettini sotto il lavandino, smontato, tolto, sporcato, rimontato, mentre a me saliva dentro una gran rabbia. pensavo: "maledetto stronzo, te ne approfitti solo perché sono femmina (e quindi stereotipo vuole che non ne capisca niente di idraulica - e ok, non è che abbia dato prova di capirne molto stamattina) e straniera (e quindi non ho le parole per dire miscelatore, rubinetto, lavandino, perde, ma non significa che tutti questi concetti non mi siano chiarissimi in mente) e invece di stringere la ghiera in 30 secondi te ne stai sdraiato sotto il mio lavandino per mezz'ora, montando un nuovo miscelatore della marca che ti paga per farlo. vaffanculo".
domenica 7 agosto 2011
peso el tacòn del buso
il miscelatore del bagno perde da qualche giorno.
quando ha iniziato a gocciolare, era possibile, spostando a destra o a sinistra la leva, farlo smettere.
adesso non più. un filo ininterrotto d'acqua scende dalla fessura tra la leva e il resto del rubinetto. (ovviamente di domenica, ovviamente in agosto, ovviamente quando sono da sola in casa.)
e io sono sicura che smontarlo, sostituire le guarnizioni e rimontarlo è un'operazione alla mia portata, del resto sono cresciuta guardando mio padre riparare lavatrici, ferri da stiro, caldaie. a sei anni sapevo cosa fosse una brugola e persino un rivetto. uno dei miei giochi preferiti era riordinare la cassetta degli attrezzi dividendo cacciaviti, chiavi inglesi, pinze...
il problema è che non so dove sia il rubinetto che permette di chiude l'acqua di tutto l'appartamento, non ho a disposizione la cassetta degli attrezzi né l'officina di mio padre, non ho idea di dove recuperare una dichtung (guarnizione) e che se combino un casino finisce che è "peso el tacòn del buso" (peggio il rattoppo del buco - peggio la soluzione del problema).
quando ha iniziato a gocciolare, era possibile, spostando a destra o a sinistra la leva, farlo smettere.
adesso non più. un filo ininterrotto d'acqua scende dalla fessura tra la leva e il resto del rubinetto. (ovviamente di domenica, ovviamente in agosto, ovviamente quando sono da sola in casa.)
e io sono sicura che smontarlo, sostituire le guarnizioni e rimontarlo è un'operazione alla mia portata, del resto sono cresciuta guardando mio padre riparare lavatrici, ferri da stiro, caldaie. a sei anni sapevo cosa fosse una brugola e persino un rivetto. uno dei miei giochi preferiti era riordinare la cassetta degli attrezzi dividendo cacciaviti, chiavi inglesi, pinze...
il problema è che non so dove sia il rubinetto che permette di chiude l'acqua di tutto l'appartamento, non ho a disposizione la cassetta degli attrezzi né l'officina di mio padre, non ho idea di dove recuperare una dichtung (guarnizione) e che se combino un casino finisce che è "peso el tacòn del buso" (peggio il rattoppo del buco - peggio la soluzione del problema).
giovedì 4 agosto 2011
sulla scrittura
non so se qualcuno se n'è accorto ma, mesi fa, ho inaugurato una nuova sezione del blog che si chiama "sulla scrittura". in sostanza raccoglie articoli, considerazioni, consigli sullo scrive che trovo naufragando in rete in cerca di scuse per non scrivere.
per la maggior parte sono articoli in inglese, sia perché gli stati uniti sono la patria della creative writing, sia perché se leggo in inglese mi sembra di perdere tempo in modo più produttivo (e in effetti devo ammettere che il mio inglese piano piano è migliorato).
comunque, se non avete tempo né voglia, né motivazione per spulciare i miei link, sappiate che il succo è: "per scrivere un racconto o un romanzo bisogna scrivere". scrivere, mettere una parola dietro l'altra, è la condizione necessaria, per arrivare a scrivere un racconto o un romanzo.
sembra lapalissiano, è probabilmente lo è. però c'è poco da fare, l'unico modo per scrivere un romanzo è scriverlo. poi si può stare a discutere dello stile, della voce narrante, della tridimensionalità dei personaggi, della trama, del genere di appartenenza, delle potenzialità commerciali.
pensare di scrivere un romanzo. leggere in rete come si scrive un romanzo. leggere romanzi per trarre l'ispirazione. creare una sezione sulla scrittura nel proprio blog. scrivere post sul fatto di scrivere un romanzo. pensare a quando il proprio romanzo sarà pubblicato. ecco, tutto questo non è scrivere un romanzo.
scrivere un romanzo è mettersi alla tastiera e scriverlo.
per la maggior parte sono articoli in inglese, sia perché gli stati uniti sono la patria della creative writing, sia perché se leggo in inglese mi sembra di perdere tempo in modo più produttivo (e in effetti devo ammettere che il mio inglese piano piano è migliorato).
comunque, se non avete tempo né voglia, né motivazione per spulciare i miei link, sappiate che il succo è: "per scrivere un racconto o un romanzo bisogna scrivere". scrivere, mettere una parola dietro l'altra, è la condizione necessaria, per arrivare a scrivere un racconto o un romanzo.
sembra lapalissiano, è probabilmente lo è. però c'è poco da fare, l'unico modo per scrivere un romanzo è scriverlo. poi si può stare a discutere dello stile, della voce narrante, della tridimensionalità dei personaggi, della trama, del genere di appartenenza, delle potenzialità commerciali.
pensare di scrivere un romanzo. leggere in rete come si scrive un romanzo. leggere romanzi per trarre l'ispirazione. creare una sezione sulla scrittura nel proprio blog. scrivere post sul fatto di scrivere un romanzo. pensare a quando il proprio romanzo sarà pubblicato. ecco, tutto questo non è scrivere un romanzo.
scrivere un romanzo è mettersi alla tastiera e scriverlo.
mercoledì 3 agosto 2011
dolce per autofesteggiamento
dato che me l'avete chiesta in molti, ecco la ricetta del mio dolce di compleanno.
