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domenica 20 luglio 2008

from berkeley to torino

il matematico a berkeley non solo non ha imparato l'inglese, ma ha disimparato l'italiano. adesso dice cose come: "sono andato a prendermi uno smuuti da giamba giuis" oppure "ma non c'è tutto questo aip per the dark night, in italia" oppure "per pranzo mi faccio le cichen eppol sosagis". per fortuna non ha ancora sostituito "ciao moregiutti" con "ai suiti".

il matematico a berkeley a due settimane dal grande ritorno ha stilato "la lista delle cose da fare prima di partire". speriamo anche che le faccia queste cose, e non rimangano solo nella lista. soprattutto spero che il primo punto della lista reciti: "comprare un bel regalo per moregiutti" perché me lo merito, perché è sei mesi che lo aspetto, perché ho attraversato mezzo mondo per riabbracciarlo.

il matematico a berkeley ha deciso di regalarsi un viaggetto. martedì,mercoledì e giovedì andrà a las vegas e poi sul/nel/al/presso il grand canyon.

il matematico a berkeley invece di dire: "moregiutti non vedo l'ora di tornare" dice "moregiutti mi mancherà, sento già la nostalgia di questo posto", e questo non depone a suo favore.

il matematico a berkeley ha passato sei mesi, ha studiato zero sharp, le immersioni elementari e la cofinalità. non ha scoperto nulla di nuovo né di determinante per la teoria degli insiemi, ha ascoltato con sguardo assente il grande matematico srotolare i fili dei suoi ragionamenti chiedendosi se davvero la set theory fa per lui.

il matematico a berkeley ha composto musica elettronica, ha mangiato corndogs e bevuto frappuccini, ha letto il san francisco chronicles e viaggiato sulla bart.

adesso è ora che il matematico saluti berkeley e torni a torino a mangiare pizza coi ciccioli e bere chinotto, a leggere repubblica e passeggiare con me.

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