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venerdì 30 maggio 2008

giochiamo con roberto ferrucci

ogni tanto mi pendo la libertà di scrivere a roberto ferrucci, scrittore veneziano autore di un romanzo bellissimo. e lui tutte le volte non risponde. credo che ormai sia diventato una specie di gioco: "vediamo quante mail senza risposta riesce a scrivermi azzurropillin prima di arrendersi all'evidenza dei fatto che non le rispondo?".
ma io me ne frego, e, ogni tanto, gli scrivo lo stesso.
tanto so che le mie e-mail gli arrivano, e so anche che lui le legge. e questo mi basta.

Copincollo questa poesia che ho trovato sul suo blog e che mi va di riportare qui:

Un giorno vennero a prendere me…

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c’era rimasto nessuno a protestare.


adesso che avete letto questa poesia comincia il gioco: andate tutti sul blog di ferrucci cliccando qui, così se guarda le statistiche si ricorda di me.

3 commenti:

  1. beh, io scrivo ossessivamente ad uno chef.

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  2. però la poesia é di Niemöller
    (http://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Niem%C3%B6ller

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  3. alessandra: corretto, grazie (http://en.wikipedia.org/wiki/First_they_came...)

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