(seeeeeeee, a chi la racconto. ricominciamo)
anche se non me l'ha chiesta nessuno e non importa a nessuno, ecco la ricetta del mio dolce di compleanno.
dosi per due persone (dato che ero da sola avrei dovuto dimezzarle, ma ho usato la torta avanzata per continuare a festeggiarmi anche oggi):
per la base:
* una ventina di biscotti secchi tipo orosaiwa
* un po' di burro
* del latte
per la crema pasticcera:
* due tuorli
* 200 ml di latte
* due cucchiai di zucchero
* mezzo cucchiaio di farina
per la decorazione:
* una banana
* una pesca
prendere i biscotti e frullarli fino a trasformarli in farina. mescolare la farina di biscotti con il burro ammorbidito. ne servirebbe parecchio, ma voi potete fare come me e aggiungere poco latte per volta per amalgamare il tutto. a questo punto prendete una ciotola piccola (10-12 cm di diametro) metteteci sul fondo un po' di carta da forno bagnata e strizzata e spalmate il composto, lasciando il bordo un po' alto. poi mettete in frigo.
per la crema pasticcera ho seguito questa ricetta riducendo le dosi. http://ricette.giallozafferano.it/Crema-pasticcera.html
io non avevo la vaniglia ma è venuta buona lo stesso.
quando la crema si è raffreddata e anche il fondo si è ben compattato (diciamo dopo un'ora) potete comporre il tutto: riempire la base di crema e aggiungere la frutta fresca tagliata a pezzi.
alla fine avrete sporcato un sacco di ciotole, pentole, posate e impiegherete la mezz'ora successiva a sitemare la cucina. poco male, è meglio se il dolce resta un altro po' in frigo prima di essere mangiato.
(seeeeeeee, a chi la racconto. ricominciamo)
anche se non me l'ha chiesta nessuno e non importa a nessuno, ecco la ricetta del mio dolce di compleanno.
dosi per due persone (dato che ero da sola avrei dovuto dimezzarle, ma ho usato la torta avanzata per continuare a festeggiarmi anche oggi):
per la base:
* una ventina di biscotti secchi tipo orosaiwa
* un po' di burro
* del latte
per la crema pasticcera:
* due tuorli
* 200 ml di latte
* due cucchiai di zucchero
* mezzo cucchiaio di farina
per la decorazione:
* una banana
* una pesca
prendere i biscotti e frullarli fino a trasformarli in farina. mescolare la farina di biscotti con il burro ammorbidito. ne servirebbe parecchio, ma voi potete fare come me e aggiungere poco latte per volta per amalgamare il tutto. a questo punto prendete una ciotola piccola (10-12 cm di diametro) metteteci sul fondo un po' di carta da forno bagnata e strizzata e spalmate il composto, lasciando il bordo un po' alto. poi mettete in frigo.
per la crema pasticcera ho seguito questa ricetta riducendo le dosi. http://ricette.giallozafferano.it/Crema-pasticcera.html
io non avevo la vaniglia ma è venuta buona lo stesso.
quando la crema si è raffreddata e anche il fondo si è ben compattato (diciamo dopo un'ora) potete comporre il tutto: riempire la base di crema e aggiungere la frutta fresca tagliata a pezzi.
alla fine avrete sporcato un sacco di ciotole, pentole, posate e impiegherete la mezz'ora successiva a sitemare la cucina. poco male, è meglio se il dolce resta un altro po' in frigo prima di essere mangiato.
martedì 2 agosto 2011
zum geburtstag viel einsamkeit
non ho mai amato il giorno del mio compleanno. quand'ero piccola non potevo mai festeggiarlo con gli amici: in agosto non c'era mai nessuno, a volte non c'ero nemmeno io.
non mi piaceva anche perché tutti tentavano di sbaciucchiarmi e spizzicottarmi le guanciotte, cosa che non potevo proprio sopportare.
col passare del tempo ho continuato a non provare particolare simpatia per il giorno del mio compleanno. anche se devo ammettere che il compleanno del 2002 è stato davvero memorabile: ero alle cascate del niagara, e avevo appena saputo, chiamando casa, che ero stata ammessa al master della scuola holden. (che poi non ho frequentato, ma questa è tutta un'altra storia.)
e oggi, giorno del mio 29° compleanno, per la prima volta nella vita NESSUNO mi ha fatto gli auguri di persona. ho ricevuto sms, email, messaggi su facebook, chiamate skype, ma nessuno, oggi, mi ha abbracciata, né baciata, né tanto meno mi ha dato un regalo. e nonostante questo ho sentito forte l'affetto di un sacco di persone.
non mi piaceva anche perché tutti tentavano di sbaciucchiarmi e spizzicottarmi le guanciotte, cosa che non potevo proprio sopportare.
col passare del tempo ho continuato a non provare particolare simpatia per il giorno del mio compleanno. anche se devo ammettere che il compleanno del 2002 è stato davvero memorabile: ero alle cascate del niagara, e avevo appena saputo, chiamando casa, che ero stata ammessa al master della scuola holden. (che poi non ho frequentato, ma questa è tutta un'altra storia.)
e oggi, giorno del mio 29° compleanno, per la prima volta nella vita NESSUNO mi ha fatto gli auguri di persona. ho ricevuto sms, email, messaggi su facebook, chiamate skype, ma nessuno, oggi, mi ha abbracciata, né baciata, né tanto meno mi ha dato un regalo. e nonostante questo ho sentito forte l'affetto di un sacco di persone.