mettetevi comodi, questo sarà il post più lungo nella storia azzurropillin di questo blog. spero di non annoiarvi.
da piccola odiavo i libri con tutte le mie forze. mi piaceva solo che mio padre mi leggesse la storia della gallina emma.
ho inziato a leggere di mia iniziativa solo dopo i 12 anni e una delle esperienze di lettura più intense che ricordi è stata quella di un romanzo assolutamente inifluente nella storia della letteratura: l'affresco di laura guidi.
il libro che più amo in assoluto è due di due di andrea de carlo. ne adoro lo stile, mi avvince la trama l'ho riletto per sette volte, tra i 16 e i 24 anni, e tutte le volte mi ha rapita. non credo sia alta letteratura ma amo quel romanzo, come si può amare un uomo: non è perfetto, ma è quello che fa per noi.
a 17 anni sono stata sedotta dalla raccolta di racconti di simona vinci in tutti i sensi come l'amore. vorrei aver scritto quello che si intitola lettera con il silenzio, ha un inizio struggente che riporto:
"scrivo questa lettera con la speranza di riuscire a dirti delle cose. con la speranza che un po' di quell'ordine azzurro e verde che vedo dalla mia finestra, entri dentro le frasi e le renda leggibili: le lettere sono sempre così intime che si fa fatica a capire di cosa parlino davvero. vorrei scriverti una lunga lettera da chiudere e da riaprire come un carillon e che continuasse a suonare a lungo. e ogni volta in un modo diverso."
durante gli anni di università è arrivata natalia ginzburg con la raccolta di saggi brevi intitolata le piccole virtù. mi sono riconosciuta da sempre nella semplicità della sua scrittura, nella sua sintassi piana e nel suo lessico "facile" capaci di affermare con forza, di arrivare al dunque senza giri di parole. inutile dire che tra tutti è il mio mestiere, il mio saggio preferito:
"il mio mestiere è scrivere, e io lo so bene e da molto tempo. spero di non essere fraintesa, sul valore di quello che posso scrivere non so nulla, so che scrivere è il mio mestiere".
per ultimo in ordine di arrivo nella mia vita di lettrice passionale trilogia della città di k di agota kristoff. un romanzo durissimo, crudele, austero. un romanzo fatto di sostantivi e verbi. un romanzo che non cerca di sedurre, né di accattivare. si deve amare esattamente com'è. ed è un capolavoro.
e ora veniamo ai 5 romanzi da me scritti e abortiti (sarebbero sei ma ve ne risparmio uno).
non io, non così: romanzo di formazione che racconta le vicende di un'adolescente alle prese con gli esami di maturità, con tre ragazzi dai quali non sa cosa vuole e dalla paura delle scelte e del futuro. la vera chicca è il finale surreale, che prevede che la protagonista si rifugi nel suo mondo di libri sfuggendo così le scelte e le responsabilità.
mamma probabilmente: romanzo epistolare in cui una figlia adolescente scrive una lettera accusatoria alla madre, esprimendole tutto il rancore che nutre nei suoi confronti per il fatto di averla fatta nascere. il titolo riprende il "folgorante" incipit: "mamma probabilmente è la prima parola che ho pronunciato quando avevo pochi mesi"
il mio quaderno blu: racconta le vicende di una studentessa universitaria alle prese con gli esami, la riforma 3+2 e delle coinquiline piuttosto bizzarre: pollice verde, la sgobbona e la figlia del pirata.
e se io fossi natalia: palla intimista-esistenzialista senza senso, senza trama, senza finale, senza nessuna ragione d'essere, se non fosse che ero così orgogliosa di quelle pagine che ho avuto la faccia tosta di inviarlo al premio calvino. approfitto per scusarmi con chi ha dovuto leggerselo (anche se solo in parte).
bravissima a farmi del male: è il mio forseromanzo. anche se l'ho iniziato quasi un anno fa lo sento ancora così vicino e così mio che non riesco a prendermi gioco di quelle pagine, sicuramente ingenue, a tratti patetiche, con dei personaggi sbagliati e dei grossi difetti nella trama. (forse tra qualche tempo mi scuserò con chi ha dovuto leggerselo, per adesso lo cullo con affetto.)
e anche questa notte la si dorme solo a metà! ne approfitto per dirvi che la protagonista del mio altro romanzo si chiamava jenny, come quella della canzone di vasco. jenny è anche il titolo del file, e quindi idealmente di quel mucchietto di pagine,scritte cinque anni fa.
RispondiEliminane ho rilette alcune parti, e sono sorpresa di come abbiano tantissimo in comune con quelle del mio forseromanzo. sono sorpresa dal ritmo della scrittura, più spezzato e veloce della mia scrittura di ora.
questa notte ho riletto alcune di quelle pagine e le ho trovate intense.
... ma non bisognava metterci anche i film?
RispondiEliminaO_o